«Furono pagati i rapitori della Sgarella»

«Furono pagati i rapitori della Sgarella» Il gip Salvini «Furono pagati i rapitori della Sgarella» MILANO. Ci vorrà del tempo per sapere (forse) chi ha pagato per la liberazione di Alessandra Sgarella. Ma intanto ieri il gip deU'inchiesta, Guido Salvini, ha voluto fare una precisazione importante, iniziando a liberare il campo da qualche ambiguità di troppo: ai rapitori dell'imprenditrice, ha detto chiaramente il giudice per la prima volta, con certezza sono state «corrisposte» ingenti somme di denaro, sicuramente dai 5 miliardi in su. Anche se ancora nessuno può affermare la provenienza di quel denaro. E' un passo avanti rispetto alla primo dichiarazioni degli inquirenti che, all'indomani dell'arresto di altri sei presunti membri della banda di rapitori, dichiararono come non vi fosse certezza, per la contradditorietà delle intercettazioni, nemmeno sull'effettivo versamento di una qualsivoglia somma di denaro. , L'affermazione di Salvini è finita a verbale, come premessa dell'interrogatorio di Saverio Garrefl'a, uno dei presunti sequestratori arrestato noi blitz di domenica. Una premessa fatta «per evitare fraintendimenti, tenuto conto delle notizie diffuse dal Tgl (lo scorso lunedì, con l'attribuzione a Salvini di una smentita sui soldi ricevuti dagli indagati, ndr) e verosimilmente recepite dall'indagato e tali da poter incidere sulla sua difesa». «L'ufficio - prosegue la premessa a verbale - fa presente che l'ordinanza di custodia cautelare si basa su analisi di discussione relative all'avvenuta _ Sgarella corresponsione di ingenti somme di denaro ai presunti responsabili a vario titolo del sequestro in base all'attività da ciascuno svolta. Corresponsione che si ritiene nel provvedimento avvenuta e di cui, allo stato attuale, comunque non è nota la provenienza». In altre parole, Salvini ha voluto precisare che, pur non parlando mai di un «riscatto» le somme di denaro contestate agli indagati non sono virtuali ma reali. Non si tratta dei 15 miliardi che le trattative polla liberazione dell'imprenditrice avevano fissato, come si rileva dalle intercettazioni. Ma comunque di una cifra rilevante che nessuno finora ha capito da chi sia stata versata. E l'interrogatorio di Garrefl'a, 35 anni, detto «Savetta», ieri non ha aiutato a chiarire il mistero. L'uomo, residente a Buccinasco, ritenuto dagli inquirenti il referente milanese della cosca di Piatì che avrebbe organizzato il rapimento, ha negato ogni responsabilità. Rimasto davanti al pm Alberto Nobili e al gip Salvini per oltre due ore, si sarebbe limitato a giustificare c ricostruire gli spostamenti di quest'ultimo anno da Buccinasco all'Aspromonte. Hanno atteso invano d'incontralo due donne: forse la moglie e la sorella. «Noi - hanno detto non sappiamo niente di questa storia. Saverio è innocente. Comunque chiedete a loro, gli inquirenti, noi siamo niente. Viviamo qua da 20 anni, lui ha la sua vita. Altro che riscatto e soldi: fa fatica a mangiare». [p. col.] _ Sgarella

Luoghi citati: Buccinasco, Milano