Valona, uccisa la figlia del giudice di Vincenzo Tessandori

Valona, uccisa la figlia del giudice Valona, uccisa la figlia del giudice Una vendetta della mafia degli scafisti ca e le buone letture. Frequentava il secondo anno di lingua e letteratura albanese. Il campus, se voghamo chiamarlo così, è sulla strada per Elbasan, trafficata di giorno e quasi deserta la notte, l'unica che dalla capitale porta al cuore dell'Albania. A poche centinaia di metri dall'ambasciata statunitense e ancora più vicina alla villetta che, nel periodo delle elezioni, aveva occupato Leka, il pretendente al trono. Con due compagne la ragazza occupava una stanza al secondo piano. Erano dà poco passate le 22,30 quando qualcuno l'ha chiamata, giù in cortile. E lei è uscita dalla camera, così, in pigiama, fiduciosa, perché forse conosceva chi stava per gettarla nella trappola. L'hanno afferrata, selvaggiamente picchiata con una spranga, sulla testa e sul viso, eppoi le hanno strappato gli occhi quasi volessero inviare un macabro messaggio. Nessuna violenza sessuale, ha stabilito il medico legale. L'assassinio è avvenuto, forse, nel corridoio al secondo piano, ma il corpo è stato scaraventato giù, dove qualcuno l'ha trascinato per una ventina di metri, tanto da nasconderlo appena. C'è sempre la pohzia, alla città universitaria, un posto fìsso e una pattuglia, e anche l'altra notte tre agenti erano fermi su un'auto distante neppure cinquanta metri da dove hanno abbandonato il corpo: sembra impossibile, ma assicurano di non aver udito niente. E anche su questo ha ordinato chiarezza il ministro degli interni Petra Koci, che ha assicurato il massimo impegno. Anche se le indagini sono acerbe, se l'ipotesi di un delitto passionale non è stata scartata, una pista è battuta con insistenza e porta diritto alla mafia di Valona. A dispetto di quanto dichiarato dal padre della giovane, il procuratore Hyseni, il quale ha ripetuto di non sapersi soiegare, di non saperne nulla di clan, scafisti e malavita in genere. L'allarme è stato dato con ore di ritardo: anche se non l'avevano vista rientrare, le compagne di stanza non si sono preoccupate né hanno avvertito la polizia. Così soltanto all'alba, dopo le 6, uno studente si è imbattuto in quel corpo martoriato e irriconoscibile. «Non ho mai visto niente di simile», ha mormorato un agente della polizia criminale che, pure, col delitto ha grande dimestichezza: soltanto in gennaio sono stati 56 gli assassinati in Albania e pare che questo mese non rischi di far crollare la media. Un altro rompicapo, dunque, per la magistratura e la polizia che danno l'impressione di essere impotenti e rassegnate. Dunque, i giorni di tensione non sembrano dover mai finire. Ieri Tirana è rimasta al buio per ore, e in città serpeggiava voce di attentati ai tralicci. Si temono le trame dei serbi, il lavorìo delle spie. E ieri, dico no qui, ne hanno hanno beccati tre, di agenti segreti, nella casa di un albanese, presso Peskopie, su al Nord vicino al confine. E subito li hanno trasferiti al quartier generale dello Shik, i servizi segreti Con un elicottero, perché la cosa è seria e bisognava interrogarli al più presto. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Hyseni, Leka, Petra Koci

Luoghi citati: Albania, Tirana