In marcia verso Bruxelles

In marcia verso Bruxelles Cinquantasei mezzi si sono mossi da Verona per la capitale belga dove lunedì si riuniranno i ministri europei dell'agricoltura In marcia verso Bruxelles Ma i gendarmi fermano i primi trattori ROMA. La marcia su Bruxelles è partita, gli allevatori italiani sembrano decisi a far recedere l'Europa dal proposito di far pagar le quote-latte. Anzi, vogliono che dal 2000 siano abolite, per sempre. Ma l'impresa si presenta assai difficile. Ieri mattona 56 trattori si sono mossi da Verona, destinazione la capitale dell'Unione Europea, dove contano di arrivare in tempo per la manifestazione del 22 febbraio, giorno in cui è prevista una riunione dei ministri europei dell'Agricoltura. Trasportano allevatori veneti e lombardi, in rappresentanza dei comitati sorti contro il regime delle quote latte. Un viaggio «stressante e faticoso», come lo descrivono gli stessi protagonisti, che durerà 5 giorni. Nella serata di ieri la prima sosta, a Feldkirch, in Austria. Ai rappresentanti italiani a Bruxelles sarà chiesto di impegnarsi aftinché sia raggiunta l'unanimità dei consensi sulla ridistribuzione delle quote, «perchè solo questo pieno accordo - spiega, dal suo Landini, Vilmare Giacomazzi, uno dei leader dei Cospa (Comitati spontanei) - permetterà agli Stati che si sono dichiarati contrari alla proroga delle quote di rivolgersi alla Corte d'appello del Lussemburgo». Un obiettivo non facile, se il ministro per le Risorse agricole, Paolo De Castro, ricorda che per ora «gli unici nostri alleati sono Svezia, Inghilterra e Danimarca: cioè siamo in quattro contro 11. Quindi, men- tre combattiamo questa battaglia per l'eliminazione delle quote, dobbiamo prepararci a portarne a casa di nuove, più adeguate alla capacità produttiva dell'Italia. Agli allevatori in marcia verso Bruxelles mando a dire che i fatti vi saranno nelle prossime settimane: stiamo conducendo una battaglia straordinaria per l'eliminazione delle quote latte, a partire dall'agricoltura dell'Italia centro-settentrionale. La spedizione di protesta è stata organizzata in ogni dettaglio. I partecipanti alloggeranno in alberghi prenotati da tempo (ognuno si è tassato di tre milioni per sostenere le spese) e sono stati ottenuti i permessi per l'attraversamento del Belgio. Non si è dimostrata altrettanto preparata l'avanguardia della manifestazione, una decina di mezzi in gran parte targati Bologna: domenica è stata fermata dalla polizia alle porte della cittadina di Chastre, mentre si dirigeva verso l'autostrada che porta alla capitale belga, perché i trattori non possono viaggiare su questo tipo di strade. I cobas emiliani sono comunque partiti con container dove possono dormire e ripararsi dalle basse temperature del Belgio. Nonostante la sosta forzata l'atmosfera fra gli agricoltori emiliani e i gendarmi belgi è rimasta buona. Intanto chi è rimasto a casa consolida i presidi. Come a Vancimuglio (Vicenza), da dove Ruggero Marchioron, guida dei Cospa pado¬ vani, preannuncia nuove forme di protesta e «un evento clamoroso» per giovedì. Cobas del latte di nuovo sul piede di guerra anche in Piemonte: circa trecento trattori provenienti dalle province di Torino, Asti e Cuneo - si sono riuniti nei pressi del casello di Carmagnola dell'autostrada Torino-Savona. Tornano gli allevatori anche sulla via Aurelia, alle porte di Roma: a Torrimpietra cinquanta mezzi e il solito tendone segnalano che la sosta non sarà breve. E risorge il presidio sul ponte del Po, a Piacenza, dove 51 mezzi sono parcheggiati da ieri ah'imbocco del ponte sulla via Emilia. [p. poi] Dal Piemonte al Veneto tornano i presidi di protesta contro le quote latte De Castro pessimista I 56 trattori italiani in marcia verso Bruxelles, 5 giorni di viaggio

Persone citate: De Castro, Paolo De Castro, Ruggero Marchioron, Vilmare Giacomazzi