UN PREMIO NECESSARIO

UN PREMIO NECESSARIO UN PREMIO NECESSARIO Acni verrebbe mai in mente di passare alla storia della musica «altra» italiana se non ad un fioraio ex partigiano e ad un chimico, tutto meno che musicisti. Parlo di Amilcare Rambaldi e Giancarlo Cesaroni, ossia il Premio Tenco ed il Folkstudio di Roma che come bronzi potrebbero anche lasciare a desiderare, ma come quelli avevano carisma e forza da distribuire gratuitamente a tutto il mercato comune europeo. Parlare scio di carisma e forza sarebbe riduttivo e ingeneroso, erano la reincarnazione di Zorro: rubavano spazi e attenzione alle arricchite canzonette in favore di povere poesie in musica, circondati da sergenti Garda (a scelta Rai, opinione pubblica, mass media, governi, amministrazioni comunali, molti fra i canonici critici musicali) sordi come campane, addormentati cotti sotto un sole inesistente. Bronzi di giorno dietro un bancone a produrre fiori e ricette, bronzi di notte dietro le quinte ad ascoltare e sostenere voci e chitarre stralunate. Per quelle voci e per quelle chitarre hanno inventato il contro-festival di Sanremo l'uno e lo scantinato romano del folk l'altro. Per quei «ragazzi da muretto» si sono giocati una vita, la vita. Per quelli che a tutti sembravano meteore e per loro erano pianeti certi, per quelli che tutti chiamavano miraggi e loro già intuivano oasi felici, per quei «ragazzi» si sono venduti tutto, meno la dignità. Sempre presenti controcorrente, come falene che tagliano impietosamente il mare, puntate ostinatamente verso una meta, l'unica. Non c'era altro nella loro mente, nelle loro scelte, nel loro originale sestante. E quando qualche anno più tardi quei ragazzi si chiamarono De Gregori, Fossati, Venditti, Guccini, Conte, Marini, Pietrangeli, Lolli, Locasciulli, Branduardi, Paoli, Odetta, Renbourn, Del Prete, Graziarli, De André, non si concessero neppure l'amaca sotto le palme, avidi di talenti come i navigatori del '500 lo erano di terre sconosciute. E quando anni dopo quei ragazzi furono consacrati sacerdoti sull'altare della musica altra e diversa, i nostri bronzi continuarono a negarsi ai lustrini. Con lo stesso silenzio e nella stessa riservatezza morivano Rambaldi nel '95 e Cesaroni nel '98. E perché non vuole rispettare quel silenzio e quella riservatezza che il Folk Club celebra il 5 e 6 febbraio la loro memoria, perché se labile ed evanescente può essere il ricordo fisico, straordinaria è la via che hanno segnato. L'augurio è che si riesca a fare di queste due serate un appuntamento annuale; l'augurio è che, con l'aiuto di rinsaviti Garcia, si leghi il nome dei nostri bronzi ad un bronzo unico e nuovo chiamato Award. Ed è questa l'idea del Folk Club, sentimentalmente legato ai due personaggi: istituire, con l'aiuto degli enti locali, un premio internazionale alla musica «intelligente» composto di due trofei: uno legato alla carriera (Rambaldi) e l'altro all'artista-rivelazione folk dell'anno (Cesarotti), coinvolgendo i più importanti critici musicali, il Premio Tenco, i quotidiani, la Rai. In una serata di grande richiamo internazionale. Franco Luca Presidente del Folk Club

Luoghi citati: Roma, Sanremo