Iraq, continua la rivolta sciita Forze armate in massima allerta

Iraq, continua la rivolta sciita Forze armate in massima allerta Dopo l'uccisione dell'ayatollah. L'opposizione: 300 morti, Baghdad nega Iraq, continua la rivolta sciita Forze armate in massima allerta BAGHDAD. L'Iraq meridionale è in rivolta dopo l'assassinio nella città santa di Najaf del Grande Ayatollah Mohammed Sadiq al-Sadr, leader spirituale della maggioranza sciita irachena, avvenuto giovedì: violenti scontri fra la popolazione sciita e le forze di sicurezza avrebbero provocato finora oltre 300 morti e 250 feriti. I dati forniti da fonti dell'opposizione in esilio al regime di Saddam Hussein contrastano però con Baghdad, che continua a smentire ogni notizia sui disordini e sostiene che nel paese regna la tranquillità. Abu Hassan, portavoce del Supremo Consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq, con sede a Teheran, ha detto che almeno 300 manifestanti sono morti negli ultimi tre giorni in scontri con le forze di sicurezza. Secondo altre fonti dell'opposizione irachena ad Amman, invece, le vittime sarebbero un centinaio tra Baghdad e le città di Najaf e Nasiriya. I disordini più gravi sarebbero scoppiati nel porto meridionale di Bassora, nel capoluogo provinciale Nassiriya oltre che nella capitale, dove 1 milione e mezzo di senti vivono concentrati nel quartiere centrale di Medina Saddam. Notizie «false, totalmente infondate e frutto di mia cospirazione contro l'Iraq» ha replicato ieri il ministero dell'Informazione iracheno, che ha invitato alcuni giornalisti stranieri a visitare le zone «affinché possano constatare con i propri occhi la situazione». Per la Giordania, invece, le forze armate irachene sono state poste in stato di massima allerta per il perdurare dei violenti incidenti. Sul piano internazionale, l'assassinio di al-Sadr ha indotto il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri, leader del movimento sciita «Amai», ad annullare un incontro a Beirut con il ministro degli Esteri iracheno Mohammed Said al Sahhaf. L'ayatollah al-Sadr, designato al regime baathista di Baghdad guida spirituale degli sciiti iracheni dopo la morte nel 1992 agli arresti domiciliari dell'ayatollah Al-Khoei, è il terzo leader religioso sciita ad essere assassinato nell'ultimo anno in Iraq: nell'aprile del 1998 un gruppo di attentatori uccise l'ayatollah iraniano Murtadha Ibrahim Bourjerdi e nel giugno successivo la stessa sorte toccò all'ayatollah iracheno Mirza Ali Gharavi. Nell'ultimo sermone pronunciato a Najav venerdì 12 aprile, il Grande Ayatollah aveva indossato il tradizionale mantello bianco del martirio. Anche ieri, come negli ultimi due mesi, aerei americani e britannici hanno colpito alcune installazioni della difesa antiaerea irachena nelle zone interdette ai voli in risposta a violazioni irachene. Un attacco è avvenuto vicino alla città di Mosul, nel Nord; quattro siti radar e per le comunicazioni sono in seguito stati colpiti a Bassora, nell'Iraq meridionale. Due Mig iracheni avevano violato ieri mattina la «no-fly zone». Gli Usa hanno negato che siano stati colpiti civili: Baghdad ha affermato che negli attacchi contro le strutture civili ci sono stati un morto e numerosi feriti. [Ansa - AdnKronos]

Persone citate: Medina Saddam, Mohammed Sadiq, Mohammed Said, Nabih Berri, Saddam Hussein