Strage di Vittoria, preso mandante di Fabio Albanese

Strage di Vittoria, preso mandante L'uomo era fuggito prima del sanguinoso raid, voleva andare in Olanda Strage di Vittoria, preso mandante Bloccato in Germania, tradito dal telefonino RAGUSA. E' finito in manette anche l'ultimo dei latitanti dell'operazione che, il mese scorso, aveva portato in carcere 17 persone e tra loro i presunti autori della strage di Vittoria. Giovanni Piscopo, 31 anni, ritenuto con il fratello Alessandro ed un cugino omonimo il mandante della strage, è stato bloccato dalla polizia tedesca venerdì notte a Stahler, una località della Germania al confine con l'Olanda. Secondo le autorità locali, Piscopo stava per passare il confine. Con lui è stato arrestato Giuseppe D'Ambrosio, un pugliese che aveva una carta d'identità intestata a una persona nata a Caltanissetta, ricercato dalla polizia tedesca per traffico di droga. L'auto su cui viaggiavano era guidata da un marocchino che abita in Olanda. Ad individuare Piscopo sono stati gh investigatori di Ragusa di polizia e carabinieri che già nei giorni seguenti la strage, avvenuta in un bar di una stazione di servizio il 2 gennaio scorso, avevano scoperto che un telefonino cellulare intestato alla sorella di uno dei sospettati era stato più volte utilizzato a Magonza, in Germania, nei momenti immediatamente precedenti e successivi all'eccidio, quando aveva ricevuto chiamate da Gela. Il telefonino risulta intestato alla sorella di Enzo Mangione, 25 anni, già finito in carcere l'I 1 gennaio scorso e ritenuto il «basista» del comando che fece irruzione nel bar Esso uccidendo cinque persone, e tra loro due innocenti. Secondo gli investigatori a quel telefonino, in mano a Giovanni Piscopo, sarebbe arrivata la telefonata di Mangione, con la frase intercettata: «A Vittoria tutto a posto». In quel momento, il sanguinoso raid diretto contro il reggente del clan di «stiddari» dei Dominante-Carbonaro, Angelo Mirabella, e contro gli uomini che gh stavano accanto, era già finito. Nell'agguato rimasero uccisi anche il cognato, Claudio Motta, e il luogotenente Rosario Nobile. Nel bar, uno stretto budello con una sola uscita, la porta da cui entrarono i killer, c'erano anche due giovani vittoriesi, Salvatore Ottone e Rosario Salerno, che si trovavano lì per caso e che furono massacrati come gh altri. Secondo la ricostruzione degli investigatori e dei magistrati della Dda di Catania, al loro posto avrebbero dovuto esserci altre due persone che facevano parte dello stesso clan di Mirabella e che invece, per un contrattempo, non erano ancora arrivate quando scattò l'agguato. I due sono stati arrestati un mese fa, nello stesso blitz. Secondo l'inchiesta Mirabel¬ la sarebbe stato ucciso da uomini del suo stesso clan, i Piscopo appunto, che non gradivano le sue manie di grandezza e i suoi movimenti. La strage avrebbe avuto una causa scatenante, la lite sulla spartizione di un centinaio di milioni provento di estorsioni, ma sarebbe stata covata da tempo da Piscopo, ufficialmente pastore ma a capo di una fazione agguerrita e sanguinaria. Solo tre giorni fa, era finito in manette Gaetano Dominante, 33 anni, figlio del boss detenuto Carmelo, tra i latitanti della stessa operazione. Il giovane si nascondeva in un appartamento di Scoghtti, la frazione marinara di Vittoria. Giovanni Piscopo avrebbe trascorso queste settimane a Magonza, dove arrivò qualche giorno prima della strage, lavorando in una pizzeria che si trova nello stabile dove abita la fidanzata tedesca di Alessandro Emanuello, il potente boss di Gela arrestato due settimane fa, dopo sette anni di latitanza. Stando ad indiscrezioni, già da giorni era stato individuato e l'arresto è scattato quando Piscopo stava per lasciare la Germania. Se le cause della strage, e gh ispiratori, non hanno più segreti per pohzia e carabinieri, restano ancora senza un nome i killer, il commando entrato in azione nel bar Esso. Sarebbero arrivati proprio da Gela, la città in cui agisce l'altra fazione dello stesso clan di «stiddari» pronta ad estendere su Vittoria la propria azione. Proprio quello che Mirabella aveva in tutti i modi cercato di evitare. Fabio Albanese Gli investigatori hanno intercettato una chiamata ricevuta dal boss pochi attimi dopo l'eccidio: «Qui è tutto a posto» Un'immagine della strage avvenuta a Vittoria