Mastella-Cossiqa, oggi Poro della verità di Fabio Martini

Mastella-Cossiqa, oggi Poro della verità Il fondatore: non mi occupo più di questi contrasti. E Sanza avrebbe già contattato De Mita Mastella-Cossiqa, oggi Poro della verità Udr nel caos, Buttiglione media: Vex Presidente verso il Ppi? ROMA. A Paestum, a Paestum! Sul volger della sera, la più spassosa e cruenta giornata mai vissuta dall'Udr si chiude con questo annuncio: soltanto oggi, alle cinque della sera, nel cine-teatro Ariston di Paestum Clemente Mastella farà conoscere il suo verbo e solo a quel punto, forse, si potrà scrivere una parola fine nella sciarada dell'Udr. Ma gira gira, l'enigma resta sempre lo stesso: Cossiga e Mastella, la più bizzarra coppia della politica italiana, divorziano o restano insieme? E ancora: l'Udr andrà alle elezioni europee da sola (come vuole Mastella) o assieme al Ppi e a Dini, come vorrebbe Cossiga? Ma lo scenario da Magna Grecia del comizio mastelliano e l'evocazione cechoviana non devono trarre in inganno: negli ultimi due giorni dentro l'Udr si è consumata una rappresentazione che somiglia molto ad una sceneggiata napoletana. Gli ingredienti alla Mario Merola ci sono tutti: il tradimento (con Angelino Sanza di nuovo «invaghito» e «corteggiato» da Ciriaco De Mita); le piazzate a suon di urla (Mastella che nel pieno di una discussione grida: «Di Sanza non me ne frega niente e neanche di Cossiga!»); i colpi di scena fumantini, come quando Cossiga, dimissionario da presidente onorario dell'Udr, ha lasciato capire ai mastelliani che la disponibilità del simbolo è sua e dunque... E dunque? Per comprendere l'ultima, pasticciatissima sceneggiata di casa Udr va fatta una premessa, essenziale per seguire il plot: Cossiga non si è mai convinto dell'utilità di correre da soli (e incassare una percentuale modesta) alle europee, ma visto che Mastella la pensa diversamente, l'ex Picconatore ha fatto circolare un'ipotesi clamorosa: quella di entrarci lui nel Ppi, magari assieme a qualche amico. E' in questo quadro che tre giorni fa, all'orecchio di Mastella arriva un venticello: il capo della sua segreteria, Angelo Sanza, sarebbe in trattative segrete con Ciriaco De Mita e cioè con colui che ai tempi della'Sinistra de è stato il capocorrente e il «padre padrone» di entram- bi, di Mastella e di Sanza. Vero? Falso? A piazza del Gesù, secondo gli stilemi della sceneggiata, tra Mastella e Sanza volano urla e insulti in dialetto lucano-sannita. Ma qualcosa di vero deve pur esserci nella storia del feeling, se è vero che il ministro Salvatore Cardinale, l'altro uomo forte dell'Udr, confida: «Sanza ha chiesto anche a me se voglio andare nel Ppi...». Insomma un bel pasticcio. Sanza offre sul piatto le sue dimissioni, inizia una trattativa snervante tra le due anime del partito e in due giórni di tira e molla accade di tutto: i cossighiani arrivano a chiedere un'altra vicesegreteria per Paolo Naccarato, ai tempi della De «general manager» di Vincenzo Scotti. Inabissatosi ai tempi di Tangentopoli, Naccarato è una «ri-scoperta» di Cossiga: l'ex Capo dello Stato gradì molto un Capodanno trascorso in casa Naccarato, da quel momento diventato filtro-stampa del Picconatore. E così, con la possibile vicesegreteria Nacoarato per qualche ora sembra materializzarsi la «maledizione di Casini»: nelle ore calde della separazione tra Casini e Mastella, il bel Pier disse all'amico Clemente: «Tu te ne vai con Cossiga, ma il tuo destino sarà quello di parlare al telefono con Naccarato!». Alla fine anche la questioneNaccarato si stempera e torna in primo piano quella decisiva: come si va alle elezioni? Sanza e Buttiglione, con Cossiga alle spalle, spingono per stringere da subito un rapporto organico con il Ppi, Mastella e Cardinale rispondono che se ne parlerà dopo le. elezioni, «anche perché i popolari non ne vogliono sapere di noi». Ma in attesa di vedere come finisce con il Ppi, Mastella e cossighiani trovano un compromesso: intanto facciamo una fusione tra i gruppi parlamentari dell'Udr e quel che resta (poco) dei gruppi parlamentari di Rinnovamento italiano. Ma l'accordo tra Cossiga e Dini non piace a Mastella: quelli di Rinnovamento, per quanto ridotti al lumicino, vorrebbero la presidenza del gruppo parlamentare del Senato. «Non se ne parla!», tuona Mastella. Anche perché Mastella e i suoi-coltivano un altro dubbio: chi ci assicura che in questo clima, prima o poi Cossiga e i suoi non aderiscano ai gruppi parlamentari del Ppi? E' in questo clima di sospetto (con Sanza che prima ha dato le dimissioni, poi le ha ritirate e infine le ha confermate) che a fine giornata Cossiga diffonde un comunicato meno esuberante del solito: «Mi sono dimesso e non porto attenzione ai contrasti, che pur mi addolorano, nell'Udr», mentre il progetto che sta ora a cuore all'ex Capo dello Stato è questo: «Un processo di unità dei cattolici democratici e dei laici riformisti in un soggetto politico di centro, nell'orizzonte di quel Ppe in cui si sono già incontrate le radici cristiano-democratiche, protestanti e cattoliche, gli ideali liberal-democratici». Fabio Martini

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