Da Monica a Monica il fotoromanzo del Sexgate

Da Monica a Monica il fotoromanzo del Sexgate I tredici mesi del tormentone politico-sessuale che ha scatenato i media e diviso gli americani Da Monica a Monica il fotoromanzo del Sexgate il fotoromanzo del Sexgate MONICA LEWINSKY Motivo di gioia per i telespettatori di tutto il mondo: stiamo per smettere di rivedere ossessivamente sempre lo stesso spezzone di ripresa nel giardino della Casa Bianca.' Quello in cui Bill Clinton, che sta salutando impiegati e stagisti, abbraccia calorosamente una graziosa, espansiva buzzicona in baschetto. Insomma Monica Lewinsky (nella foto con Clinton), ricca ragazza losangelina complessata, stagista raccomandata, mangiatrice di gelati direttamente dal bidonano (dicono), pin-up improbabile su «Vanity Fair», oggetto di paparazzate estive quando era molto ingrassata, nonché venticinquenne più famosa del pianeta. Che nell'ultimo anno ha aiutato a stabilire vari principi. Primo, anche se si è sovrappeso si possono trovare dei fans e si può mettere in crisi la presidenza degli Stati Uniti. Secondo, gli uomini che pretendono rapporti orali e nient'altro dopo un po' ti scaricano. Terzo, ora abbiamo capito perché in America i sigari sono diventati così popolari. Quarto, dati i punti primo, secondo e terzo, l'opinione pubblica americana e mondiale ne è uscita più scocciata che scandalizzata. Quinto, che il ruolo di Presidente degli Stati Uniti, e quello di stagista, hanno assunto un significato del tutto nuovo. KENNETH STARR Cattivissimo e apparentemente senza peccati come i reazionari di «Animai House», il procuratore speciale (a destra) è stato una delle figure cruciali nella rimonta di Bill Clinton. Dopo mesi di indagini meticolose e imbarazzanti, nessuno si è sentito (o sentita) attratta da questo personaggio puritano ma giudiziariamente sessuomaniaco, aggressivo ma noioso e molti hanno deciso che Clinton, come loro occasionalmente interessato al sesso orale faceva un lavoro più utile all'America di quello di Starr. Che tra l'altro, per la sua inchiesta, ha speso tantissimi soldi dei contribuenti: un peccato che proprio gli americani più destri, generalmente liberisti, hanno scoperto di perdonare meno volentieri delle tresche extraconiugali. Così, come nel finale di «Animai House» in cui si anticipa che John Belushi diventerà senatore, il peccatore ne è uscito piuttosto popolare, e l'inquisitore perbene viene travolto dal suo stesso carro allegorico. E la stessa figura del procuratore indipendente, che ha avuto un ruolo chiave in tutti gli scandali, viene criticata. MARCIA LEWIS E' una straordinaria figura di americana e di madre. Ex moglie di un ricco medico californiano, ha tentato di scrivere bestseller spazzatura sulla sessualità di persone famose (i Tre Tenori), ha conservato per un anno il vestito blu di Monica macchiato di sperma del presidente, e óra si gode una figlia di successo: forse non magra come lei (mamma) vorrebbe, ma famosissima e anche coautrice di un futuro bestseller sulla sessualità di una persona famosa. VERNON JORDAN. E' bello avere amici come lui. Se ti aggrediscono in un vicolo (Jordan è un armadio di due metri), se vuoi conoscere ragazze (Jordan è un noto seduttore, anche più fascinoso e fortunato di Clinton) e se vogliono destituirti dalla presidenza degli Stati Uniti: perché il potentissimo awocato-lobbista, una delle persone più furbe e attente della furba e attenta città di Washington, è riuscito a non tradire l'amico Bill davanti alla commissione di inchiesta e poi al Senato. Purtroppo, non ha potuto far avere a Monica Lewinsky il lavoro nella multinazionale cosmetica che aveva ottenuto per lei prima che scoppiasse lo scandalo; ma grazie a Dio, nel frattempo la ragazza ha trovato il modo di guadagnarsi da vivere. FRANCESCO COSSIGA Il nostro ex presidente si è rivelato il neo-clintoniano più inatteso e scatenato. E' autore di svariate battute sullo Studio Ovale e le attività improprie lì consumate; e ha cristianamente perdonato il collega facendo presente che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra. Perché insomma, «chi non ha avuto una compagna porcellona?». Alle più vispe studentesse del liceo Azuni di Sassari, ormai dignitose e anziane signore, è andata la muta solidarietà di molte italiane. à BILL CLINTON Chiunque verrà dopo di lui sarà noioso. I media lo rimpiangeranno: quale altro presidente verrà più guardato appassionatamente dal pubblico a casa e a Times Square a Manhattan, mentre circondato da logo di reti televisive e industrie di hi-fi confessa di aver avuto «rapporti impropri» nello Studio Ovale della Casa Bianca? Il tutto dopo aver negato e rinnegato, e dopo che per mesi erano uscite notizie sempre più imbarazzanti sulla storiacela. E prima che la commissione di inchiesta decidesse l'impeachment, e si celebrasse un processo in Senato. Ma anche che i democratici andassero bene alle elezioni di midterm, che il presidente continuasse a risultare popolare nei sondaggi, che il processo finisse in un'assoluzione. La soap opera sensazionale lunga un anno è finita bene per Bill Clinton (sopra nella foto). Tra un anno e mezzo finirà anche la sua presidenza. E se a quel punto andrà davvero, come qualcuno fantastica, a ricoprire un «ruolo prestigioso» alla Dreamworks di Steven Spielberg, farà bene. Ha acquisito la giusta competenza per produrre filmoni con intrighi, sesso e continui colpi di scena. WALTER VELTRONI Da primo clintoniano italiano, il segretario dei Ds si è trasformato in clintoniano in sonno. Probabilmente deluso e dispiaciiitissimo per il Sexgate, tanto da tacere ostinatamente sulla questione. Ciò, a suo modo, gli fa onore: Veltroni, che ha fondato il buon'smo perché ci crede sinceramente, non ha voluto forzare la sua natura e difendere gli hobbies nello Studio Ovale. Particolare seccante: Veltroni, allora vicepresidente del Consiglio, era finalmente riuscito a conoscerlo solo tre mesi prima che scoppiasse lo scandalo. Certe cose non si fanno. LINDA TRIPP Funzionarla rancorosa di origine italoamencana (sopra), era diventata amica di Lewinsky. E aveva segretamente registrato le confessioni dell'allora sprovveduta Monica e aveva cercato di rubare il suo vestito sporco di sperma presidenziale. Il tutto d'accordo con una agente letteraria newyorkese, Lucianne Goldberg, scopo stesura di un libro-bomba sui vizi di Clinton. La sua delazione ha scatenato il Sexgate; i suoi sotterfugi presto pubblici e il suo aspetto sfortunatamente grifagno, poco ingentilito da occhiali vetero-professoressa, impermeabili-divisa da burocrate federale, e borsoni ormai sospetti, l'hanno resa antipatica anche ai repubblicani. Alla fine, le è andata così male che non si può fare a meno di essere un po' tristi per lei. HILLARY CLINTON Bill Clinton ha retto per un anno e ha superato il Sexgate. L'hanno aiutato l'economia americana che va bene, la sua faccia facciosa da «good old boy» simpatico a tutti, e una donna meno simpatica di lui ma con un'intelligenza e un sistema nervoso ammirevoli: sua moglie Hillary Rodham (a destra). L'avvocato Rodham Clinton non ne ha trascurata una, per salvare il marito nonostante il marito; neanche il posizionamento, per l'intervista televisiva a Matt Lauer al «Today Show», di una spilla a forma di aquila americana sulla giacca trequarti del completo da moglie tosta e composta. L'anno di straordinaria performance di Hillary (e se a un certo punto, come si spettegola, ha picchiato il marito non la si può biasimare) le ha procurato l'ammirazione generale. E, finito il periodo alla Casa Bianca, è probabile che continui a essere potente (forse come senatore dello stato di New York) con o senza marito al fianco. TRENT LOTT Leader repubblicano al Senato (sopra nella foto), ha condotto una battaglia talmente dura contro il Presidente da venire accusato di accanimento pretestuoso, e ha perso. Non ha ottenuto l'impeachment; nel voto finale ha perso tre senatori schieratisi con Clinton; si è visto via via svergognare, grazie anche alle indagini finanziate dal pornoeditore Larry Flynt, il presidente della commissione di inchiesta Henry Hyde e il nuovo leader, subito dimessosi, dei repubblicani alla Camera per adulterio. Oltretutto, alle elezioni di novembre, i democratici hanno brillantemente tenuto. La battaglia è stata politica e ideologica ma anche tricologica; alla fine, i tagli repubblicani, ultracorti o cotonati ma sempre sagomatissimi, hanno avuto la peggio contro i ciuffi postkennediani del giro di Clinton e la calvizie spavalda dei suoi amici Vernon Jordan e James Carville. Almeno esteticamente, è un sollievo. MONICA LEWINSKY In un anno, si è trasformata da stagista a statista. Smesso il basco (almeno quello non l'avrà conservato in freezer), messo il tailleur con le perle, elegante e tranquilla, ha stupito tutti con la sua deposizione al Senato. Durante la quale ha tenuto a bada orde di repubblicani schiumanti; e ha convinto buona parte dei media e del pubblico di non essere la sgangherata che sembra. E' uscita apparentamente viva da una popolarità mondiale delle meno gratificanti. In più, è diventata ricca di suo, grazie alle sue nuove attività. Farà un'intervista-confessione-pubblico lavacro con la telegiornalista Barbara Walters, ha avuto un anticipo multimiliardario per «Monica's Story», scritto col biografo di Lady Di Andrew Morton. Che ora i dirigenti della casa editrice, la St.Martin's Press, vogliono proporre come libro serio. Qualche mese fa, gli esperti prevedevano per lei una carriera nei talk show spazzatura; adesso, chissà se userà la sua vasta (e multiforme) esperienza washingtoniana per mettersi in politica. Con i democratici, naturalmente. 1 1 i i Tutto è cominciato con l'interrogatorio di una giovane stagista troppo intraprendente E si è concluso con la stessa testimone, ormai una celebrità che ha salvato il Presidente A CURA DI MARIA LAURA RODOTÀ'

Luoghi citati: America, Manhattan, New York, Quarto, Sassari, Stati Uniti, Washington