Le lacrime dalla finestra di Aldo Baquis

Le lacrime dalla finestra i divieti non scritti Le lacrime dalla finestra Le donne del re sono rimaste a palazzo TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO E' stata la prima ad essere informata della malattia del re e per mesi lo ha accompagnato di cinica in clinica, di laboratorio in laboratorio in tutto il mondo, sostenendolo nella sua coraggiosa lotta contro il tumore. Eppure ieri, quando il feretro di re Hussein ha abbandonato la soglia della sua residenza nel palazzo di Bah el-Salam (la porta della pace, come una delle porte della Spianata delle Moschee di Gerusalemme), la regina Noor, 48 anni, è stata obbligata dalla tradizione musulmana a restare in casa. Da quel momento, il funerale è proseguito senza la presenza femminile. Il regista della televisione di Stato giordana ha mostrato grande sensibilità verso il dramma della regina. Le sue telecamere l'hanno ripresa da lontano dolente, affiancata dalla principessa Basma (che la settimana scorsa aveva donato il suo midollo osseo al fratello Hussein, in un estremo tentativo di salvargli la vita) e dalle fighe del re: Alia, Zein, Aisha, Haya, Iman e Raiyah. Ma il regista ha risparmiato alla regina il primo piano, rispettando così il suo dolore. Lisa Najib Halaby è nata negli Stati Uniti da una famiglia di origine siriana. Laureata in architettura nella prestigiosa Università di Princeton, era giunta ad Amman per lavoro nel 1976. Due anni dopo si era sposata con re Hussein, dandogli poi quattro figli fra cui quello prediletto - il diciottenne Hamza - che è ora il principe ereditario. Nella precisa coreografia del funerale, anche i vestiti avevano un significato. Tutti i membri della casa reale indossavano in testa la solenne keffiah rossa, in ossequio al cerimoniale di lutto beduino. In rosso erano re Abdallah U e i principi Hamza, Feisal, Ah e Hashem. Solo il loro zio, il principe Hassan - l'erede al trono bruscamente rimosso dall'incarico due settimane fa dopo 35 anni di servizio - ha preferito restare a capo scoperto. La regina Noor e le principesse della casa reale indossavano un abito scuro e aveyano la testa coperta da uno scialle bianco, in ségno di lutto. Con lo sguardo hanno seguito il feretro mentre abbandonava il cortile di Bab el-Salam e si dirigeva verso il vicino palazzo Raghadan (il palazzo confortevole), dove per il re defunto sarebbe stata reci¬ tata la preghiera del pomeriggio, al-Aser. L'esclusione delle donne dai funerali fu decisa dalla tradizione sia per risparmiare loro lo choc della sepoltura dei loro cari, sia per evitare che le solennità religiose fossero turbate dalle lamentazioni e dai singhiozzi femminili. In ossequio alla consuetudine islamica, durante i funerali le donne restano in casa e ricevono gli ospiti. Tuttavia nel palazzo Raghadan sono state intraviste ieri alcune figure femminili: quelle della regina Beatrice di Olanda e di Hillary Clinton, nonché di esponenti politiche giordane e delle mogli di alti dignitari. Fonti ufficiali giordane hanno assicurato ieri, senza entrare nei dettagli, che la loro presenza accanto al feretro di re Hussein non ha infranto in alcun modo il protocollo né la tradizione islamica. Solo domani la regina Noor potrà finalmente visitare il cimitero reale di Amman, dove Hussein è stato sepolto accanto al padre Tallal e alla madre, regina Zein. Si recherà poi sulla tomba tutti i giovedì, per i prossimi quaranta giorni di lutto stretto, a cui in Giordania sono stati aggiunti altri tre mesi di lutto nazionale. Aldo Baquis

Persone citate: Abdallah, Alia, Beatrice, Hamza, Hillary Clinton, Lisa Najib Halaby

Luoghi citati: Amman, Gerusalemme, Giordania, Olanda, Stati Uniti, Tel Aviv