Attenti, gli esordienti vi stupiranno di Gabriele Ferraris

Attenti, gli esordienti vi stupiranno Attenti, gli esordienti vi stupiranno Da Max Gazze a Leda Battisti, i «giovani» sono le vere star SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Che cos'avete canticchiato, l'estate scorsa? «I'm happy» dei SoErba, magari; oppure «L'acqua al deserto», di Leda Battisti; o forse «Solo una volta (o tutta la vita)» di Alex Britti; al limite, «Vento d'estate» di Max Gazze (e Niccolò Fabi). Poi, immaginiamo vi abbia preso «Sette giorni su sette» di Irene Lamedica. Lanciamo un'opa anche noi: compreremo a prezzo maggiorato la vostra collezione di dischi rigati se potrete dimostrarci di aver intonato sotto la doccia, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1998, l'ultima canzone di Mariella Nava. O di Gatto Panceri. Voghamo rovinarci: accettiamo la sfida anche su Albano, Anna Oxa, Nada e Finardi, ovviamente per loro canzoni uscite l'anno passato. Leda Battisti, i SoErba, Max Gazze, Alex Britti, Irene Lamedica partecipano al Festival di Sanremo nella categoria «Giovani». Ovvero, gli sconosciuti, quelli in cerca di un primo lancio. Albano, Anna Oxa, Nada, Finardi - e aggiungiamoci la Vanoni & Gragnaniello, e Nino D'Angelo - sono in gara tra i «Campioni». QuelM famosi, insomma. Quelli che, si presume, vendono dischi e si ascoltano in radio. I «Sanremo deh'accesso», nel '97 e nel '98, hanno sulla coscienza le vite bruciate di Annabsa Minetti e Jahsse. Il regolamento consentiva ai desperados della categoria «Giovani» di puntare alla vetta, alla vittoria assoluta: e i desperados vinsero. Vinsero il Festival di Sanremo. Per poi precipitare nudi e urlanti nell'obho. Per non creare altri disadattati, quest'anno quelli della Rai - che hanno un cuore - hanno pensato bene di tornare alla formula delle vittorie divise: «Giovani» da una parte, «Campioni» dall'altra. Ma qualcuno ha sballato le quote. Le due categorie sono state bizzarramente mescolate. Sarà colpa dei computer. E' sempre colpa dei computer. Oppure è un problema semantico: che cosa si intende per «Cam¬ pioni»? Campioni di vendite, magari? Beh, no. Non risulta che negli ultimi tempi i «Campioni» (con l'eccezione degb Stadio e della Ruggiero) abbiano venduto molti dischi. Non diciamo «uno sfracello di dischi»: ma qualcosa di più della modica quantità per uso personale di pochi mtimi. Campioni allora in virtù di lunghe carriere? Ma va' là: i «Campioni» Grignani, Di Cataldo, Silvestri, Marina Rei sono nati ieri. Non sono veterani più di Gazze, che ha 32 anni ed è in pista da quindici. Da anni i giornalisti scrivono che a Sanremo i «Giovani» son meglio dei «Big». Ora, è vero che dal 1984, quando venne istituita, la categoria degb esordienti ha dato alle patrie orecchie prodottmi come Ramazzotti, Masini, Vallesi, Laura Pausini, Andrea BoceUi, Neri per Caso: non ne sentivamo assolutamente il bisogno, però funzionavano, alcuni sono diventati delle star. Ma erano vecchi travestiti da giovani. Tipi da Sanremo, regolari. La musica, fuori, andava per le sue strade, il rock e l'hip hop, la techno e il trip hop, i ragazzi ascoltavano cose, scoprivano mondi, e all'Ariston i vecchi-giovani perpetuavano la canzone itabana che commuove il mondo intero - soprattutto il Sudamerica, terra che ha peraltro svariati problemi. Quest'anno, al di là del qui prò quo dei troppi «campioni di fatto» relegati fra i «Giovani», alcuni esordienti potranno stupirvi; è gente che ha una storia, un progetto, un senso. Prendete i Dottor Livingstone. Mica quattro disgraziati messi lì a far finta di suonare: han guato club e centri sociab, e alle spalle hanno una posse tostissima, consiglieri e produttori come Max Casacci, il genio dei Subsonica, Josh Sanfelici, testa fina dei Mau Mau, e Madaski, il cowboy del technodub che salirà addirittura sul palco per dirigere l'orchestra durante la loro esibizione. Avete più di trent'anni, vi piace la Vanoni e tutti questi nomi strambi non vi dicono nulla? Perfetto. Significa che sta succedendo qualcosa. Persino quaggiù a Sanremo. Gabriele Ferraris

Luoghi citati: Sanremo