L'Olivetti scende in campo per salvare Op Computers di Zeni

L'Olivetti scende in campo per salvare Op Computers L'Olivetti scende in campo per salvare Op Computers Colaninno pronto a rinunciare ai debiti In vista anche un prestito da 50 miliardi MILANO. Si deciderà domani in una riunione a Roma, a palazzo Chigi, il destino della Op Computers. Alle banche l'ultima (determinante) parola e se, come sembra, Mediocredito, Popolare di Novara, Bnl, per citare i maggiori istituti, garantiranno i crediti necessari: se, in sostanza, concederanno" affidamenti per 130 miliardi di lire, l'Op Computers sarà salva. E' questo l'ultimo tassello che manca al piano di ristrutturazione finanziaria e patrimoniale elaborato dal presidente e amministratore delegato di Op Roberto Schisano per garantire un futuro alla società di Scarmagno, un tempo capofila di Olivetti nella produzione di personal computer, passata poi nel pieno della crisi del gruppo di Ivrea alla Piedmont dell'uomo d'affari americano Edward Gottesmann. Un piano ampio e articolato, quello di Schisano, che ieri in una riunione presso la Regione Piemonte ha visto il via libera (anche questo determinante) dell'Olivetti di Roberto Colaninno che sull'Op vanta tuttora crediti per 88 miliardi. Ebbene, l'Olivetti ha. ieri accettato di cancellare questi debiti dicendosi in più disponibile a finanziare (per un importo di 50 miliardi) il progetto di management buy-out attraverso il quale il controllo di Op computer passerà a Schisano e ai manager. Una sola la condizione posta dall'Olivetti per contribuire al salvataggio e al rilancio della sua ex controllata: che l'attuale proprietà trasferisca dal controllo di Piedmont International a quello di Op computers il diritto all'utilizzo del marchio Olivetti e altre specifiche attività rilevanti. Una sorta di clausola di garanzia che, per ora, è stata accettata per conto di Gottesmann da Schisano ma che, entro venerdì, dovrà essere messa nero su bianco insieme a tutti gli altri passaggi del piano di riorganizzazione. Importanti, per ora, gli appoggi incassati da Schisano. Quello di Colanin¬ no, tanto per cominciare: «Abbiamo dato un giudizio positivo al piano presentato dal management e siamo disponibili a sostenerlo con una iniziativa di supporto in termini finanziari», ha spiegato ieri l'amministratore delegato dell'Olivetti prontissimo ad aggiungere: «Ovviamente nQi non partecipiamo in alcun mòdo». Come dire che il salvataggio ded'Op non passerà in.alcun-modo con un ritorno dell'Olivetti nel capitale della sua ex controllata: capitolo chiuso, chiusissimo, quello dei pc per il gruppo d'Ivrea che sommai prevede di diluire la propria presenza ( 12% di azioni con diritto di voto e su un 8% senza diritto) nella Piedmont International a sua volta destinata, dopo il managemeht buyout, a ridurre dall'attuale 80% a non più del 30% la partecipazione nella nuova Op che sarà controllata per oltre il 50% da Schisano e dal management e per il restante 20% dalla tailandese Chaplet, fornitrice di componentistica informatica. Giorni decisivi, insomma, per l'Op che per «voltar pagina», come ama. dire Schisano, ha un gran bisogno di nuovi mezzi finanziari e di nuovi capitali. La situazione deda società, detta in poche parole, è paradossale. Industrialmente parlando, il peggio sembra alle spalle: costi sotto controllo, magazzini ridimensionati, prezzi in media col mercato, fatturato in crescita, perdite ancora alte ma con la prospettiva di un ritorno all'utile operativo nell'ultimo trimestre dell'anno. I guai sono dal punto di vista finanziario dove la struttura è talmente inadeguata da compromettere non solo la crescita ma anche la stessa sopravvivenza della società costretta (come è successo l'altro ieri a 600 dipendenti) a mettere in ferie forzate, sospendendo la produzione, per la mancanza di liquidità e l'impossibilità a pagare i fornitori. Armando Zeni Domani la decisione sul piano Schisano CENTENARY (GOTTESMAN) 80% r:.. PIEDMONT INTERNATIONAL I 80% OLI AZIONISTI DI IVREA OP COMPUTER 8% SENZA DIRITTO DI VOTO I CHAPLET1

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