Quella fede nel rimedio omeopatico

Quella fede nel rimedio omeopatico Quella fede nel rimedio omeopatico LA recente decisione della Corte Costituzionale di negare il titolo di medicoomeopata poiché la specializzazione in omeopatia non esiste nella formazione post-universitaria ha suscitato discussioni e polemiche riaprendo la que-stione della validità dei rimedi omeopatici. Il termine «rimedi» è giustificato dal fatto che è molto difficile definirli «farmaci»; non è infatti appropriato l'impiego della dizione «farmaci omeopatici» di solito utilizzata. Per farmaco si intende un prodotto che contiene un principio attivo ad una dose ben definita e determinabile. Per le sue stesse caratteristiche il rimedio omeopatico non è analizzabile. Date le diluizioni applicate, nessun metodo analitico è in grado di misurare quale sia la concentrazione del principio attivo. Non solo, ma considerando quanto è noto alla chimica, le enormi diluizioni utilizzate nei rimedi omeopatici rischiano di far sì che il prodotto finale non contenga neppure una molecola di principio attivo. Possiamo perciò affermare senza tema di smentite che le scatolette multicolori che si trovano, ahimè, nelle farmacie contengono tutte la stessa cosa. Tanti nomi spesso difficili da interpretare hanno in comune... il nulla! In mancanza di principi attivi, la parola farmaco non è dunque appropriata. Gli stessi cultori della omeopatia hanno rapidamente capito che era difficile «vendere» il nulla come se fosse qualcosa e hanno allora sostenuto la tesi che il rimedio omeopatico pur non contenendo molecole contiene una qualche traccia delle molecole stesse. E poiché ogni diluizione, nella preparazione del rimedio omeopatico, si deve eseguire con una adeguata agitazione del liquido, si è prospettata l'ipotesi della cosiddetta «memoria» dell'acqua. In altre parole è vero che non vi sono molecole, ma le molecole dell'acqua «attivate» dal contatto con il principio attivo mantengono la loro efficacia. Questa teoria è contro il buon senso, ma ha acquistato una certa notorietà, benché non sia stata confermata da ricerche sperimentali. D'altra parte è facile immaginare che l'acqua non porti traccia di tutto ciò I che viene a contatto con essa, j altrimenti sarebbe uno dei principali veleni esistenti. Inoltre è difficile immaginare l che qualcosa che non contiene nulla possa esercitare un effetto favorevole al di là della suggestione o di ciò che in ogni caso accadrebbe spontaneamente. Credere nei rimedi omeopatici è certamente non compatibile con una visione razionale delle cose, significa avere fiducia nella magia. Certo sono molti quelli che utilizzano prodotti omeopatici, anche se raramente questi preparati vengono impiegati da soli. Spesso, infatti, sono utilizzati in associazione con farmaci tradizionali ritenendo che essi possano aggiungere un qualcoI sa in più. Non vanno confusi perciò i risultati che vengono riportati, con la reale efficacia, che spesso è determinata dai veri farmaci. Si invoca come giustificazione dell'efficacia il fatto che se molti utilizzano questi rimedi, qualche vantaggio ci deve pur essere. Il ragionamento non è tuttavia accettabile perché con la stessa logica si potrebbe affermare che i maghi o gli oroscopi possono predire il futuro visto che sono in molti a credervi e che perfino la televisione pubblica li accredita. Affidarsi all'omeopatia fin che si sta bene o si hanno disturbi minori o passeggeri può essere un semplice atto di credulóneria o di mancanza di conoscenze scientifiche. Ben più grave è il problema dell'impiego dei rimedi omeopatici per malattie gravi, che possono in molti casi essere curate con i farmaci tradizionali. L'omissione può portare ad un peggioramento della malattia fino al punto di «non ritorno». Ancora più grave è l'atteggiamento dei genitori che utilizzano, con la scusa della libertà di cura (ma quale libertà?), i rimedi omeopatici per i bambini, danneggiandone la salute. Per questi e altri motivi è bene che la discussione sui rimedi omeopatici non rimanga solo fra gli addetti ai lavori. Senza mai dimenticare, in ogni caso, che dietro all'omeopatia, come d'altra parte dietro ai farmaci, si muovono grandi interessi economici. Silvio Garattini Direttore Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri» DIBATTITO

Persone citate: Mario Negri, Silvio Garattini