UN GRAN BRUTTO FASCIO DI ERRORI E SOLO MEZZA PAGINA PER MUSSOLINI di Angelo D'orsi

UN GRAN BRUTTO FASCIO DI ERRORI E SOLO MEZZA PAGINA PER MUSSOLINI UN GRAN BRUTTO FASCIO DI ERRORI E SOLO MEZZA PAGINA PER MUSSOLINI UANDOQUIDEM dormitat Homerus... A chi non è capitato di scrivere delle sciocchezze? L'errore, la svista, l'imprecisione sono un rischio permanente nel lavoro dello studioso, dello storico in particolare. Ognuno, dunque, non solo deve esercitare il massimo di vigilanza critica su se stesso, ma deve anche essere pronto all'indulgenza verso gli altri. Ci sono tuttavia dei doveri cui non si può derogare, e non solo a anche a partire dalla stessa deonto in nome del mestiere di recensore, ma anche a partire dalla stessa deontologia dello storico (ci si perdoni la parola grossa). La premessa è necessaria perché duole di dire male di opere provenienti da fucine serie, come la Bruno Mondadori, una casa che ha fornito numerosi strumenti al sapere didattico. E i nomi dei direttori di questo Dizionario, Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino, specie il secondo, sono ben noti nel campo della divulgazione scolastica. Fra l'altro questo a i d qano, coadiuvato da un nutrito gruppo di studiosi più molti collaboratori, avevano nel 1996 realizzato un utile ancorché per tanti aspetti discutibile e adduittura bizzarro Dizionario di storiografia. Ora De Bernardi e Guarracino firmano questo ulteriore Dizionario, associando nell'impresa un nugolo di collaboratori minori e, absit iniuria, sovente nùnind. Ma le perplessità che si potevano provare davanti al Dizionario di storiografia, opera comunque utile, qui si trasformano in serie riserve, a partire dalla struttura stessa dell'opera (per tacer del sottotitolo: che cosa sono quei «personaggi» accanto alla «storia», alla «cultura», all'«economia»?). L'idea in sé è senz'altro meritoria: tematizzare il fascismo in un dizionario, affidando le voci a degli specialisti (specialisti, vorrei sottolineare), sarebbe ottima cosa. Ora, siccome la materia è vastissima e complessa, sarebbe stato preferibile, crediamo, un Dizionario dedicato al fascismo in senso proprio, ossia il movimento creato da Benito Mussolini nel 1919 e giunto al potere nel 1922, destinato a rovinare con la guerra mondiale. Guarracino e De Bernardi hanno invece optato per il fascismo nel senso largo, come fenomeno internazionale, le cui coordinate rischiano sempre di divenire vastissime, e i curatori del Dizionario sembrano averle interpretate in modo assai libero. Sicché si rimane smarriti davanti alla presenza di voci come «Andreotti, Giulio» o «Briand, Aristide» accanto a «Ciano, Galeazzo) e a «Interlandi, Telesio»; o «Teheran, Conferenza» accanto a «Gap», «Gulag» insieme a «Società di massa», «Olocausto» e «Sonnino, Sidney», «Iri» e «Questione meridionale»... ; ma cos'è? Un supermarket? Insomma, il baricentro- dell'opera non si trova. E anche se ci si volesse porre nell'ottica del fascismo come fenomeno storico internazionale, ci sono immissioni ed esclusioni paradossali. E a questo punto una curiosità vorremmo che i curatori ce la togliessero: come si spiega il privilegio accordato al «Fascismo giapponese», rispetto ad altre forme politiche alle quali, in modo più o meno appropriato, è stata imposta l'etichetta fascistica? Ci viene in mente che nel Dizionario di storiografia il Giappone spadroneggiava, con voci veramente paradossali (un paio di esempi: «intellettuali in Giappone», l'unica voce relativa ad una specifica area storico-geografica, assai più lunga di quella generale «intellettuali»; idem per «pacifismo» a cui seguiva solo (macifismo in Giappone»: non in Gran Bretagna o Stati Uniti, né in India o in Cina: no, proprio e soltanto in Giappone...). E se l'ottica vuol essere quella sovrannazionale (o transpolitica?) perché poi le voci come «stampa» o «radio» e tante altre sono dedicate alla sola vicenda italiana? E perché, sempre adottando l'ottica non strettamente legata al fascismo mussolini ano, è inserita una voce come (rpsicanalisi» e manca la voce «propaganda»? Gli esempi sono moltiphcabili, naturalmente. Appare poi veramente fuori luogo meominciare un Dizionario con un saggio di ben 135 pagine (a fronte di voci che hanno una durata media di una trentina di righe) di uno dei due curatori, dedicato a un'ambiziosa, ma francamente non riuscita, ricostruzione storico e storiografica del fascismo. I dizionari non sono il posto adatto per esercitazioni di questo genere, tanto più questo Tazio- nario, già zavorrato di voci che nulla hanno a che spartire con il fascismo (comunque inteso), e che poi, per economia di spazio, dedica a Mussolini una vocetta di mezza pagina! Non è tutto, ahinoi: malauguratamente il Dizionario è lardellato di imprecisioni ed errori di fatto che lasciano davvero interdetti. Qualcuno ha già avanzato qualche esempio in proposito. Altri se ne potrebbero fare. Ne scelgo solo uno: Benito Mussolini, stando allo storico De Bernardi, viene eletto, sia pure «a fatica», nelle elezioni del 1919. Naturalmente non è così, come qualunque studente di ultimo anno delle superiori sa o dovrebbe sapere Mussolini giunse alla Camera nelle elezioni del J 921, non con Uste fa sciste, ma nei «Blocchi nazionali» voluti da Giolitti in funzione antiso cialista e antipopolare. Ripetendo quel che si è detto in esordio diremo: poco male se si commettono errori, ma qui dobbia mo aggiungere che non solo gli erro ri sono troppi e troppo grossi per cadere in prescrizione; soprattutto, dobbiamo sottolineare la responsabilità che si assume quando ci si impegna nella realizzazione di opere di consultazione, le quali per il loro carattere «denotativo» e «oggettivo», sono gli strumenti cui si attinge quando si hanno dubbi o incertezze. Da parte nostra confessiamo di non poter accettare una tale somma di ingenuità, svarioni ed equivoci in un'opera che come critici, studiosi e docenti dovremmo indicare ai gio vani, a chi non sa, o a chi ha voglia di sapere di più. A tutti costoro biso gnerà purtroppo dire: questo non può essere il libro che fa per voi. Aspettatene un altro. Questo Dizio nario è un infortunio editoriale! Angelo d'Orsi IL FASCISMO A cura di A.De Bernardi e S. Guarracino Bruno Mondadori pp. XXV-625 L 40.000

Luoghi citati: Cina, Giappone, Gran Bretagna, India, Stati Uniti, Teheran