Si apre la cella per Priebke «Sì agli arresti domiciliari »

Si apre la cella per Priebke «Sì agli arresti domiciliari » Decisione del tribunale. Gli ebrei: «Comprensibile» Si apre la cella per Priebke «Sì agli arresti domiciliari » ROMA. Il tribunale militare di sorveglianza ha concesso la detenzione domiciliare a Erich Priebke per motivi di salute. L'ex capitano delle SS, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine e attualmente detenuto nel carcere di Forte Boccea, rimarrà a Roma e molto probabilmente tornerà nell'appartamento all'Aurelio, messo a disposizione dal proprietario, il suo procuratore legale Paolo Giachini. L'appartamento è quello in cui Priebke si trovava prima di essere rinchiuso a Forte Boccea e vi sarà accompagnato dai carabinieri. Priebke dovrà anche comunicare alle autorità di polizia il nome di una persona che si prenda cura di lui e potrà ricevere i propri legali. Non sarà sottoposto a vigilanza, ma dovrà rispettare gli obblighi imposti dagli arresti domiciliari. «Nessuno scandalo: noi abbiamo cercato giustizia, non vendetta, e consentire a un uomo in età avanzata e in cattive condizioni di salute di passare dal carcere agli arresti domiciliari o eventualmente al ricovero in ospedale, è un atto di giustizia»: è stata questa la reazione di Riccardo Pacifici, membro dell'associazione «Figli della Shoà», che in passato ha seguito da vicino, per la comunità ebraica romana, tutta la vicenda del processo Priebke. Pacifici, ricordando il passato, ha osservato che allora, quello che turbò le coscienze non solo degli ebrei, ma di quanti subirono i crimini del nazismo, fu che Priebke potesse tornare libero e che il reato da lui commesso potesse cadsre in prescrizione. Ma il nuovo processo, sotto questo profilo ha reso giustizia, sostiene ribadendo che un crimine contro un civile inerme è da considerarsi un crimine contro l'umanità che non cade mai in prescrizione. (Ansa]

Persone citate: Erich Priebke, Paolo Giachini, Priebke, Riccardo Pacifici

Luoghi citati: Roma