«Cancellare quella vergogna»

«Cancellare quella vergogna» «Cancellare quella vergogna» Milly Moratti: ma ci vorrà un altro secolo... LA PRESIDENTE DI «EMERGENCY» LROMA ADY «D» negli ultimi anni della sua vita aveva fatto della lotta alle mine antiuomo la sua battaglia. Lo foto di Diana con il caschetto e il bastone metal detector hanno fatto il giro del mondo e l'hanno consacrata principessa dei cuore. Una fondazione creata in sua memoria doveva continuare la sua opera. Ma finora, dicono ad Emergency, l'associazione umanitaria italiana che si occupa della cura e della riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine, non è arrivato nessun aiuto. «E' un mistero e un peccato», dice Milly Moratti, presidente della fondazione italiana nata da Emergency. Anche lei ha scelto di lavorare per queste popolazioni lacerate dalle mine. Come ha deciso di aiutare Milly Moratti «Emergency»? «Quando sono entrata nella loro sedo ho vislo.i disogni dei bambini chiGino Strada ha pollato con so dai paesi dove opera. Disogni comuni a tutti i bambini del mondo: casette, cielo, prati. E poi dei fiori a cinque potali: le mino antiuomo a cinqui! petali. Hanno dipinto il loro habitat naturale». Responsabilità che pesa simolti paesi occidentali. «E' una vergogna por il mondo occidentale. Abbiamo piegato questi paesi. Prenda il Kurdistan aveva un'economia miralo minimale, ma dignitosa. Adesso le mine hanno annullalo anche questo sostegno di baso. E poi ci sorprendiamo che li troviamo sui gommoni? Forse bisogna pensare ad un processo completo, non solo a quando arrivano, ma a quando partono». Parla a chi si innervosisce per l'arrivo di clandestini sulle nostre coste? «L'occidente si deve rendere conto che questo e il minimo del debito che deve pagare per quello che abbiamo esportalo di conflittiialitualità in quei paesi supportando la produzione di mine antiuomo». Ieri la ratifica della convenzione di Ottawa ha rafforzato l'impegno del governo italiano in questa battaglia. E' soddisfatta? «Anello se blocchiamo adesso la produzione degli ordigni, il problema non o corto risolto. Co ne abbiamo da faro ancora por un secolo ad aiutare chi ci salterà sopra. Bisogna organizzare bone la struttura rieducativa, riabilitativa di questa gente. Sono paesi piegati ed è difficile che aree con una tale percentuale di invalidi riescano a risollevarsi. L'intervento di Gino Strada è proprio quello di sorreggerli, reinserendoli nella collettività, rieducandoli alla vita». Alla convenzione di Ottawa non hanno però aderito paesi importanti. Anche gh Stati Uniti hanno fatto un passo indietro. «C'è uno strano orgoglio degli americani nel voler portare avanti una politica militarista. Io credo che non sarebbe così difficile riconvertire l'industria bellica in industria informatica visto che oramai sono settori molto affini come tipo di tecnologie. Ci vuole solo una doso di buona volontà e di coraggio. Invoco c'è un altra cosa che mi preoccupa di più». Quale? «Corriamo un grosso rischio con le nuove generazioni. 1 giochi che simulano la guerra - ce ne sono alcuni basati proprio sulle mine - li convincono che tutto ricomincia, basta reset taro. E non si rendono conto che nello vita reale alcune coso, come per esempio un bambino mutilato, non possono essere resettate così facilmente. 1 giovani si abituano a decisioni asettiche e temo quello ohe accadrà quando le loro decisioni conteranno nella vita reale. Ecco io metter! ni bando anche le mino "virtuali"». [m. e] Milly Moratti

Persone citate: Anello, Gino Strada, Milly Moratti

Luoghi citati: Emergency, Kurdistan, Ottawa, Stati Uniti