La sfida del martedì di Paolo Ferrari

La sfida del martedìLa sfida del martedì PUÒ' ancora rinnovarsi il rock? Sì, purché accetti di trasformarsi da goleador in centrocampista, per mettersi al servizio della squadra di suoni e atmosfere a tutto campo del pop odierno. Un bizzarro destino concentra a Torino, nella serata di martedì 16, due punti di vista americani non certo vicini tra loro, ma entrambi autorevoli, con i concerti dei Mercury Rew (nella foto), al Barrumba di via S. Massimo 1 (inizio dopo le 23, ingresso e consumazione 25.000 lire), e dei June Of 44, al Supermarket di via Madonna di Campagna 1 (12.000 lire, ore 22, spalla gli emiliani Three Second Kiss). Riemersi dopo tre anni di droghe ed alcol, i Mercury Rev hanno fatto centro con «Deserter's Songs», album dell'anno per il settimanale inglese «New Musical Express», dimostrazione di forza compositi¬ va e razionalità inedita per una formazione abitualmente tumultuosa. Dalle corde delle chitarre a quelle degli archi, il gruppo guidato da Jonathan Donahue ha tessuto una trama capace di coinvolgere tanto due ex della leggendaria The Band, Levon Helm e Garth Hudson, quanto gli amici Chemical Brothers, artefici anche della «Mercury Rev-mania» britannica in virtù delle loro dichiarazioni di stima nei confronti del gruppo natio tra Buffalo e New York. Di fatto sciolto 3 anni fa, dopo tre album dignitosi e alcune tournée sconcertanti, il quintetto arriva a Torino nel momento migliore della sua carriera. Su altre coordinate geografiche, per la precisione tra Chicago, Louis ville e Washington, è emersa da differenti botti buone la schiuma che compone i June Of 44, quartetto a ragione considerato tra i più rappresentativi del post-rock americano. Se è vero che sotto tale etichetta si annoverano spesso artisti alquanto eterogenei, è anche indiscutibile che pochi possono rivaleggiare in qualità assoluta, lucidità ed esperienza con Jeff Mueller, Sean Meadows, Fred Erskine e Doug Scarin, a loro volta animatori di rispettivi progetti sparsi. Laddove i Mercury Rev spingono sull'enfasi, i June Of 44 badano al sodo, senza esulare da un certo minimalismo e non disdegnando qua e là i colori più opachi di trip hop e dub odierni. L'eccellente «Four Great Points» dei tre dischi che lo hanno preceduto testimoniano di una crescita costante, scientifica, stimolante per un concerto lontano un anno da quell'ultima uscita. Paolo Ferrari La sfida del martedì

Persone citate: Doug Scarin, Fred Erskine, Garth Hudson, Helm, Jeff Mueller, Jonathan Donahue, Kiss, Sean Meadows, Three

Luoghi citati: Buffalo, Chicago, New York, Torino, Washington