Il presidente nel mirino di Staino
Il presidente nel mirino di Staino Da mesi suiT«Unità» una campagna di satira graffiante Il presidente nel mirino di Staino UNA paginata a settimana, in un crescendo di satira tra il graffiante e il velenoso. Il bersaglio è D'Alema, il cecchino è Staino, il campo di battaglia è l'Unità. Mai si era visto nulla di simile sul «giornale fondato da Antonio Gramsci». E dura da fine ottobre. Puntuale, ad ogni lunedì, sul supplemento «Media», Bobo spara una raffica di vignette che fa sorridere amaro i militanti del partito e che deve aver provocato almeno qualche imbarazzo nel primo presidente del Consiglio post-comunista. Nell'ultima «strip», quella di ieri, D'Alema è un nanetto in mano a un immenso papa Woytjla. Lo bacia, gli chiede perdono per le atrocità del comunismo, lo accompagna nei suoi viaggi pastorali per il mondo. E solo alla fine si accorge che il Papa gigante ha schiacciato, con i suoi enormi piedi, i militanti della sinistra. «Hei - dice il nanetto D'Alema - quelli erano i miei elettori! Fammi scendere!». Ma è troppo tardi. Nelle settimane scorse il D'Alema di Staino ha indotto Bertinotti al suicidio, ha scippato la poltrona di palazzo Chigi a Prodi, si è preso in faccia le uova marce degli studenti, ha venduto l'anima a Scalfaro. Otto giorni fa ha ordinato a Veltroni di massacrare i compagni dissenzienti mentre lui giocava a scacchi con la Morte (che parlava con l'accento sardo e che aveva il volto di Cossiga). Può darsi che le vignette di Staino interpretino lo stato d'animo di quella che una volta si chiamava «la base». Può darsi invece che siano solo l'espressione del disagio di un gruppo più ristretto dei ds. Quello che è certo, è che un battage condotto con questa intensità difficilmente scivolerà via senza lasciare traccia nella memoria e nei sentimenti dei militanti. Finora D'Alema ha incassato senza batter ciglio. Ed è probabile che altrettanto farà in futuro. Da buon giocatore, lo ha sempre fatto, anche quando la satira era particolarmente greve. La novità è che, adesso, la guerra si gioca in famiglia e lui, forse per la prima volta, comincia davvero a sentirsi sulla graticola. Con il partito, cioè la «forza», in mano a Veltroni, gli spetta il ruolo scomodo del parafulmine. E Staino minaccia altri temporali. [sii. COS.] E nell'ultima strip è «fatto prigioniero» da un Wojtyla gigante ttWOL il UH hACBL QU£u> zza ho Miei f Lettoti «... "„.t w ri ho VA10 M«s A Vu* SCUOLA., .tiOn ri ?A
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