«Pensioni leggere, contributi pesanti»

«Pensioni leggere, contributi pesanti» Le previsioni dell'ente suU «aliqijc^i di equilibrio». Rientrato l'allarme sulle anzianità «Pensioni leggere, contributi pesanti» L'Inps: senza aiuti pubblici conti in rosso fino al2025 ROMA. Parte un altro siluro contro il sistema previdenziale italiano e, proprio, sulla base del modello previsionale elaborato dall'lnps nel '98 e anticipato ieri negli aspetti essenziali. Così, mentre si accende la contesa sulle pensioni d'anzianità (l'Istituto ridimensiona il numero delle domande in gennaio da 37 mila a 31 mila 355 e sorvola sulle «attese» pur consistenti per febbraio), la nuova sortita delinea uno scenario allarmante e consente al Consiglio dell'Ecofin di insistere a Bruxelles sulla necessità di accelerare la riforma delle pensioni, insieme alle privatizzazioni, per rispettare le condizioni del patto di stabilità europea. «Da qualche parte sul versante previdenziale - ammette il commissario europeo Emma Bonino - si dovrà pur cominciare». Dunque, secondo il modello previsionale dell'Inps per il prossimo mezzo secolo nei primi 25 anni l'«aliquota di equilibrio», cioè quella in grado di garantire le pensioni senza alcun concorso dello Stato, è destinata a crescere, mentre il rapporto tra pensione e reddito dovrebbe calare sensibilmente per i lavoratori dipendenti e salirebbe per commercianti-artigiani; ed aumenterebbe anche non poco il numero delle pensioni erogate rispetto a quello degli assicurati. Invece nei successivi 25 anni, dal 2025 al 2050, ci sarebbe una inversione di tendenza che porterebbe 1'«aliquota di equilibrio» a metà del prossimo secolo al 34,5%, mentre resterebbe sempre elevato il numero delle pensioni rispetto agli assicurati, e - dato assolutamente clamoroso - la percentuale della pensione media rispetto alla retribuzione media crollerebbe al 29,9%, perdendo completamente l'attuale caratteristica fondamentale di salvaguardia di un tenore di vita accettabile. Le garanzie per il futuro, quindi, non potrebbero che essere affidate sempre più alla pensione complementare. Qualche cifra previsionale per i diversi settori rivela gli andamenti e le differenze fra loro. LAVORATORI DIPENDENTI: L'aliquota di equilibrio sale d/il 45% del 2000 al 46,8% nel 2005,48,5% nel 2025, 38,2% nel 2045, 34,5% nel 2050; negli stessi anni la percentuale della pensione media sulla retribuzione media passa rispettivamente dal 54% al 53,1%, al 46,2%, 32,4% e al 29,9%; il rapporto tra pensioni e assicurati passa rispettivamente da 89,3 a 93,5, 116,2, 125,3 e 123,5. COMMERCIANTI. Anche per i commentanti (che attualmente versano il 16%) l'aliquota di equilibrio sale fino a metà del periodo, passando dal 18,5% del 2000 al 30% del 2025, per poi scendere al 21,3% nel 2050. In crescita costante pure il rapporto tra pensioni e assicurati, che va da 60,4 del 2000 a 94,4 del 2025 e a 102,6. Il rapporto tra pensione media e retribuzione media sale dal 33,4% del 2000 al 40% del 2025 e, poi, scende progressivamente fino al 24,6% del 2050. ARTIGIANI. Sono previsti meno sbalzi in questo settore. L'aliquota di equilibrio passa dal 21,3% del 2000 al 33,9% del 2025 per poi calare al 22,9% nel 2050. Nel rapporto tra pensioni e assicurati si registra anche per gli artigiani una costante crescita, passando dal 65,8 del 2000 a 111,3 del 2025 a 108 del 2005. Infine, la percentuale della pensione media sul reddito medio sale dal 36,6% del 2000 al 40,2% del 2025 per calare al 25,1% nel 2050. Con queste previsioni, che peraltro potrebbero modificarsi a seguito di positive evoluzioni di alcuni paragrafi di riferimento, la disputa sulle pensioni di anzianità appare quasi anacronistica, migliaio in più o migliaio in meno. I sindacati protestano giustamente contro il «terrorismo psicologico» sul pericolo di nuovi tagli e prendono atto del chiarimento dell'Inps che, però, si limita al mese di gennaio, mentre le indiscrezioni dei giorni scorsi abbracciavano anche febbraio. Ma, in realtà, stanno già affilando le armi per quando, anche indipendentemente dal nodo dei trattamenti di anzianità, ci si dovesse trovare di fronte alla necessità di rivedere qualcosa per frenare la spesa. E, qui, certamente, sono pronti a giocare molte altre carte, richiamando l'attenzione su terreni finora scarsamente o per nulla esplorati. Gian Carlo Fossi 89,3 93,5 98,3 103,8 108,4 116,2 124,0 127,5 127,1 125,3 123,5 FgtSNANo ©ti ut marni VARIAZIONI % DEL MONTE RETRIBUTIVO E DEL PIL RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE CINQUANTANNI IN DISCESA LE PREVISIONI DELL'INPS PER I LAVORATORI DIPENDENTI NEI PROSSIMI 50 ANNI ANNI MONTE STIPENDI RI.L. 1993 1,3 3,2 1994 1,8 5,7 1995 4,5 8,2 1996 6,9 5,7 1997 5,1 4,2 1998 3,2 4,5 1999 3,0 4,6 RAPPORTO FRA PENSIONI E ASSICURATI ALIQUOTA % DI EQUILIBRIO RAPPORTO FRA PENSIONE MEDIA E RETRIBUZIONI MEDIE 34,5 29,9 2000 2005 2010; 2015 2020 2025 2030 2035 .2040 2045 2050

Persone citate: Emma Bonino, Gian Carlo Fossi

Luoghi citati: Bruxelles, Roma