La lettera a Hassan

La lettera a Hassan La lettera a Hassan «Fratello, ecco perché ti ho tolto la corona» «Hassan è deposto. Lunga vita ad Abdabah bin Hussein». La notizia che non era più principe ereditario arrivò ad Hassan con una lunga lettera-testamento, scritta da re Hussein lo scorso 25 gennaio. Di tutti i motivi di rottura tra i due fratelli, quello davvero insanabile si rivela essere la linea di successione al trono: «Ero deciso a passare lo scettro a te - scrive Hussein - ma dopo di te, immaginavo un ruolo per il consigbo di famigba che ne assicurasse l'unità in modo che, quando fosse arrivato per te il tempo di scegbere il successore, questa avesse un ruolo importante nel nominare il più adatto». Hassan non intendeva però subbe imposizioni su questo punto. «Ho messo nelle tue mani alcuni fogb, che non ho fatto vedere a nessuno - prosegue Hussein -, ma la tua risposta non rifletteva lo spirito deba mia proposta né rispondeva abe necessità dei tempi. Eri assolutamente contrario a parlare di successione finché non fossi stato tu sul trono». Per decidere, Hussein si appebò aba Costituzione: «Tutte le condizioni che avevano dettato l'eccezione aba regola di scegbere come erede il primogenito del re erano ormai superate». Quando, nel '65, Hussein aveva designato principe ereditario il fratebo più anziano, non solo i figli erano minorenni ma «un'atmosfera cupa avvolgeva il Paese, con voci di un'imminente fine della Giordania». In chnica, prosegue Hussein, gb giunsero voci di slealtà: «La mia famigba è stata offesa da maldicenze e menzogne, e qui mi riferisco a mia moglie e ai miei figli. Ma io le ho per lo più attribuite alla tendenza alla rivabtà tra coloro che fingono di esserti fedele». Hassan ha ormai preso le distanze. «Deba mia famigba, in prima linea c'erano mio fratebo Mohammed e mia soreba Basma, che mi hanno fatto visita e hanno donato il midollo compatibbe con il mio. Anche tu ti sei offerto, ma il tuo non era compatibile». Hussem prosegue per abusioni: «C'erano arrampicatori, che volevano raggiungere la vetta, e quando la febbre crebbe, alcuni pensarono che fosse arrivata la loro occasione». Ma, come dimostrano i fatti, si sbagliavano. [e. st.l

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