D'Atonia; nessuno manovra aggiuntiva

D'Atonia; nessuno manovra aggiuntiva Il premier replica a Bruxelles sul deficit pubblico. E il ministero del Tesoro conferma D'Atonia; nessuno manovra aggiuntiva «La spesa previdenziale è sotto controllo» ROMA. Un'occhiata ai pozzi di petrolio. Ma l'orecchio teso verso Bruxelles. Mentre visita il giacimento della Val d'Agri, in Basilicata, il presidente del consiglio Massimo D'Alema valuta le indicazioni che provengono dalla cornmissione europea a proposito dei conti pubblici. E difende la loro bontà, non mostrando alcuna preoccupazione: «Non abbiamo in programma di fare manovre» dice. Ovvero: per il governo non servono interventi aggiuntivi sulla strada della riduzione del deficit statale. E' una risposta alle autorità europee, ma anche ad alcune voci che erano cominciate a circolare negli ultimi giorni, alimentate in particolare dall'opposizione di centrodestra. Secondo queste voci, il governo si sarebbe apprestato a varare una manovra aggiuntiva per tenere sotto controllo il deficit pubblico appesantito da una crescita del prodotto interno lordo inferiore alle previsioni. La puntualizzazione di ieri di D'Alema tende perciò a bloc- care qualsiasi discussione. Il governo quindi non accetta che si possano avanzare riserve sull'evoluzione dei dati di bilancio. E ha accolto senza patemi la raccomandazione avanzata a Bruxelles dalla commissione europea all'Ecofin (il consiglio dei ministri europei dell'economia) di sollecitare all'Italia nella riunione di lunedi 9 febbraio una revisione del piano di stabilità 1999-2001. Questa richiesta per D'Alema non deve essere considerata né una bocciatura né un nuovo esame: «Non dobbiamo pensare ad esami di riparazione, ormai siamo stati promossi» fa presente il presidente del Consiglio alludendo alla conquistata partecipazione all'euro (ottenuta anche centrando il rapporto del 3% tra deficit e pil). D'Alema sostiene che devono essere adeguati gli obiettivi di bilancio con il prossimo dpef, il documento di programmazione economico finanziaria, ma con un avvertimento: «Vogliamo una finanza in pari, ma non un Paese depresso». Dopo che D'Alema ha puntualizzato che non sono all'orizzonte manovre aggiuntive, in serata è stato lo stesso ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi a confermarlo ufficialmente in seguito a una telefonata avuta con il commissario europeo Yves Thibault de Silguy. Fonti del Tesoro chiariscono infatti che non ci sarà alcuna manovra da 8-9 mila rniliardi, come è «emerso chiaramente» dalla conversazione tra Ciampi e De Silguy. Per l'Italia non c'è lo scostamento dello 0,35-0,4% nel rapporto tra deficit e pil indicato da De Silguy perché sarà possibile giovarsi delle minori spese per interesse: pertanto non occorrono in¬ terventi correttivi. Con Bruxelles è stata poi concordata una nota nella quale si legge che «il governo italiano conferma il suo impegno a raggiungere gli obiettivi di disavanzo e di debito indicati nel piano di stabilità ed ad assumere le iniziative che si rivelassero necessarie per conseguire gli obiettivi stessi, come già espresso nella lettera inviata il 27 gennaio scorso dal tesoro a De Silguy stesso». Nella nota viene rilevato che a maggio, al momento della presentazione del dpef, «l'Italia rivedrà le sue previsioni di crescita e il loro possibile impatto sul bilancio e indicherà gli obiettivi per il 2002». Perciò «la commissione e il consiglio dell'Unione europea saranno tenuti informati». Per quanto riguarda il rallentamento del pil, Ciampi ieri ha sostenuto che «non è prevedibile» un incremento pari a «più del 2% nel '99». In sostanza da parte italiana c'è la massima sicurezza in vista dell'Ecofin di lunedì prossimo e non si accetta che possano essere avanzati dubbi sull'andamento dei conti pubbhci: «Abbiamo in programma di spiegare all'Europa - afferma D'Alema - che intendiamo raggiungere gli obiettivi stabiliti». E questi, ricorda il presidente del Consiglio, ruotano intorno a due perni essenziali, l'avanzo primario (cioè l'attivo di bilancio al netto del pagamento degli interessi sul debito pubblico) e la spesa per interessi (in caio). Comunque D'Alema accennna a «eventuali integrazioni» alla politica economica del governo che potranno essere decise con il dpef. Rispondendo alla Commissione europea che ha sollecitato un'accelerazione della riforma delle pensioni, Paolo Onofri, consigliere economico di Ciampi, ha assicurato che la spesa previdenziale è sotto controllo. E quindi la questione di un intervento congiunturale sulle pensioni non si pone «per ragioni politiche». Roberto Ippolito *** . * ' * ★ * A destra: il commissario europeo Yves de Silguy Sotto: il ministro Carlo Azeglio Ciampi Nelle foto a sinistra: il Governatore di Bankitalia Antonio Fazio e Paolo Onofri consigliere economico del Tesoro De Silguy telefona al ministro e concorda un comunicato >1198a9, pePTibadire l'impegno italiano !1^là rispettare il programma di stabilità lab OjJobcrrq

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