Assassinato in Iraq il Grande Ayatollah di F. Sq.

Assassinato in Iraq il Grande Ayatollah Gli sciiti insorgono, disordini con morti Assassinato in Iraq il Grande Ayatollah BAGHDAD. La massima autorità spirituale degli sciiti iracheni, l'ayatollah della città santa di Najaf, è stato assassinato assieme ai suoi due figli nella notte tra giovedì e venerdì. La notizia, diffusa solo ieri dagli organi di stampa ufficiali, avrebbe scatenato violenti scontri tra sciiti e forze speciali a Najaf e a Baghdad, nel quartiere periferico di Medina Saddam. Citando dei testimoni, la Cnn ha riferito che le proteste sono state represse nel sangue dalla Guardia repubblicana, e che si contano molti morti e feriti. Analoghe notizie sono arrivate dall'opposizione irachena in esilio, ma ai corrispondenti stranieri non è stato permesso di recarsi sul posto, e un portavoce governativo ha smentito ogni cosa. «Il grande ayatollah Mohammed Mohammed Sadiq al-Sader è stato vittima di una vile aggressione conclusasi con il suo martirio e quello dei suoi due figli», ha riferito l'agenzia ufficiale Ina, aggiungendo che «unità speciali hanno catturato alcuni degli aggressori e sono sulle tracce del resto dei criminali». E' la terza volta che, in meno di un anno, un leader religioso sciita viene ucciso in Iraq. Nel Paese gli sciiti rappresentano il 55% della popolazione (su un totale di 22 milioni), ma il potere è saldamente tenuto dai sunniti. Al-Sader era considerato vicino al governo iracheno, che nel 1992 lo nominò grande ayatollah al posto di Abdul-Kasim al Khoeni, passato a miglior vita. Ma i rapporti con il regime si erano mainati sei mesi fa, quando al-Sader aveva lanciato una fatwa, invitando i fedeli a partecipare alle preghiere del venerdì. L'editto non era piaciuto a Saddam, che l'aveva considerato come un tentativo di acquistare maggiore automomia. Dal Cairo Yussef al-Khoei, figlio del predecessore di al-Sader, ha accusato il governo dell'omicidio del leader religioso: «Dietro questo atto c'è il regime, non abbiamo dubbi. Ultimamente al-Sader aveva cominciato a parlare apertamente contro il governo iracheno». Lo stesso ha detto Abu'Hassan, portavoce del Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq, un gruppo con sede-a Londra: «Irservizi segreti di Saddam Hussein hanno assassinato l'ayatollah e i suoi due figli nel quadro di un piano teso a liquidare i dignitari reli¬ giosi sciiti». In effetti, il 7 gennaio lo sceicco sciita Bashir Husayn Najafi era stato ferito in un attentato costato la vita a tre persone, e l'anno scorso altri due leader sciiti sono rimasti uccisi a Najaf, la città in cui si venera la tomba di Ali, cugino di Maometto e primo imam sdita. Il primo, Ali Mohammad al - B aruj unii, fu ucciso a pistolettate il 21 aprile. Il secondo, Ah Gharavi, fu abbattuto assieme a suo genero, un amico e l'autista il 18 giugno. La morte dei due religiosi, antrambi iraniani, fece precipitare le relazioni tra i due Paesi vicini. In questo contesto si inserisce l'attentato cui sfuggì miracolosamente, il 23 novembre scorso, Izat Ibrahim: il braccio destro di Saddam. In realtà, subito dopo la guerra nel Golfo del 1991, gli sciiti diedero vita nel Sud del Paese ad una massiccia rivolta, impossessandosi di diverse città. Ma l'insurrezione fu schiacciata nel sangue dalla Guardia repubblicana, senza che le truppe occidentali intervenissero. Stavolta le cose andrebbero diversamente: In un'intervista pubblicata ieri, il vice Presidente iracheno Taha Yassin Ramadan ha rivelato come nel dicembre scorso, durante i bombardamenti anglo-americani, «forze terrestri ritenute dell'opposizione entrassero in territorio iracheno» dall'Iran. Ma, «non appena oltrepassata la frontiera, alcuni si sono arresi, altri sono fuggiti ed altri ancora sono stati uccisi», [f. sq.]

Persone citate: Ali Mohammad, Medina Saddam, Mohammed Mohammed Sadiq, Najafi, Saddam Hussein, Sader, Taha Yassin Ramadan, Yussef

Luoghi citati: Baghdad, Cairo, Iran, Iraq, Londra