CARNEVALE ANTEGUERRA

CARNEVALE ANTEGUERRA CARNEVALE ANTEGUERRA Quando Giacometta era eletta dai pittori e scultori torinesi QL Po scorreva lento, limpido, con prati verdi e intatti alle sponde» - racconta Adriana Vigano, torinese da generazioni - Un idrovolante sfiorava le sue acque ancora ecologicamente pure. Poche case sparse qua e là: era il 1929. Torino, bella nello splendore monumentale e gioiosa in occasione del suo sontuoso canevale. Il postiglione guidava la carrozza, appartenuta a Costantino Nigra, con la scritta «Torino - Callianetto e viceversa». (Callianetto, nell'Astigiano, è la tradizionale patria di Gianduja). Sul tetto della vettura troneggiava il «Tesoro Agrario», una composizione allegorica di prodotti della terra come verdure, frutta, aglio, zucche. La carrozza, scortata dalle milizie sarde, percorreva via Po con Gianduja, il cav. Arturo Gianetto, e Giacometta, Adelaide Bosco Vigano, mia madre. Ormai non è più tra noi, ma mi raccontava sempre di quella sua indimenticabQe esperienza che ricordava con tanto orgoglio e gioia. L'avevano eletta i pittori e gli scultori dell'epoca (Arduino, Monti, Nicco, Giani...), lei, torinese da generazioni e così corrispondente ai canoni della bellezza piemontese. Il ballo a Palazzo Reale, al Circolo degli Artisti, l'omaggio al Principe di Piemonte e alle autorità, il percorso via Garibaldi dove il torrente di folla s'incanalava e poi si faceva marea in piazza Castello e fiumana in via Roma. Le visite agli istituti e agli ospedali, al teatro dei Fratelli Lupi, la serata al teatro Vittorio Emanuele, dove Gianduja e Giacometta accolsero il saluto delle maschere italiane con i loro stendardi: Sardi e Canavesani, Valsesiane e Valsusine, Biellesi e Calabresi, Menenghino e Cecca, Pantalone, Arlecchino, Brighella... Un ricordo indelebile della sua vita, perché il bel tempo passato, serve anche a sopportare le delusioni, i disastri delle guerre, le inevitabili discrepanze dell'esistere. Il costume di mia madre era bellissimo, il cappellone era ornato di trine e pizzi, spighe di grano, ranuncoli, papaveri e fiordalisi... Anno 1949: quell'anno Giacometta è Paola Bosco Vianino, sorella di mia madre e vedova di guerra, Gianduja ancora il cav. Arturo Gianetto. Ora mia zia ha la veneranda età di 92 anni, portati splendidamente con una verve augurabile a tutti. Quello fu il «suo» Carnevale dopoguerra, liberatorio con la voglia decuplicata di trascorrere qualche giorno di allegria, per dare una sferzata al triste lunghissimo periodo trascorso. Il commendator Colombino, presidente della Famija Turineisa, l'aveva interpellata per rappresentare la maschera torinese. L'esperienza fu bellissima anche per lei; furono otto giorni di regno, con ricevimento dal sindaco Coggiola, dal prefetto Calcaterra, dal cardinal Fossati. Il carro era un antico landeau trainato da quattro cavalli bianchi. Gianduja e Giacometta volarono nel cielo terso di Torino con un elicottero... per andare a trovare più velocemente anche i bimbi ammalati negli ospedali. C'erano molta allegria e serenità, sfilate di carri allegorici, la gente applaudiva, con tanta voglia di divertirsi anche con poco. Coriandoli, stelle filanti, caramelle Gianduja... E gli occhi della zia brillano ancora... sul filo della memoria! Nella foto: a sinistra Paola Bosco Vianino, al centro Gianduja, il cav. Gianetto, e a destra Maria Adelaide Bosco Vigano.

Luoghi citati: Piemonte, Torino