Telefono Azzurro incastra l'allenatore pedofilo di Mario Bosonetto

Telefono Azzurro incastra l'allenatore pedofilo Cuneo: mesi di appostamenti e registrazioni, finché altre piccole vittime lo hanno accusato Telefono Azzurro incastra l'allenatore pedofilo L'arresto dopo la segnalazione dei genitori di un bimbo molestato CUNEO. «Papà, mamma, anche a me è successa una cosa così, con il mio allenatore: mi ha detto che era un giochino, mi ha fatto delle carezze, un po' su tutto il corpo, e poi mi ha dato 10 mila lire». Un racconto misto a vergogna: un bambino di 11 anni si è deciso a farlo subito dopo aver visto in tv con i genitori, una sera di novembre, una trasmissione sulla pedofilia. Padre e madre sono increduli: conoscono bene l'uomo che il figlio accusa, ne hanno piena fiducia. E' stato a casa loro,.gii hanno affidato il bambino decine di volte per portarlo agli allenamenti e accompagnarlo a casa al termine. Sembra impossibile che si sia comportato così. Hanno il sospetto che sia stata la trasmissione a «traumatizzare» il bambino. Eppure il figlio riferisce di altri incontri «strani», non cambia versione. Ne parlano tutta la notte, tra dubbi e preoccu- pazioni; poi la decisione di rivolgersi a Telefono azzurro. Vogliono chiedere aiuto, più che fare una denuncia. Gli operatori li convincono a rivelare altri particolari, ma c'è poco più del nome di una persona e il racconto - comprensibilmente reticente - di un bambino. Lo scarno dossier viene «passato» alla sezione minori della Mobile di Cuneo. Il problema è avere prove certe della molestia sessuale; non rischiare di rovinare la vita a un uomo, incensurato, descritto da vicini di casa, amici e colleglli come un tipo tranquillo, gentile, e conosciuto negli ambienti sportivi come istruttore di diverse discipline, dal calcio, al nuoto, ai tuffi, alla ginnastica preparatoria. E sempre come allenatore delle squadre dei più piccoli. Ha 50 anni, è celibe. Non vuol dire niente: tutti particolari che potrebbero essere serviti solo a dare consistenza alle invenzioni di qualcuno che aveva rancori nei suoi confronti. Si deve agire con prudenza. Tre mesi durano le indagini: appostamenti, registrazioni fatto con microfoni sensibili a distanza e di conversazioni telefoniche. Diversi genitori vengono interrogati: i ritardi nel ritorno a casa dei loro figli dopo alcuni allenamenti, in compagnia di Fausto Cherasco, operaio in una vetreria e appassionato di sport, ora assumono un significato angosciante. Con l'assistenza di psicologi vengono sentite decine di bambini. Altri quattro, oltre all'undicenne che per primo ha fatto il nome del suo allenatore, «confessano» anche se formalmente bisognerebbe dire raccontano - di palpeggiamenti e giochini che avevano lasciati turbati. Gli elementi diventano ^confutabili. La procura di Cuneo ordina l'arresto. Agli agenti che si presentano a casa sua, alla periferia di Borgo San Dalmazzo, Fausto Cherasco dà l'impressio ne di sapere perché lo cercano: nel suo appartamento e in un garage vengono sequestrate centi naiadi cassette e riviste porno. Confessa subito Lo dice, anche: «Finalmente mi libero di un pe so. Mi spiace, sono malato». Per avvicinare le sue;vittime-regslavagiocattoli, piccole'sómme ói denaro, e in alcuni casi solo caramelle, come nel peggior luogo comune. Mario Bosonetto

Luoghi citati: Borgo San Dalmazzo, Cuneo