Il futuro è di Hillary di Carlo Rossella

Il futuro è di Hillary Regista della difesa del marito, ammirata, pronta a scendere in politica Il futuro è di Hillary QUANDO gli imputati vengono assolti dai tribunali le mogli festeggiano. Ieri pomeriggio Hillary Rodham Clmton era molto soddisfatta. Ha fatto di tutto per togliere 0 marito dai guai e c'è riuscita. Quando è scoppiato lo scandalo Lewinsky e quando il Presidente ha ammesso di aver mentito, ha sostenuto il consorte in pubblico, pur attaccandolo in privato. E' stata anche lei a coordinare la difesa, visto che è un ottimo avvocato ed ha un master in legge a Yale. E mentre Clinton era impegnato con i legali anche Hillary ha lavorato al discorso sullo stato dell'Unione, un vero capolavoro politico. Nonostante il dolore provato per il tradimento, Hillary non si è separata da Bill, come ha pensato per un attimo di fare l'agosto scorso, dopo la pubblicazione del rapporto Starr. «Non lo mollerà mai», ha scritto su VanityFair la giornalista Gail Sheehy, amica e biografa di Hillary. Anzi, il rapporto sentimentale tra il Presidente e la moglie, grazie ai buoni uffici della figlia Chelsea, come ha dimostrato la recentissima, lunga inchiesta di Feo- pie, è decisamente migliorato. A Saint Louis, durante la visita di Giovanni Paolo II, i due sono stati visti camminare mano nella mano, come nei momenti migliori della loro vita. Hillary, dopo la riconciliazione, è più bella, e la copertina di Vogue lo ha messo in risalto. «E' ^dubbiamente la figura più affascinante della politica», dice la Sheehy «è la nostra Lady D». Con quel volto sereno, con quel ritrovato fascino, Hillary non intende certo frequentare solo le serate benefiche. E' invece pronta a dare battaglia per vendicare il marito e dimenticare il dolore attraverso nuovi successi. Sin dall'inizio del Monicagate, Hillary ha sostenuto che al di là delle colpe di Clinton, tutta la vicenda è frutto di una «sporca manovra della .destra repubblicana, ispiratrice del procuratore Kenneth Starr». Ed è alla destra repubblicana, ai deputati più duri con Clinton, che la first lady, vuole far pagare il prezzo più alto, scatenando una feroce campagna nei loro collegi nel 2000. Lo ha fatto alle ultime elezio- ni di novembre impegnandosi di persona, e con successo, per non far eleggere Al D'Amato a New York e Lauch Faircloth in North Carolina. Abile non solo nel razionalizzare ma anche nel capitalizzare le debolezze del marito, Hillary sarà al suo fianco nella strategia di «vendetta e redenzione» che dovrà far dimenti¬ care il Monicagate e conservare ai democratici la Casa Bianca. Dopo la burrasca Clinton e Hillary dovranno dedicarsi ai grandi temi come la salute, la sicurezza sociale, la scuola. Hillary, da almeno due mesi, ne discute ogni giorno col suo staff nella West Wing della Casa Bianca. Accanto all'impegno nell'attività riformatrice, Hillary si dedicherà alla campagna di Albert Gore. Il vicepresidente è in ottimi rapporti con la signora Clinton. Hillary cercherà fondi per il partito, darà idee per il programma di inizio secolo dei democratici. E forse si impegnerà in prima persona, candidandosi al seggio senatoriale di New York, lasciato libero da Patrick Moynihan. Nel lontano 1964 quel posto toccò a Bob Kennedy e «non sarebbe male se domani fosse occupato da Hillary Rodham», dice Judith Hope, responsabile del partito democratico a New York. La first lady, fa capire agli amici la sua segretaria Marsha Berry, si è presa due mesi per decidere. E' giusto il tempo necessario per intendere come va la campagna di riabilitazione del marito, quali mosse anti-Clin- ton e anti-Gore faranno i repubblicani, quale sarà il ticket elettorale degù avversari e chi potrebbe essere il concorrente a New York (quasi certamente il sindaco Rudolph Giuliani). La scelta di Hillary non è facile. Candidandosi sarebbe messa sulla graticola («grilled» ha scritto The New York Post) dai nemici: sarebbero riaperti i vecchi scandali, dal Whitewater a quello dello Studio Rose di Little Rock, dal Travèlgate al misterioso suicidio di Vincent Foster, il miglior confidente di Hillary. Le amiche più care della presidentessa, come Betsey Wrignt, 'licono che forse Hillary si dedicherà, prima alla campagna di Gore e poi alla scrittura di libri, all'organizzazione della Fondazione Clinton, ai viaggi in Africa. «Ha voglia di vivere», ha spiegato Isabelle Goetz, la pettinatrice della first lady. Ma saprà vivere senza il potere? «Nooo», risponde in coro il mondo snob dei washingtonians che non l'ha mai amata e che vorrebbe vederla sparire per sempre nelle pianure desolate dell'Arkansas. Carlo Rossella Hillary Clinton

Luoghi citati: Africa, Arkansas, New York, North Carolina