Arriva il sì alle primarie

Arriva il sì alle primarie Arriva il sì alle primarie // candidato dell'Ulivo deciso dalla base il Il Alle primarie, alle primarie. Bologna sarà la prima città a chiedere aiuto ai cittadini per scegliere un candidato sindaco: la decisione dell'Ulivo è arrivata ieri sera, sciogliendo l'impasse che durava orami da settimane, tra i veti incrociati delle varie anime della coalizione sui reciproci candidati, buon ultimo il no di Paolo Giuliani, segretario Ppi molto vicino a Andreatta, alla diessina Silvia Bartolini. E allora, che decida la base. Regista dell'operazione è il coordinatore provinciale Filippo Boriani, verde, che non ha mai smesso di condurre consultazioni. «L'obiettivo di tenere unita la coalizione è raggiunto - commenta con un sospiro di sollievo -. E' un'occasione unica in Italia: in una grande città la scelta del candidato sindaco è compiuta con il concorso T^riSZ^SS&Sà dei cittadini». Quanto alle «regole», per candidarsi saranno necessarie 400 firme, nessun partito potrà però raccoglierle. Una convention della coalizione voterà i candidati ammessi. Vincerà chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti. Un ruolo non secondario nella decisione ha giocato l'appello per le primarie pubblicato sull'edizione emiliana di Repubblica di ieri: una pagina a pagamento firmata da Lucio Dalla e Vasco Rossi, Samuele Bersani, Michele Serra e Stefano Bonaga. Ma anche dallo stilista Massimo Osti, il sociologo Marzio Barbagli, gli artisti Marcello Jori e Andrea Renzini, e poi tanti studenti, disoc¬ cupati, baristi, impiegati. «Troppo complessi e numerosi sono i problemi e troppo rapide le trasformazioni perché il sistema politico possa pensare di affrontarli avvolgendosi in se stesso - vi si leggeva -. Non lasciate che la politica diventi sempre più un mero concorso fra i candidati più bravi a fare i candidati. Per darvi aperta fiducia i rittadini hanno bisogno di riceverne apertamente». L'appello è solo la punta dell'iceberg del malessere della politica emiliana, in fibrillazione dopo la scelta di Antonio La Forgia di lasciare i Ds e l'incarico di presidente della Giunta regionale per salire sul treno di Prodi. In questo quadro non facile, i Ds cercano faticosamente di riannodare i fili della loro strategia politica con un congresso regionale (da oggi a venerdì) che si annuncia quanto mai delicato, n titolo beneaugurante, «Passaggio al futuro, l'innovazione, la sicurezza, il buongoverno», deciso senza dubbio in giorni più tranquilli, non rispecchia la tensione del momento, una vera e propria crisi di identità. E al Parco Nord, tra gli scomodi ricordi di oceaniche Feste dell'Unità, la Quercia cerca difficui risposte. C'è rabbia per l'addio di La Forgia: «Un brutto colpo» per Daniele Alni, capogruppo Ds in regione; «Un errore politico grave», per Fabrizio Matteucci, segretario regionale. Si «rammarica» Veltroni, secondo cui «l'errore politico» di La Forgia è «molto serio, anche se resta la stima, perché non si possono cancellare tanti anni di militanza comune con un gesto». Proprio Veltroni tirerà venerdì le somme della manifestazione. «Ci sarà un mio intervenU' - precisa lui - però non solo su Bologna. Stiamo facendo un'operazione di innovazione del partito molto radicale, di cui abbiamo già i primi segni». Solo Occhetto spezza una lancia a favore del dimissionario: «Merita da parte di tutti, per correttez¬ za, serietà e consistenza delle motivazioni, il massimo rispetto e attenzione. Voglio espiimergli comprensione e affetto in un momento certamente non facile del suo coraggioso e intelligente percorso politico». In questo momento l'unica a godere è l'opposizione. Forza Italia non risparmia le critiche, paragonando lo scontro «all'ultimo ballo sul Titanic. La Forgia abbandona la nave dei Ds che affonda» e addita le giunte conquistate a Parma e Piacenza, dove si è lavorato «per l'alternativa a un potere logoro e senza idee». Mentre per la Lega «le ammissioni, scontate fin dalla bocciatura della legge Rivola, sono il chiaro segno della confusione, non solo politica, della maggioranza». Per tutti, un solo rimedio possibile: «Immediate dimissioni della giunta e nuove elezioni». Ma certo non sarà un voto a sanare ferite così profonde. Raffaella Silipo P^10^^de\ certto b Sfew*^ ^tìSSSSS ~t*Zm'»>*i ****~o^S«*! il Il XÌ.O».» T^riSZ^ "i^^*^"* %.*->>*>"ZX< SS&Sà ^jrzz, s^ws ^?-^Er SJSjS&S* ^ù'Z**"*™ La pagina di giornale comperata dai vip bolognesi per chiedere le primarie

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