Salvalo dal Pupa, rischia di nuovo la morte di Andrea Di Robilant

Salvalo dal Pupa, rischia di nuovo la morte Responsabile di tre omicidi, fu condannato per uno solo. Il procuratore vuol riaprire il caso Salvalo dal Pupa, rischia di nuovo la morte Un altro processo per Mease WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Darrel Mease, il pluriornicida salvato da Papa Wojtyla la settimana scorsa, si prepara a lasciare il braccio della morte nel carcere federale del Missouri. Ma non è escluso che ci torni presto. Perché il procuratore che ottenne la sua condanna quasi dieci anni fa per l'omicidio di un paraplegico ora vuole processarlo per altri due omicidi. La notizia è esplosa ieri proprio mentre il Commissario Onu per i diritti umani, Mary Robinson, rivolgeva un appello alle autorità americane per bloccare un'altra esecuzione in Oklahoma: «L'uccisione di una persona non può giustificare il fatto che se ne uccida un'altra». La saga di Darrel Mease è nota. La sua esecuzione era stata programmata per martedì scorso, proprio quando il Papa doveva sbarcare a Saint Louis. Il giudice la rinviò al 10 febbraio per evitare la sgradevole coincidenza. Poi l'appello del Papa durante il suo soggiorno nella città convinse il governatore Mei Carnahan a commutare la pena di morte nell'ergastolo. Ma la gioia di Mease rischia di essere prematura. Jim Justus, il procuratore della contea di Taney che ottenne la condanna a morte di Mease nel 1990 per l'uccisione di William Lawrence, un 19enne handicappato, ha già riaperto il caso. Vuole riportare il «graziato» nel braccio della morte. «E se i miei capi mi danno il via libera - proclama Justus - io me lo vado a riprendere». Si è detto in questi giorni, erroneamente, che Mease era stato condannato a morte per un triplice omicidio: quello di William Lawrence e quello dei suoi nonni, Lloyd e Frankie Lawren¬ ce. In realtà venne processato solo per il primo di quegli omicidi. Fu condannato a morte. E il procuratore, d'accordo con i familiari delle vittime, ritirò la denuncia relativa agli altri due omicidi. Ma lunedì scorso il procuratore Justus ha riaperto il fascicolo Mease su espressa richiesta di Rosemary Brown, una figlia dei Lawrence che non ha per nulla digerito l'intervento del Papa a favore dell'assassino dei suoi genitori. E vuole vederlo processato. Il problema di Justus è che la famiglia Lawrence è divisa. Alcuni la pensano come Rosemary, dice il procuratore, «altri se ne fregano purché Mease rimanga dietro le sbarre e altri ancora sono assolutamente contrari. Dicono: "Fa parte del passato. Lasciamo correre"». Ormai sono passati dieci anni dal triplice omicidio, e Justus teme che sia più difficile raccogliere gli elementi probatori necessari per ottenere una nuova condanna a morte. La decisione di processare o meno Mease sarà presa nel giro di un mese. Ma qualora venisse condannato nuovamente a morte, le sue chance di sfuggire all'esecuzione sarebbero minime. Il governatore Carnahan ha già detto che rimane un sostenitore della pena di morte e che la «grazia» nei confronti di Mease va intesa come un gesto assolutamente eccezionale dovuto alla presenza del Papa a Saint Louis. A meno di un'altra commutazione a sorpresa, questa volta da parte del governatore dell'Oklahoma, oggi sarà giustiziato Sean Sellers, che uccise sua madre, il patrigno e un negoziante quando aveva appena sedici anni e soffriva di disturbi mentali. Il fatto che Sellers fosse minorenne all'epoca del triplice omicidio ha spinto Mary Robinson a rin- novare ieri il suo appello a nome dell'Orni. «Questa esecuzione ha detto - viola principi internazionali ormai radicati». E nel carcere di San Quintino, in California, il monaco buddista thailandese Jaturun Siripongs si prepara a morire anche lui - l'esecuzione è stata fissata per il 9 febbraio - proprio mentre una sua «personale» organizzata dall'italiana Laura Magnani apre al pubblico. Trentadue quadri dipinti in carcere. La mostra si chiama «Arte del colore della morte». Andrea di Robilant Oggi l'esecuzione di Sean Sellers, assassino a 16 anni. Appello del Commissario Onu II presidente filippino Joseph Estrada non ha lasciato alcuna speranza alle organizzazioni abolizioniste filippine[FOTo reuters)

Luoghi citati: California, Missouri, Oklahoma