Mamet scopre la formula della regia
Mamet scopre la formula della regia PREME CINEMA Il grande drammaturgo convince per la quinta volta dietro la macchina da presa Mamet scopre la formula della regia In un noir che ricorda Hitchcock CHI è come sembra?» questa domanda da commedia di Pirandello risuona in «La formula» di David Mamet in un contesto che se l'aggettivo non fosse abusato si potrebbe definire kafkiano; ma forse appartiene, molto più semplicemente, all'universo paranoide dei film di Hitchcock dove Cary Grant o James Stewart si scoprivano al centro di soffocanti congiure. Qui l'innocente di turno è Campbell Scott, inventore di una formula (nell'originale definita «The Process») destinata a rendere Re Mida chi la possiederà e ambita perfino dai giapponesi. Pur non ignaro del proprio potere di acquisto, da umile impiegato il protagonista vorrebbe solo un aumento di stipendio. Ma il suo capo Ben Gazzara chissà perché non è disposto ad accontentarlo, la segretaria Rebecca Pidgeon gli offre un conforto che ben presto appare sospetto e il misterioso fanfarone Steve Martin (in un'interpretazione di classe, come sempre succede quando i grandi comici diventano attori) alterna lusinghe e rimbrotti imponendo la propria presenza in maniera sempre più perentoria. Arrivato a trasformarsi da piccolo attore senza talento in uno dei maggiori drammaturghi della scena contemporanea, rappresentato frequentemente anche in Italia, finora Mamet era considerato un cineasta per hobby. Ma «The Spanish Prisoner» (la pellicola numero cinque dell'autore di «American Buffalo», si intitola a un notissimo imbroglio praticato dai bidonisti) è stato finalmente preso sul serio dalia critica del suo Paese, che l'ha èlc^giatóall'vùianimita. I ( ! Ed é davvero un film clpve la consueta' materia del «noir» si trasforma, in un sapiente dosàggio di indizi e allusioni, in qualcosa che tende ad assumere inquietanti significati esistenziali nell'ambito della psicologia del profondo. Accanto alla consueta esperta direzione degli attori in un perfetto concertato drammaturgico, Mamet esibisce un'abilità, ormai da cineasta e non più da uomo di teatro, nell'utilizzare la fotografia di Gabriel Beristain e la musica efficacissima di Carter Burwell. Nessun dubbio che sia un regista. Alessandra Levantesi Un intrigo inquietante con Campbell Scott la misteriosa segretaria Rebecca Pidgeon e Steve Martin in un ruolo da fanfarone LA FORMULA di David Mamet con Campbell Scott Steve Martin Rebecca Pidgeon Stati Uniti, 1998; noir Ai cinema Nazionale 2 di Torino Ducale di Milano Broadway, Capltol, Excelsior, Quirinale, Roma di Roma , David Mamet regista de «La formula»
Luoghi citati: Italia, Milano, Roma, Stati Uniti, Torino
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