Prove tecniche per il Colle?

Prove tecniche per il Colle? I NUOVI EQUILIBRI Prove tecniche per il Colle? Adesso il Polo sogna Fazio presidente •!:;: 'ROMA CENE da Quirinale. Poco meno di un mese fa, in uno dei tanti colloqui che intercorrono settimanalmente tra i vertici istituzionali, Oscar Luigi Scalfaro fece capire a Massimo D'Alema, in termini più che espliciti, di essere pronto a dimettersi in anticipo rispetto alle scadenze del suo settennato. Anticipando la fine del suo mandato - fu la motivazione ufficiale addotta in quell'occasione - il Capo dello Stato avrebbe potuto semplificare almeno in parte quell'ingorgo politico-istituzionale che concentra in poco tempo appuntamenti delicati come il referendum, l'elezione del nuovo Presidente e le elezioni europee. In realtà la ragione vera di quella proposta, almeno quella che si poteva arguire dai discorsi dei grandi strateghi che puntano alla proroga di Scalfaro, era un'altra: con le sue dimissioni improvvise il Presidente avrebbe colto le forze politiche ancora senza un accordo sid nome del probabile successore e questo, probabilmente, avrebbe dato più chance all'ipotesi di una sua riconferma, magari come unica via d'uscita in una situazione d'impasse. Paradossalmente, in quel colloquio fu invece Scalfaro a rimanere sorpreso: D'Alema lo pregò con una certa foga di accantonare quell'idea, ponendo dei problemi di opportunità. Ovviamente, qualcuno sul Colle, e non solo lì, diede un'interpretazione più maliziosa del «no» del premier: se l'elezione del nuovo Capo dello Stato fosse anticipata anche solo di qualche settimana, l'attuale Presidente del consiglio non avrebbe compiuto in tempo i cinquant'anni necessari per poter aspirare al Quirinale e, quindi, non avrebbe potuto neppure agitare tatticamente l'ipotesi di una sua candidatura. L'aneddoto basta e avanza per comprendere quanto sia complicata quest'edizione della corsa alla presidenza della Repubblica: sono davvero tanti i concorrenti alla gara, ce ne sono addirittura di insospettabili e si concentrano, ovviamente, nell'area della maggioranza di centrosinistra. Lo dimostra il fatto che tutti hanno paura di compiere il primo passo: Giuliano Amato, ad esempio, già deluso perché è andata a vuoto l'ipotesi di un suo approdo al nuhistero del Tesoro (Carlo Azeglio Ciampi, che qualche mese fa aveva espresso il desiderio di lasciare, in questa primavera ci ha ripensato), non sa come sondare l'atteggiamento dei vari interlocutori sulla sua candidatura al Colle. 0 meglio, da Berlusconi ha ricevuto segnali positivi («Stimiamo il suo nome», ha detto ancora ieri il cavaliere), ma il vero rebus riguarda l'orientamento del capo del governo di cui è ministro. Malgrado tutti i consiglieri spingano il «dottor Sottile» ad andare dal Premier per verificarne gli umori, l'interessato resiste: Amato ritiene che anche D'Alema in fondo accarezzi il sogno cruirinalizio, per cui non vuole compiere un passo falso. In questa condizione, con un centro-sinistra che non trova accordi al suo interno e che vede infoltirsi la fila dei papabili (l'ultimo nome uscito dal Ppi è quello di Sergio Mattarella), è ovvio che aumentino le possibilità per l'opposizione di condizionare l'elezione del nuovo Presidente. Così la giornata di ieri, quella del trionfo dei cattolici e della rottura della maggioranza su un tema delicato come quello dei figli in provetta, ha rilanciato i sogni del Polo facendo venire a galla l'ipotesi di una candidatura doppia - per il Quirinale, ma anche per Palazzo Chigi -: quella dell'attuale governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Eh sì, se c'è un nome che va per la maggiore dentro il Polo è proprio quello di questo nume tutelare della finanza cattolica. E' un nome che Silvio Berlusconi accarezza per il Colle e, in subordine, come candidato del Polo per Palazzo Chigi nelle prossime politiche. Lo stesso Fini non sembra porre problemi. Anzi. «Dipende - spiega il presidente di An - dall'interessato. Io gli ho parlato in diverse occasioni ma sempre su argomenti generici». Sarà la giornata particolare, ma ieri nel centro-destra Fazio era una sorta di superstar. «E' in cima alla graduatoria - osserva Gustavo Selva - dei nomi possibili sia per il Colle, sia come nostro candidato a Palazzo Chigi. Una sorta di Ciampi cattolico che potrebbe aprire a noi del centrodestra la porta dell'establishment del Paese». Ragionamenti che echeggiano anche sulla bocca del numero due dei Ccd, Marco Follini. «E' un nome che può funzionare per entrambi i vertici istituzionali. Io per il Colle lo vedo ben messo perché, essendo un cattolico, risolverebbe a D'Alema anche il problema degli equilibri tra Quirinale e Palazzo Chigi. Eppoi se non va lì, potrebbe diventare davvero il candidato del centro-destra al governo. Come Ciampi è stato il passaporto per i comunisti che volevano farsi accettare dalla classe dirigente del Paese, Fazio potrebbe esserlo per noi. E per la premiership del Po¬ 10 sicuramente andrebbe più a genio a Berlusconi di altri nomi, a cominciare da quello di Letizia Moratti che, invece, potrebbe competere con 11 Cavaliere sul piano della popolarità. Fazio sarebbe un Dini più affidabile, perché non è tipo da bussare alle sette chiese per una poltrona. Rimane da vedere cosa pensa l'interessato di queste proposte». Sulle intenzioni del governatore nessuno si sbilancia, conoscendo la serietà e ia naturale riservatezza dell'interessato. Ma una cosa è certa: la prospettiva di avere un Fazio candidato del centro-destra già ora fa nascere qualche timore nel centro-sinistra. «Per noi sarebbero cavoli», commenta laconico il diessino Sergio Sabattini, mentre Lanfranco Turci si limita a dire: «Faccio gli scongiuri». E forse proprio per togliere al Polo questa possibilità, in un centro-sinistra disorientato come quello di queste settimane, qualcuno potrebbe anche essere tentato di spedire il Governatore sul Colle. Pur di averlo dalla propria parte. Augusto Minzolini Un nome che piace al Cavaliere e che non è ostacolato da Fini «Dipende dall'interessato...» Poche settimane fa Scalfaro ha fatto capire a D'Alema di essere disposto anche a dimettersi per evitare l'«ingorgo» di primavera Il governatore di Bankitalia Antonio Fazio A sinistra il premier D'Alema

Luoghi citati: Cene, Roma