«Niente armi per il Tigrè»

«Niente armi per il Tigrè» Dopo cinque giorni di sanguinosi combattimenti tra Etiopia e Eritrea voci di una possibile tregua «Niente armi per il Tigrè» Embargo Onu per fermare la guerra ADDIS ABEBA. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito ieri per discutere le misure da adottare per fermare il conflitto tra Etiopia ed Eritrea, tra le quali anche quella di fermare tutte le vendite di armi ai due Paesi. Una prima bozza di risoluzione discussa dai 15 Paesi membri del Consiglio condanna «il ricorso alla forza» per risolvere la disputa e chiede la fine immediata del conflitto. Il Consiglio intende poi appoggiare eventuali azioni che verranno intraprese dall'Organizzazione per l'Unità Africana e richiede ai due Paesi del Corno d'Africa di cercare una soluzione diplomatica. Durante la riunione del Consiglio, svoltasi a porte chiuse, è stata letta la relazione effettuata dall'inviato speciale dell'Orni in Africa, Mohammed Sahnoun, di ritorno da una visita sia ad Asmara che ad Addis Abeba. L'inviato ha espresso appunto la necessità di intraprendere azioni urgenti per fennare i violenti combattimenti: «Non vi è modo ora di stabdire chi ha provocato l'escalation degli scontri, rovinando la nostra opera diplomatica, che stava registrando piccoli ma significativi progressi». Sahnoun nel suo rapporto ha inoltre informato il Consiglio che entrambi i Paesi «hanno acquistato equipaggiamenti militari di alta tecnologia, mai vista prima in Africa ed hanno incrementato la propria potenza di fuoco». Entrambe le parti hanno rinforzato i già considerevoli arsenali, ha affermato Sahnoun: all'artiglieria, carri armati, missili, ed elicotteri da combattimento, si sono aggiunti caccia sofisticati e aerei da bombardamento. L'inviato ha aggiunto ancora che Eritrea ed Etiopia hanno rispettivamente 200.000 uomini al confine. Fonti diplomatiche di Asmara aveva annunciato una tregua tra le due parti, ma la notizia riferito dall'agenzia dei missionari «Misna», non è stata confermata da altre fonti. Violenti combattimenti lungo il confine si sono registrati anche ieri, quinto giorno consecutivo e continuano quindi a rimanere inascoltati gli appelli della comunità internazionale per il cessate il fuoco. Ada richiesta del presidente americano Bill Clinton di un immediata cessazione delle ostilità il governo di Asmara ha risposto negativamente. «Noi ci stiamo solo difendendo dagli attacchi sferrati dall'Etiopia ha detto un portavoce del ministero degli Esteri eritreo - e non cederemo un palmo del nostro territorio». Malgrado l'esercito di Addis Abeba stia utilizzando l'artiglieria pesante, carri armati e gli aerei, ha continuato il mini¬ stero degli Esteri, finora non è riuscito a rompere le linee del fronte eritreo. E sempre secondo il portavoce eritreo, le forze armate etiopiche hanno subito pesanti perdite, ma non ha chiarito la cifra esatta delle vittime. Dal canto suo il governo di Addis Abeba ha sostenuto che l'esercito eritreo sta cer¬ cando di riconquistare, senza successo, i punti strategici di Kunin, Kunito e Geza Gerlasse, circa 120 chilometri a SudOvest e Sud-Est di Asmara. Le ostilità non risparmiano ovviamente anche il campo diplomatico: l'ambasciatore eritreo ad Addis Abeba è stato infatti dichiarato «persona non grata» e ci si aspetta che da Asmara venga presa una decisione simile contro l'ambasciatore etiope. Sempre ieri il governo di Addis Abeba aveva lanciato un appello alla popolazione etiope perché devolvesse allo Stato il cinque per cento del reddito per far fronte agli sforzi di guerra. [AdnKronos] L'inviato di Annan «Usati mezzi bellici mai visti in Africa» Prigionieri etiopici detenuti alla periferia di Asmara

Persone citate: Annan, Bill Clinton, Kunin, Mohammed Sahnoun, Tigrè