Scrittore ti voglio parlare

Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare CARO Scrittore ti voglio parlare, mi farebbe un immenso piacere rispondere, se me lo permetti, al Kollettivo Kinefilo Post-Komunista (ed al caro Alias) che, nella lettera pubblicata sul numero 516, si poneva l'inquietanta dilemma: Budapest o Torino? Una settimana prima di leggere la gustosa letterina nella tua rubrica, ho visto l'episodio incriminato di «Me Gyver» durante il mio distratto zapping-mattutino-dadisoccupato-errante (che mi ha fatto tornare alla memoria i bei tempi in cui facevo lo zappingpomeridiano-da-studente-svogliato). La trama era leggermente diversa da come esposto dai Kompagni, ma vale la pena ricordarla: il personaggio principale deve ritrovare e riportare in patria un cipollone (orologio che contiene i nomi delle spie russe infiltrate negli USA, o viceversa), fa amicizia con un gruppo di zingari ungheresi che l'aiuta nell'impresa a patto che se li porti tutti in America, pretesto della gara di rally per fuggire (le auto sono delleMini-Minor). E qui arriviamo all'inseguimento, dove sono riuscito ad identificare una manciata di luoghi assolutamente taurinensi: 1) Ouverture con slalom sotto i portici di via Roma (avete capito bene, le vetture scorrazzano sotto i portici, non in strada; si distinguono chiaramente le insegne LA STAMPA e AC- CUZ; quest'ultima non è la marca di pinzatrici di Pécs, provate a leggerla al contrario). 2) Un paio di «prove su strada» nella pista sopra il Lingotto, con panorama degli «splendidi esempi di architettura da Socialismo Reale»: della serie facciamo passare come normale un inseguimento sopra un palazzo che, per giunta, è dotato di pista con curve paraboliche. 3) Gran finale con traversata biblica sulle acque del «danubiano» Po, con veduta, sullo sfondo, di ponte Vittorio Emanuele I e del Monte dei Cappuccini. Arrivo improvviso al confine Austro-Ungarico in piena brughiera... Fine. Sperando di aver tolto l'amletico dubbio ai Kompagni del KKPK (che virtualmente ed indefessamente abbraccio), ti saluto. Astemio. P.S. Il produttore della serie è Henry Winkler, il «Fonzie» di «Happy Days». HEY! ! Caro Astemio, pubblico con piacere la tua lettera che, ti confesso, ha estirpato l'amletico dubbio anche dalla mia mente. Devo ammettere che leggendola non ho potuto fare a meno di pensare come l'alcolismo fosse una piaga assai diffusa tra i giovani d'oggi; poi, però, quel tuo P.S. a proposito di Henry Win- kler mi ha convinto della veridicità delle tue parole. A questo punto proporrei di: A) Intitolare a Me Gyver la prossima edizione del Torino Film Festival; B) Intitolare a Me Gyver una sezione del costruendo Museo del Cinema; C) Proiettare l'episodio di Me Gyver ambientato tra via Roma e il Po in piazza San Carlo su maxi-schermo, possibilmente in assenza di una qualsiasi delle sorelle Carlucci. EHYH Caro Scrittore ti voglio parlare, mi sono addormentato sul sedile della mia auto parcheggiata in via Corradino a ridosso di piazza Bengasi. Effettivamente esiste il segnale che vieta la sosta, ma la via è talmente larga e neanche troppo trafficata, che una fila di ferraglia con le ruote è assolutamente ininfluente. Mentre dormivo saporitamente la mia mente si immergeva in un morbido sogno... Sognavo che «fenomenali» civich intervenivano prontamente a multare e asportare le automobili comodamente parcheggiate in riva al mercato di piazza Bengasi, in quel tratto dove via Nizza muore e diventa Moncalieri: questa sì, arteria trafficatissima e bisognosa di corsie pulite, non ingombrate da auto o cassette di legno che tengono il posto a qualche ambulante buontempone. Sognavo immarcescibili civich che correvano immediatamente a liberarmi il portone del garage (situato anch'esso in riva al mercato), preso in ostaggio da un paio di clienti dei circostanti negozi. Sognavo che rudolphgiuh'anissimi civich, oltre ad allontanare i 23/24 parcheggiatoli abusivi che giornalmente rallegrano il parcheggio in riva al mercato (per carità, uno splendido ed affiatatissimo gruppo al quale si può tranquillamente lasciare del denaro così da poter ritrovare intatte le proprie lamiere...), liberavano la piazza camping dai vari furgoni, camioncini e camper che fungono da ricovero per qualsiasi viandante passi nella nostra contea. Mi sono svegliato e sul parabrezza ho trovato una giustissima multa da lire 58.000, che meticolosissimi civich... Lettera firmata. Caro Lettera Firmata, complimentiper la tua attività onirica, e per la tua capacità di ricordarne in Technicolor le sequenze dei tuoi sogni: per lu verità un po' monotematici. Sei sicuro di non provare l'inconfessato desiderio di fare il civich? Alposto tuo mi rivolgerei anche a un medium: può darsi che, in una delle tue vite passate, fossi un civich. Nel caso, facci sapere.

Persone citate: Carlucci, Henry Win, Henry Winkler, Vittorio Emanuele I

Luoghi citati: America, Budapest, Moncalieri, Torino, Usa