Storie di Città di Bruno Gambarotta

Storie di Città Storie di Città Ri IPRENDO il racconto delle avventure vissute con k Nanni Loy per la realizzazione di «Viaggio in seconda classe», variante di «Specchio segreto» girato su un treno. La giornata tipo era la seguente: alla mattina presto la troupe si metteva in postazione nel vagone quando ancora questo si trovava nel deposito, in modo che i primi passeggeri assonnati, salendo e prendendo posto, non avessero sentore di nulla. La settimana scorsa ho raccontato l'episodio di Silvana Mangini che si traveste da battona in albergo e pretende che io, vestito da capotreno, l'accompagni alla stazione. Quel giorno la provocazione prevedeva l'intervento di Nanni Loy vestito da prete e della battona i quali, in attesa di entrare in azione, si erano rinchiusi nella toilette del treno. 10 avevo l'incarico di andarli a chiamare e di fornire loro una sommaria descrizione dei passeggeri presenti nello scompartimento. Alla partenza da Bologna 11 treno è quasi deserto e al momento opportuno m'infilo nella toilette e faccio la mia relazione. Intanto il treno compie un altro paio di soste e senza che noi ce ne avvediamo si riempie di gente. Molti passeggeri, dovendo compiere un viaggio breve, non si inoltrano nel corridoio ma sostano sulla piattaforma per essere pronti a scendere. Immaginate le loro facce quando hanno visto aprirsi la porta della toilette e uscirne in fila indiana un capotreno, un prete e una battona! La cinepresa nascosta dietro lo specchio non poteva cogliere tutto; se un passeggero faceva un'a- zione movimentata o se cambiava repentinamente di posizione venendosi a mettere di schiena era perso. Perciò dell'episodio che sto per raccontarvi in televisione se ne è vista solo una parte. In Sicilia, lungo il tragitto Messina-Trapani, Nanni Loy mise in atto una provocazione basata sul gallismo. Una giovane attrice, Anna Altomare, molto carina ed esile come un'indossatrice, si affaccia, eterea figurina in controluce, alla porta di uno scompartimento dove già siedono scompostamente due baldi giovanotti, del genere bagnino di Rimiiii: abbronzati, con i capelli ricci sul collo, la camicia aperta sul petto villoso e, affondata tra i peli, la catena con il pesante crocifisso d'oro. Anna tiene in mano una grande valigia di cuoio che lei regge con grande disinvoltura perché è completamente vuota. Nell'altra mano ha un fascio di riviste. Posa la valigia sul pavimento del corridoio, con la mano che si è liberata apre la porta dello scompartimento chiedendo: «C'è un posto libero?». I due scattano come molle: «Ma certo! Si accomodi!». Si riassettano, siedo¬ no composti, uno passa la mano sul sedile a togliere inesistenti briciole. Anna si siede contegnosa dalla parte del finestrino e tiene impegnati i due che iniziano un corteggiamento discreto. Intanto io e il macchinista della troupe, strisciando per terra, sfiliamo la valigia vuota e la sostituiamo con un'altra identica ma piena di blocchi di cemento. E' così pesante che in due, con sforzi immani, riusciamo a malapena a farla strisciare sul pavimento. Sono preoccupato, penso che abbiamo esagerato col carico; mi consulto con il collega che mi tranquillizza: «Vedrai», mi dice, «che non riusciranno nemmeno a staccarla da terra!». Mi rialzo e passando in corridoio come un normale ferroviere faccio ad Anna un cenno convenuto da cui lei deduce che la prevista sostituzione è avvenuta e che può entrare in azione. «Oh! Ho lasciato la mia valigia in corridoio. Per favore, mi aiutate a metterla sulla rete?». I due scattano insieme e si incastrano nella luce della porta. Poi uno ha la meglio sull'altro che si ributta a sedere imbronciato. Il vincitore afferra con una sola mano e con studiata noncuranza il manico e tira su: se una ragazza efebica l'ha portata con disinvoltura figuriamoci uno Schwarzenegger! Ma la valigia sembra incollata al pavimento. Il giovanotto la guarda stupito e poi guarda la ragazzina. Riprova, i muscoli del braccio si tendono. Niente da fare. Gli ripugna profondamente ma deve sollevarla con due mani. Anche così è uno sforzo immenso, disumano; i muscoli si tendono sulla schiena, le vene del collo si gonfiano, la pelle diventa violacea, la valigia si stacca lentamente da terra, chinandosi il giovanotto riesce ad afferrarla di fianco e a portarla in alto sopra la sua testa. Poi, puntellandosi sulle gambe come fanno i sollevatori di pesi, si alza in piedi. E' cianotico, malfermo sulle gambe; il compare, temendo che gli scarichi la valigia in testa, dimentica la rivalità e si alza per aiutarlo. La valigia, tenuta alta sulle teste dalle loro quattro braccia, oscilla paurosamente mentre il treno corre nell'assolata campagna siciliana. Ho una visione da incubo di piedi sfracellati se la valigia gli scappasse di mano. Finalmente, con un ultimo sforzo, il blocco di cemento viene issato sulla reticella portabagagli. I due, scoppiati, si lasciano cadere sudati sui sedili. Ansimano, rivoli di sudore si fanno strada fra i peli e il crocifisso. Il primo dei due che riesce ad articolare parola chiede ad Anna: «Ma cosa c'è in quella valigia?». E Anna, con un filo di voce: «Dei libri...». L'altro allora sbotta: «E che minchia di libri!». t Bruno Gambarotta

Persone citate: Anna Altomare, Nanni Loy, Schwarzenegger, Silvana Mangini

Luoghi citati: Bologna, Città Ri Iprendo, Messina, Sicilia, Trapani