Dal best-seller virtuale al suicidio

Dal best-seller virtuale al suicidio Genova: comprò pagine di giornali italiani e stranieri per pubblicizzare il suo unico libro Dal best-seller virtuale al suicidio Si è tolto la vita il commercialista-scrittore GENOVA. Aveva scritto un breve romanzo «Il cerchio»: l'aveva pubblicato a proprie spese e aveva costruito un «virtuale» best seller, inventando tirature milionarie anche sul mercato estero e acquistando a fini pubblicitari intere pagine di quotidiani locali e nazionali. Tutta la sua vita è stata, forse, sdoppiata, al fine assurdo di crearsi una doppia realtà, una indentità «alternativa». A un certo punto, non ce l'ha fatta più. Venerdì sera, il commercialistascrittore Franco De Longis, 52 anni, si è sparato un colpo di pistola alla testa nell'elegante studio dell'abitazione del padre, l'ex questore di Genova, Pietro De Longis, in corso Aurelio Saffi, 5, un palazzo signorile che domina il porto e la Fiera Internazionale. Il corpo del professionista è stato scoperto venerdì sera, poco dopo le 20, dalla figlia Simona, 23 anni. De Longis s'era sparato alla nuca, mezz'ora prima, con una Smith & Wesson di proprietà del padre che possiede una trentina di pistole, una collezione regolarmente denunciata. Il commercialista è stato trasferito al vicino ospedale Galliera: i medici del pronto soccorso hanno potuto fare ben poco. Franco De Longis, nella tarda serata di ieri, era ancora ricoverato in rianimazione ormai «clinicamente morto». Il drammatico gesto ha scosso la città, dove la famiglia è molto conosciuta. Il padre, Pietro De Longis, 84 anni, è stato questore a Genova dal 1976 al 1979, negli anni precedenti era stato a lungo capo di gabinetto. Franco De Longis, titolare d'uno studio con il fratello Vincenzo, da alcuni mesi era tornato a vivere con il padre, dopo la separazione dalla moglie, Giuliana, magistrato, che ora vive a Milano. Ci sono molti elementi che indicano lo «sdoppiamento» di personalità di Franco De Longis: diceva di aver conseguito cinque lauree, ma s'è scoperto che era soltanto ragioniere. Pochi mesi fa, al momento della formazione del governo D'Alema, diceva a tutti gh amici che sarebbe stato nominato sottosegretario a un dicastero economico-finanziario. Ma tutte le sue energie negli ultimi anni erano state assorbite dalla costruzione del «caso letterario». Pare che in passato avesse tempestato gh editori italiani di romanzi, saggi, libri di poesie. Per questo, diceva di essere una vittima del potere editoriale. Si vantava di aver scritto centinaia di libri e di averne pubblicati una trentina. «Il cerchio» è la storia d'un malato terminale di cancro: una storia che finisce con la morte, un pensiero che da tempo gli faceva compagnia. Si era studiato, da buon commercialista, le leggi di sgravio fiscale per gh acquisti culturali e i premi previsti dalla «legge Veltroni» per le opere d'arte che costano meno di 10 mila lire. Il suo romanzo era di 125 pagine e costava appunto 10 mila lire. L'editorestampatore ha spiegato che la tiratura reale era stata di circa 40 mila copie e che circa 30 mila erano state vendute, perché «prenotate» da aziende, per lo più clienti di de Longis, in funzione dello scarico fiscale. Il resto è in magazzino. Ma la pubblicità autopromossa dal De Longis è stata faraonica: pagine e pagine di quotidiani prenotate, in¬ dicazioni vertiginose (7 milioni di copie vendute negli Usa, 4 milioni in Italia) e citazioni di fantomatiche recensioni, ovviamente mai pubblicate addirittura sul «Times», sul «New York Times», su «Le Monde». De Longis era schiacciato anche da problemi professionali e personali: la procura di Genova indagava sulla sua attività di curatore fallimentare per sospetti illeciti e irregolarità. Dal canto suo De Longis minacciava i giudici di controdenunce. E minacciava querele anche contro i giornalisti che si fossero permessi di mettere in dubbio le vendite e le tirature del romanzo. Ma «Il cerchio» per lui, che ormai non distingueva più la realtà dal sogno, s'era irrimediabilemte chiuso. Paolo Lingua Si inventava una doppia vita: dalle fìnte lauree alla immaginaria nomina a sottosegretario Franco De Longis, il commercialista-scrittore che si è ucciso

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Usa