Strage in Vaticano, si archivia

Strage in Vaticano, si archivia Oggi la decisione ufficiale, la donna: «La Santa Sede non dice la verità, possiedo nuovi documenti di grande importanza» Strage in Vaticano, si archivia ■ ' '.( Ull '■ Vi Ma la madre del caporale: è stato assassinato ROMA DALLA REDAZIONE Il portavoce del Vaticano Joaquim Navarro Valls annuncerà questa mattina la decisione del Giudice Unico della Santa Sede, Gianluigi Morrone, se proseguire o meno l'inchiesta sulla morte del comandante delle guardie svizzere Alois Estermann, della moglie Gladys e del caporale Cedric Tornay. E' molto probabile che verrà annunciata 1 archiviazione del caso, ma Muguette Baudat, la madre del caporale Tornay - come ha rivelato ieri il Messaggero non ha intenzione di rassegnarsi di fronte a quella che ritiene un'inchiesta piena di «dissimulazioni, contraddizioni e menzogne» fatte nel tentativo di celare una verità «evidentemente inconfessabile». All'archiviazione spiega che risponderà con la rivelazione di due documenti «di grande importanza» e una contro-perizia «conservati al sicuro, in banca», senza che però nessuno riesca a comprendere come mai la rivelazione giunga ora dopo mesi e mesi di istruttoria. La vicenda risale al 4 maggio scorso: i tre furono trovati morti nell'appartamento di Estermann, a poche ore dalla sua nomina a comandante delle guardie svizzere. L'istruttoria condotta per nove mesi dal promotore di giustizia vaticano Nicola Picardi si è conclusa con la richiesta di archiviazione del caso, confermando la prima versione dei fatti, la ricostruzione ufficiale del Vaticano: Cedric Tornay sarebbe stato furioso per la decisione di Estermann di non concedergli una medaglia che sosteneva di meritare. L'episodio sarebbe stato soltanto l'ultimo di una serie di incomprensioni che avrebbero portato il caporale Tornay a sentirsi perseguitato da Estermann e dunque alla decisione di ucciderlo insieme con la moglie e poi spararsi. In una lettera scritta poco prima della strage e affidata agli amici il caporale racconta come l'amarezza e la delusione di quei giorni lo avrebbero sopraffatto fino a condurlo alla strage come unica via d'uscita. Nel corso di questi nove mesi Picardi ha verificato la corrispondenza tra gli elementi emersi con le indagini e la prima ricostruzione fornita dal Vaticano e ha quindi chiesto l'archiviazione del caso in una relazione di circa cento pagine inviata al giudice unico vaticano. Spetta a lui l'ultima parola, e stando alle anticipazioni della vigilia - sarà un'ultima parola lunga undici pagine contenenti elemen- ti dettagliati sulle perizie eseguite sui corpi delle vittime e sulle traiettorie dei proiettili. Su questi elementi si baserà il giudizio definitivo. Qualsiasi sia la decisione del giudice unico, la madre di Cedric Tornay è intenzionata a proseguire la sua ricerca della verità. In una lettera del 4 gennaio di quest'anno e inviata «agli amici di Cedric» ha scritto: «tutti i tre morti del 4 maggio 1998 sono le vittime di una macchinazione. Appare chiaro che le resistenze registrate nel bloccare la strada della Giustizia e della Verità "vera", vengono dal timore di vedere annientata la versione "ufficiale"». La donna spiega di aver inviato una «Supplica personale al Santo Padre», dopo aver ricevuto lo scorso settembre «un messaggio e degli avvertimenti». Ma la supplica è rimasta senza risposta: «Suppongo - spiega la madre di Cedric - che egli non abbia nemmeno visto la mia lettera. Se fosse, mi avrebbe risposto o fatto rispondere». La donna invita gli amici del figlio a aiutarla nel sostenere le spese legali della licer- ca della verità e rivela di avere due documenti e una contro-perizia che «costringeranno il Vaticano a dire la verità». La donna non rivela altro sulla natura dei documenti, aggiuge soltanto che «forse il colonnello aveva visto o saputo qualcosa che non doveva sapere o vedere, forse voleva proteggere il Papa». Secondo la madre del caporale Tornay, Estermann poteva possedere documenti che avrebbero potuto far scoprire un'organizzazione oscura interna al Vati- cano, dunque sarebbe stata organizzata «una messa in scena al solo scopo di eliminare Estermann e avere un assassino pazzo e morto». La donna conclude la sua dichiarazione di guerra affermando di avere ora «paura» perchè ha ricevuto «messaggi e avvertimenti», cosi come «pressioni» avrebbero ricevuto i suoi avvocati. «Adesso mi affido a Dio: è la mia migliore protezione». Il neocomandante delle guardie svizzere Estermann la moglie Gladys e il caporale Tornay vennero trovati morti il 4 maggio Vaticano, maggio '98: la camera ardente del comandante delle guardie svizzere Alois Estermann, della moglie Gladys e del caporale Cedric Tornay

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