Scafaro; nessun vertice segreto di Renato Rizzo

Scafaro; nessun vertice segreto Un presunto summit di costituzionalisti aveva rilanciato le voci sull'abbandono anticipato Scafaro; nessun vertice segreto // «giallo» delle dimissioni VERCELLI DAL NOSTRO INVIATO «Presidente, lei ha spesso ripetuto che le scadenze naturali vanno sempre e comunque rispettate. E' ancora di quest'idea, oggi?». Oscar Luigi Scalfaro si ferma davanti al gruppo dei giornalisti, ma subito si scrolla di dosso l'interrogativo che sottintedeva una risposta sulle sue possibili dimissioni anticipate. No, non replica alla domanda, ma parte a freddo con sferzata che rompe gli abituali schemi di chi, da sempre, usa la felpatezza e la tangenzialità come regola: «Io sono dell'idea che la stampa dovrebbe avere un briciolo di serietà» osserva tutto d'un fiato. Poi fa, come si dice, nomi e cognomi: «Leggere sul "Corriere della Sera" che c'è stato un incontro segreto con dei costituzionalisti, è solo mancanza d'un minimo di serietà». Quindi taglia eventuali altre domande sulla bocca dei cronisti con un definitivo: «Auguri, a domani». La notizia che ha fatto scattare la rabbia del Presidente parla di un «consulto» avvenuto sabato nella tenuta di Castelporziano per mettere a punto le strategie del Colle in vista d'una stagione politica che s'annuncia arruffata e che vede nell'eventuale abbandono anticipato di Scalfaro e nel prossimo conclave per le elezioni presidenziali lo snodo cruciale. A difesa dell'attendibilità delle proprie informazioni il quotidiano di via Solferino replica con una nota della direzione in cui si prende atto delle parole del capo dello Stato, ma si afferma che la ricostruzione dell'incontro riservato è basata su «fonti molto qualificate della stessa Presidenza della Repubblica» (ma il Colle ha subito smentito qualunque contatto di collaboratori del Quirinale con esponenti del quotidiano). E, d'altronde «è legittimo che il Capo dello Stato svolga consultazioni per esaminare la situazione». Gelido silenzio del Quirinale appena rotto da qualche indiscrezione che, ancora, parla di rabbia. Riferendosi in particolare a quell'aggettivo, «segreto», e alla sua carica evocativa così assimilabile a quella d'un «complotto». Per che cosa, poi? Per quelle ventilate dimissioni che stanno mettendo in subbuglio i Palazzi in un consultare di calendari e che sul Colle ancora oggi continuano a definire «un'ipotesi accademica»? Smentito qualsiasi incontro con costituzionalisti, allora. Ma pare certo che di incontri, proprio nella tenuta di Castelporziano, ve ne siano stati parecchi, tra venerdì (giorno in cui è stata annullata con spiegazioni non del tutto convincenti, una visita nel Verbano) e domenica: a colloquio con il Presidente sono giunti i leader poli- tici (si dice anche D'Alema e, forse, lo stesso Berlusconi) in un giro di consultazioni che ha interessato praticamente tutti i partiti. E certo si è discusso anche dei molti inciampi che Oscar Luigi Scalfaro ha trovato e troverà sul proprio cammino e, forse, sui propri disegni. Così ieri mattina, a Vercelli, durante la cerimonia per l'inaugurazione dell'anno accademico di quest'Università del Piemonte Orientale, lui ne ha lasciato intrawedere il fastidio. Si rivolgeva agli studenti, ma i suoi veri interlocutori parevano altri, ben lontani. Parlando del «po' d'intelligenza e del tanto cuore» che occorrono per andare incontro aU'avvenire, il Capo dello Stato ha accennato alla difficoltà di certi percorsi ad handicap: se è vero che certi «ostacoli sono, a volte, prevedibili» ci si può, invece, trovare di fronte ad altri più maligni ed inattesi «messi ad arte da qualcuno per vedere se si è in grado di superarli». Ovvio il rimando ai nodi che s'intrecciano nel cammino della politica e a quella corsa al Quirinale che, nei fatti, potrebbe partire sin da domani, con la chiusura del faccia a faccia fra D'Alema e Berlusconi. Quali sono gli ostacoli che potrebbero rendere accidentato il domani secondo Scalfaro? Eccone alcuni. Innanzi tutto l'ipotesi d'un mancato, ampio accordo sulla nuova legge elettorale, quindi il rischio che il referendum possa in qualche modo depotenziare la politica e, per chiudere, quella sorta di fatwa lanciata contro di lui da Fini con un veto mirato e personale ad un'eventuale rielezione. Il Presidente sa bene che nominare il Capo dello Stato dopo la consultazione popolare significa correre il rischio che sul Colle salga un uomo praticamente imposto da referendari, probabili vincitori. E, forse, ancora spera che se si dovesse raggiungere un accordo sulle riforme potrebbe riaffacciarsi quell'ipotesi tanto praticata fino a qualche mese fa e poi lasciata completamente cadere: una sua rielezione a tempo. Renato Rizzo Il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro

Persone citate: Berlusconi, D'alema, Oscar Luigi Scalfaro, Scafaro, Scalfaro

Luoghi citati: Piemonte, Vercelli