Un cuore artificiale «canto q quello malato di Angelo Conti

Un cuore artificiale «canto q quello malato Eccezionale intervento alle Molinette su una ragazza che ora vive grazie alla biopompa Un cuore artificiale «canto q quello malato // muscolo bloccato da un 'infezione Si chiama Maria, ha 32 anni, ed è biellese: l'influenza le aveva bloccato il cuore, ma da due giorni vive grazie ad una biopompa che garantisce sia la funzione cardiaca sia quella polmonare. Ora il suo cuore sta riposando, per cercare di sconfiggere una grave infezione. I medici della cardiochirurgia delle Molinette hanno così impiantato, per la prima volta in Piemonte ed ima delle prime volte in Europa, mi «cuore artificiale totale» per consentire al muscolo cardiaco della giovane paziente di superare la fase acuta dell'infezione virale. Solo dopo si valuterà se il cuore potrà riprendere da solo una normale funzionalità, oppure se sarà necessario un trapianto. Il cardiochirurgo Michele Di Stimma spiega: «Le condizioni della ragazza restano molto gravi, quando è arrivata da noi era realmente nell'anticamera della morte. E' mia battaglia, siamo hi trincea, ma le risorse della scienza e della medicina ci consentono di avere almeno una speranza». E' cominciato tutto la sera del 4 febbraio. Maria, ragazza bionda, di corporatura media, sta benissimo ed è tutta presa dalla sua vita di lavoro. Ma quando toma a casa si sente un po' di febbre, la notte la temperatura sale, ed il giorno dopo è facile diagnosticare un'influenza «australiana». La febbre resta alta, come accade spesso neh'attuale epidemia, ed il medico di base prescrive gli antibiotici, che però non sembrano sortire effetto. La ragazza viene allora ricoverata a Biella, ma presto insorgono problemi di funzionalità generale, al punto che si decide, martedì pomeriggio, il suo trasferimento alla Rianimazione delle Molinette. Qui l'aggravamento continua e venerdì a mezzogiorno viene diagnosticata una miocardite: il virus influenzale l'ha colpita proprio al cuore. La giovane paziente è trasferita nella divisione di Cardiochirurgia diretta dal professor Di Summa. «La funzionalità renale era bloccata - spiega il cardiochirurgo - e quella epatica poteva fare la stessa fine da un momento all'altro: esisteva un immediato pericolo per la vita della ragazza. Abbiamo deciso per l'impianto di un cuore artificiale con assistenza totale». In altre parole non ci si è fermati all'adozione del già noto Novacor, un cuore artificiale di prima generazione che può supplire solo parzialmente all'attività cardiaca, ma si è deciso di supplire completamente alla funziona del cuore ed a quella dei polmoni con ima macchina esterna di circolazione estracor- porea dotata di ossigenatore, con l'ausilio di un contropulsatore. «La risposta è stata subito positiva, con la ripresa dell'attività renale e con un miglioramento generale delle condizioni della paziente, che resta comunque sotto leggera anestesia. La più recente ecografia dimostra anche un beve miglioramento della situazione cardiaca. Il cuore della ragazza è comunque a riposo: continua a battere, ma lo fa praticamente a vuoto e quindi con uno sforzo minimo: tutto il lavoro è sulle spalle della biopompa». L'adozione dei cuori artificiali è una nuova frontiera: «Risulterà utile anche nel post operatorio, in caso di decorsi travagliati, oppure per portare al trapianto pazienti in condizioni disperate». Proprio in tema di trapianti c'è grande impegno, in queste ore alle Molinette, per risolvere una crisi di rigetto che ha colpito una ragazza di 22 anni, trapiantata 4 anni fa ed ora colpita da crisi di rigetto. Avrà un cuore nuovo appena sarà disponibile mi donatore «gruppo zero». Intanto la Cardiochirurgia delle Molinette ha comunicato i dati relativi al periodo agosto '97 - dicembre '98, quello che ha visto il prof. Di Summa dirigere il reparto al terzo piano ed il prof. Poletti quello del quinto. Ci sono stati 1001 interventi, 908 dei quali in circolazione extracorpo- rea e 42 trapianti. La mortalità ospedaliera negli interventi in «cec» (cioè quelli che richiedono la fermata del cuore) è stata del 5,1%, mentre su 42 trapianti di cuore solo uno ha avuto esito infausto (con mortalità del 2,3%). Risultati che pongono le Molinette al livello dei migliori centri nordamericani. Angelo Conti Il prof. Di Summa: «Senza l'operazione la vita della giovane era ormai segnata» Il professor Michele Di Summa che ha eseguito l'intervento a Cardiochirurgia delle Molinette k*::ì;S'?::':S':;:::

Persone citate: Di Summa, Michele Di Stimma, Michele Di Summa, Poletti

Luoghi citati: Biella, Europa, Piemonte