Guerra del Tigrè, migliaia di morti di Foto Reuter

Guerra del Tigrè, migliaia di morti Addis Abeba: il nemico arretra. Asmara: gli aggressori pronti a bombardarci violando la moratoria aerea Guerra del Tigrè, migliaia di morti Gli occidentali in fuga dal Corno D'Africa ADDIS ABEBA. Gli occidentali si apprestano a lasciare l'Etiopia e l'Eritrea, che da sabato sono in guerra aperta lungo i confini contestati dopo nove mesi di tensioni e schermaglie militari. Le ambasciate di Usa, Gran Bretagna, Germani e Belgio a Addis Abeba hanno infatti sollecitato i rispettivi cittadini a partire il più presto possibile, prima che vengano sospesi i voli di linea dalla capitale etiope. I combattimenti frattanto continuano sempre più intensi, con un incessante fuoco di artiglieria sul fronte di Bademme, nel settore centrale della linea di demarcazione del territorio che i due Paesi si contendono, e con scontri in diverse altri punti. Lo ha riferito ieri la radio ufficiale di Addis Abeba. II governo etiope, in un comunicato, ha sostenuto che le forze eritree hanno subito «consistenti perdite», non precisate in cifre, e sono state costrette a ripiegare. La nota aggiunge che di fronte alla ritirata, le truppe etiopi hanno accentuato la loro pressione per continuare ad avanzare. Analoghe affermazioni ha fatto per altro il governo di Asmara, secondo cui «migliaia» di soldati etiopi sono rimasti uccisi e un elicottero è stato abbattuto nella zona di Gebre Selassie. In un comunicato trasmesso a Nairobi, il ministero degli Esteri eritreo ha nuovamente attribuito all'Etiopia la responsabilità della ripresa delle ostilità e ha invitato «chiunque desideri verificare indipendentemente» l'accusa del governo di Asmara a recarsi sul fronte di guerra per «vedere le migliaia di cadaveri di soldati etiopici che giacciono al di fuori delle loro trincee». Fonti indipèndenti parlano di un bilancio complessivo di 4 mila morti sui due fronti. «Nel quadro del suo piano di attacco - si legge ancora nel comunicato eritreo - l'esercito etiopico è uscito dalle sue trincee e ha tentato di investire le postazioni eritree. La posizione difensiva eritrea ha comportato che le forze etiopiche fossero letteralmente falciate mentre avanzavano». Nel comunicato, si afferma quindi che l'Etiopia sarebbe adesso «pronta a lanciare un attacco aereo», dopo aver «dichiarato la sua abrogazione» della moratoria nei raid aerei concordata nel giugno scorso. Asmara sostiene che l'abrogazione etiopica della moratoria è «basata sulla falsa notizia» secondo la quale caccia eritrei avrebbero attaccato venerdì la cittadina di Adigrat, nel Nord dell'Etiopia. I due Paesi del Corno d'Afri- ca, che in maggio avevano brevemente combattutto per rivendicare una fascia territoriale non definita dopo la fine della guerra nel '94, erano pervenuti a un cessate il fuoco grazie alla mediazione internazionale che non è però riuscita finora a elaborare una proposta accettata da entrambi i contendenti per la soluzione della crisi. Sono in atto, intanto, tentativi diplomatici per far cessare le ostitilità. Stanno mediando l'inviato speciale dell'Onu, Mohamed Sahnoun, e il segretario generale dell'Oua (Organizzazione per l'unità africana), Salini Ahmed Salim. Nella sua qualità di presidente di turno del Consiglio ministeriale dell'Ue, il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer ha esortato ieri i dirigenti dei due Paesi in confflitto a evitare un aggravamento della situazione e a rispettare in particolare la moratoria sugli attacchi aerei. In una dichiarazione diffusa dal ministero degli Esteri a Bonn, dopo il riaccendersi delle violenze, Fischer ha annunciato inoltre che all'interno dell'Ue si esamineranno quanto prima le iniziative da prendere. Occorre utilizzare tutte le possibilità di mediazione offerte dall'Onu e dall'Oua per giungere ad un immediato cessate il fuoco. Il ministro afferma ancora che durante una sua sosta prevista per domani a Dakar egli chie- derà all'Oua di intervenire al più alto livello politico presso le due parti in conflitto. L'Oua ha sede proprio ad Addis Abeba: è stata fondata nel 1963 e comprende 53 stati africani (su 54). Il Marocco ne è uscito nel 1984, dopo la condanna da parte dell'Organizzazzione per l'occupazione del Sahara Occidentale. La Repubblica Sudafricana vi è entrata soltanto nel 1994, con il crollo dell'apartheid. [Agi-Ansa] Un inviato dell'Onu e l'Organizzazione per l'unità africana tentano di fare cessare le ostilità mediando tra le parti Una colonna di soldati etiopi in marcia presso il confine con l'Eritrea [foto reuter]

Persone citate: Belgio, Fischer, Germani, Joschka Fischer, Mohamed Sahnoun, Salini Ahmed Salim, Tigrè