Il lungo addio di Nelson Mandela
Il lungo addio di Nelson Mandela Sud Africa: ultimo discorso in Parlamento Il lungo addio di Nelson Mandela JOHANNESBURG. Impeccabile, quanto per lui inconsueto, abito scuro e cravatta, rari segni di stanchezza, i soliti motti di spirito ben calibrati, Nelson Mandela ha fatto ieri il suo ultimo discorso alla nazione dinanzi alle Camere in occasione della loro riapertura. Un lungo addio - oltre 75 minuti per taluni versi anche impietoso. Ma accolto da «standing ovations» - perfino dall'opposizione, che poi criticherà il suo discorso -, mentre folle festanti, elicotteri con la bandiera dell'arcobaleno e 21 salve di cannone ne avevano accolto l'arrivo in Parlamento, con la moglie Graca. Dietro l'esaltazione dei meriti del governo democratico, portata avanti senza remore, il presidente sudafricano non ha nascosto i nodi irrisolti, tre soprattutto: criminalità, disoccupazione e corruzione. Ma non ha neanche esitato a trovare motivi di speranza rispetto alla soluzione di tali problemi, evocando a loro parziale giustificazione anche manovre destabilizzanti e scarsa cooperazione di taluni gruppi, facilmente identificabili con i bianchi. Chiamati poi in causa, quando Mandela, dopo aver sottolineato l'utile sforzo di transizione compiuto insieme, ha detto che «restano elementi di divisione: come affrontare la lotta alla povertà e quale contributo dare alla nuova società». Piccolo giallo, poi, sulla data delle elezioni, le seconde democratiche del Paese. Nel testo diffuso in anticipo alla stampa, essa veniva indicata tra il 18 ed il 27 maggio, come da tempo previsto, ma nel discorso tale indicazione non compariva più. In seguito, una nota ha precisato che il governo conferma, ma motivi politici e legali avevano spinto all'ultimo momento a non formalizzarla nel discorso del presidente. Sui nodi irrisolti per la criminalità, Mandela, escluso un ritorno alla pena capitale, ha parlato di primi successi, evocando poi lo spettro di «forze destabilizzanti» che remano contro il nuovo Sud Africa. Sulla disoccupazione, ha ammesso un «trend» negativo, ma ha espresso la certezza che sarà rovesciato. Duro sulla corruzione, «infezione morale della Nazione», seppure - a suo dire - in parte gravata dall'eredità dall'Apartheid. Infine, la speranza: «Dobbiamo raggiungere la piena riconciliazione ed il benessere del Sud Africa, le fondamenta ci sono». Ma l'opposizione, pur rispettosa verso il presidente è rimasta molto fredda, parlando di «discorso difensivo, elusivo». Mandela non ha rinunciato ad uno dei suoi frequenti spunti autoironici parlando delle pensioni: «Sono lieto di annunciare che il governo ha deciso di aumentare del 4% le pensioni di invalidità e vecchiaia, la cosa mi riguarda - ha detto -. Già mi vedevo al bordo delle strade con al collo un cartello con su scritto "Vi prego, aiutatemi, sono disoccupato, con famiglia numerosa". Ma ora con l'aumento della pensione questo rischio si allontana». Difficile immaginare che Mandela esca del tutto di scena; quantomeno resterà carismatico padre nobde della nazione mentre il posto di presidente toccherà al delfino designato da tempo, il suo attuale vice Thabo Mbeki. [Ansa] Il presidente del Sud Africa Nelson Mandela e il suo successore Thabo Mbeki
Persone citate: Mandela, Nelson Mandela, Thabo Mbeki
Luoghi citati: Sud Africa
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