Tokyo, ecco i ragazzi dello zoo di Toscani di Stefano Mancini

Tokyo, ecco i ragazzi dello zoo di Toscani Il catalogo Benetton ispirato alle tribù giovanili giapponesi Tokyo, ecco i ragazzi dello zoo di Toscani TOKYO DAL NOSTRO INVIATO Una ragazzina dagli occhi a mandorla e i capelli color argento, la lingua di fuori con il piercing, anello al naso, anello di forma indefinita e ^definibile al dito, catena di plastica colorata al collo, telefonino in mano personalizzato da una serie di ciondoli. Titolo: «Bambole kokeshi». Così la copertina del nuovo catalogo primavera-estate di Benetton, firmato come sempre da Oliviero Toscani. Nelle pagine interne è un mescolarsi di colori, di improbabili abbinamenti tra moda occidentale e capi della tradizione orientale, di stile infantile (calzettoni colorati) e seduzione (reggicalze), di sete e di giubbotti borchiati. «Vivere è vedere entrambi i lati delle cose», dice Banana Yoshimoto, la scrittrice giapponese che ha scritto l'introduzione ed è intervenuta alla presentazione del catalogo a Tokyo. Le «kokeshi» sono le bambole tradizionali citate nel suo racconto, creature in cerca di vestiti che siano perfetti per loro. «La creatività, la fantasia e l'insofferenza per ogni regola imposta sono l'essenza della vera moda», sottolinea Toscani. Nel suo cast, soltanto «modelli di strada». Un'ottantina di ragazzi I fra i 13 e i 24 anni, tutti del quar¬ tiere Omote Sando, accomunati nella vita di tutti i giorni dal modo eccentrico di vestirsi, di pettinarsi, di mostrare il loro corpo. «Per la prima volta un catalogo United Colors of Benetton è basato su un'espressione di moda», spiega ancora il fotografo. Le sue immagini pubblicitarie per il gruppo veneto in passato hanno raccolto censure e condanne morali in tutto il mondo («ma non in Giappone», puntualizza lui). Più consensi hanno ottenuto i precedenti cataloghi ambientati a Corleone, Gerusalemme e tra i disabili tedeschi del Rupholding. Ora è toccato a questa tribù di giovani di Tokyo che compra vestiti e accessori coloratissimi e poi li abbina nel modo più anticonvenzionale possibile. «Ho voluto mostrare come anche in una società omologante come quella giapponese esistono espressioni estreme - aggiunge Toscani -, Abbiamo anche trovato la collaborazione di Tim e Procter fr Gamble. Una volta, invece, in Italia nessuno voleva affiancare a noi il proprio nome». Sul catalogo, che sarà tradotto in una decina di lingue e distribuito in 64 Paesi e milioni di copie, ognuno dqi protagonisti ha raccontato mi pezzetto della propria storia: lavoro, affetti, aspirazioni, sogni nel cassetto. Emerge una voglia di ribellione stemperata dal senso della disciplina. Takeda, 17 anni, studente: «Mia madre mi ripete sempre di mettermi camicie, pantaloni e scarpe normali. E io le dico di andare a mettersi il kimono». Suzaki, 16 anni, studentessa: «A scuola sono calma e obbediente, ma quando sono in giro mi scateno. Con i miei amici faccio le ore piccole, poi andiamo in un locale, ordiniamo un gelato e sonnecchiamo a turno con la testa appoggiata sul tavolo». Sasaki, 24 anni, commesso: «Sapere quando è il momento di lavorare e quando è il momento di divertirsi e scatenarsi fa parte dell'educazione. Lo stile è il segreto per apprezzare la vita». Bandoli, 21 anni, pugile: «Il mio cuore è in tutto e per tutto giapponese. Questo significa che per me ogni giorno è come Capodanno, come se avessi un sacco di progetti per l'anno nuovo. Il futuro non mi preoccupa più di tanto. Faccio una cosa alla volta». Questi ragazzi sono il seme di una rivoluzione culturale capace di trasformare il più tradizionalista dei Paesi industrializzati? Risposta Benetton: «Difficile dijrlo. Certo che, quando abbiamo fatto le selezioni, arrivavano tutti accompagnati dai genitori». Chissà se fra qualche anno non incontreremo anche loro in fila per i saldi in via Montenapoleone. Stefano Mancini

Persone citate: Banana Yoshimoto, Bandoli, Oliviero Toscani, Procter, Sasaki, Takeda, Toscani

Luoghi citati: Corleone, Gerusalemme, Giappone, Italia, Tokyo