La Moratti: Antitrust? Il governo tuteli noi di Roberto Ippolito
La Moratti: Antitrust? Il governo tuteli noi La Moratti: Antitrust? Il governo tuteli noi LA SIGNORA DELLA TV UROMA FFA il pallone. Letizia Moratti dice di sentirsi «un po' stretta» perche indotta a parlare sempre di calcio e dei diritti di trasmissione delle partite, acquistabili in base a un decreto da una tv a pagamento fino al 60% della serie A. Alla commissione lavori pubblici del Senato quel tetto è contestato .incoia dalla Moratti, presidente della News Coip Europe, filiale del re della tv Rupert Murdoch lanciato .i i onquistare i diritti del calcio per sfondare nella nascente pay-tv italiana dopo l'accordo per l'acquisto dalla Telecom ded'80% di Stream. Ma almeno per ora nessun abbandono del mercato: cambiano i piani, si chiedono nuove regolo. Signora Moratti, che succede? «La tv a pagamento ha bisogno per entrare nel mercato di contenuti premium" che nel nostro Paese sono film, programmi per ragazzi e spuri, non solo calcio, attualmente detenuti con contratti di esclusiva dall'altro operatore (Telepiù)». Voluto tutto il calcio, no? «Abbiamo necessità di avere contenuti premium. Ma l'unico prodotto in scadenza sono i diritti del calcio. E non vogliamo necessariamente il 100%. Il decreto si propone di t'avo- rire la libera concorrenza e evitare posizione dominanti. Purtroppo il risultato è opposto: si limita la concorrenza, si consolidano le posizioni dominanti». Cosa chiedete? «Siamo nuovi entranti nel mercato e potremmo chiedere asimmetrie (regole per favorire l'ingresso), come è avvenuto per i telefonini. Ma non lo chiediamo. Vogliamo competere ad anni pari nel mercato italiano». E l'acquisto di Stream? «Stiamo proseguendo i negoziati con la Telecom. Il nostro piano industrialo prevede investimenti per 2 mila miliardi in cinque anni e 3.500 posti di lavoro diretti più l'indotto. Prevediamo di valorizzare i contenuti italiani e i nostri talenti». E se il decreto non cambia? «Stiamo valutando un'ampia gam¬ ma di ipotesi, stiamo rivedendo il piano industriale. Se passa il decreto sul tetto ai diritti del calcio criptato quel progetto non è più possibile». Si profda un disimpegno? «Questo non corrisponde al vero. Le negoziazioni con la Telecom proseguono, sicuramente su basi diverse da quelle precedentemente ipotizzate. Il nostro impegno, sempre ribadito, è lo sviluppo di un progetto a maggioranza italiana. Ma la Telecom per sue esigenze aveva deciso di scendere sotto il 51%». E ora qual è l'obiettivo? «L'obiettivo rimane la maggioranza italiana che mi auguro sia possibile avere». Trattate con Telepiù? «Non mi sembra sia italiana (fa capo alla francese Canalplus, ndr)». E i colloqui con l'Rcs di Romiti? «Ho il dovere di non dire cose "riservate, aziendali». E' vero l'accordo Murdoch-Canalplus di spartizione del mercato europeo? «L'accordo di cui ho letto su alcuni giornali sarebbe in palese violazione delle nonne antitrust comunitarie, hi particolare l'articolo 85. Quell'intesa non può esistere». Sarà fumato il contratto finale di acquisto di Stream? «Siamo in fase di negoziazione. Ho la fortuna che mi sta andando via la voce e non posso rispondere più...». C'era un termine? «Ho detto che la negoziazione con la Telecom prosegue per rivedere le condizioni». Parla di armi pari: che vuol dire? «Il decreto definisce il mercato in maniera restrittiva. Il tetto del 60% è riferito solo al calcio di serie A. Ma i contenuti che fanno il successo di una pay tv sono film, programmi per ragazzi, sport. Considerare tutti i settori è la condizione per competere ad armi pari». Un tetto per più settori? «Non solo per il calcio. Sia l'Antitrust che l'Autorità delle comunicazioni possono analizzare la specificità del mercato in ogni fase. Che vigilino sulle libera concorrenza, determinando volta per volta tetti anche più stretti, è giustissimo. E' la rigidità della norma che spaventa, non tiene conto del mercato neUa sua dinamicità». Cosa propone? «Non ci permettiamo di avanzare proposte. Ai senatori ho esposto i miei problemi, la commissione valuterà». E quindi... «Così non si può entrare nel mercato italiano. I contenuti sono importanti per chiunque. Abbiamo fatto un'analisi dei prodotti disponibili rispetto al concorrente. Se dobbia ino spostare l'attenzione dal calcio va benissimo, se tornano i conti». Roberto Ippolito «Come nuovi entrati nel mercato avremmo diritto 2 una pfQHSzione Metterci quei limiti ci imporrebbe di rinunciare a tutto il progetto»
Persone citate: Letizia Moratti, Moratti, Murdoch, Romiti, Rupert Murdoch
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