La «Montis Regalis» con Jordi Savall trova ritmi danzati di Giangiorgio Satragni

La «Montis Regalis» con Jordi Savall trova ritmi danzati IL CONCERTO IN CONSERVATORIO La «Montis Regalis» con Jordi Savall trova ritmi danzati Non poteva avere miglior inizio, quest'anno, l'attività dell'Orchestra Barocca «Academia Montis Regalisi», che dopo ogni ciclo serninariale a Mondovì tiene un concerto a Torino con il direttore che ha guidato la parte di corso. Ospite al Conservatorio in collaborazione con l'Unione Musicale, il complesso ha potuto far tesoro della presenza di Jordi Savall, gran suonatore di viola da gamba, qui nella veste di direttore tra i più convincenti, se non il migliore fra di quelli che eseguono la musica barocca su strumenti antichi. Assiduo interprete del repertorio francese, Savall ha portato anche qui pagine di Lully e di Rameau, restituendole con una pienezza espressiva e al tempo stesso con una proprietà di stile di cui si conserverà memoria. Il Seicento di Lully è l'incarnazione musicale della gloria luminosa di Luigi XIV, è musica pomposa, con trombe e timpani e tamburi, con una scansione aulica del ritmo che lascia poi spazio a movimenti in tempo di danza. E' così nel «Divertisse- ment royal» come nei brani strumentali dalla tragédie-lyrique «Alceste»: Savall lo dirige con un gusto spiccato per il colore e con una vivacità non esagerata, dove la grandeur con cui stacca il tempo (quello giusto, diremmo) evoca immediatamente Versailles. E' musica in cui egli fa percepire il ruolo di ogni strumento, come singolo e come parte del tutto, non rinun¬ ciando alla spettacolarità sonora dei due cembali alle estre-" mità. Toccando l'austriaco Muffat, che si rifa a Lully, Savall è giunto al Rameati dell'ultimo anno di vita: Settecento avanzato, con tutto quello che comporta. Meno pompa, più ricerca armonica e timbrica, maggior sensibilità interiore si trovano nella suite strumentale dalla tragédie-lyrique «Les Boréades», dove Savall è stato maestro nell'arte delle sfumature, raggiungendo una profondità e anche un patetismo che altri esecutori non sanno trarre dalle pagine. E' il piacere di far musica, che è uguale con orchestre moderne o antiche, che è maggiore con i ragazzi della «Moritis Regalis», entusiasti e intonati ad eccezione dei corni naturali (peraltro cUfficilissimi da suonare). Battimani del pubblico e battipiedi dell'orchestra per il maestro. Giangiorgio Satragni

Persone citate: Jordi Savall, Luigi Xiv, Montis, Rameau, Savall

Luoghi citati: Mondovì, Torino, Versailles