Adonis, la poesia come grimaldello di Igor Man

Adonis, la poesia come grimaldello Premiato al Nonino, così ci apre le diffìcili porte della cultura araba Adonis, la poesia come grimaldello A- DONIS: qualche anno fa mancò il Nobel: per ragioni politiche, si vuole - e francamente non si capisce cosa c'entri la politica con il più ambito dei premi, I «al di sopra delle parti», secondo la vulgata. Malesh: intanto si consola con il «Nonino 1999», poi si vedrà. Adonis: Ah Ahmad Said Esber, siriano, 69 anni portati con indulgenza. Vive in Francia dagli Anni 80 e lo pseudonimo viene dal mito di Adone, ucciso, lui così lùnpido e aereo, da un cinghiale. Le prime poesie, questo contadinello fuggito dal paese «per fare il poeta», le pubblica a 17 anni. Studia, si laurea, si trasferisce a Parigi diventando il simbolo della cultura araba che vuole ascoltare l'Altro e da questi farsi ascoltare. Il «Nonino per la Letteratura» è un premio ùnportante perché serio, distillato dalla passione di una famiglia, deliziosamente folle, che quest'anno compie cent'anni. Chi scrive ha incontrato Adonis alla fine degli Anni 80, grazie a Khaled Fuad Allam e a monsignor Balletto che per la Marietti erano andati in rue Feutrier, nel cuore della Parigi araba, a chiedere all'editore Pierre Bernard di pubblicare in Italia la Introduzione alla poetica araba. Allora Adonis era conosciuto da pochi addetti ai lavori, in Italiamentre in Francia, in Europa, lo consideravano «un monumento della poesia contemporanea». Di quel rapido incontro sono grato a Fuad, allievo del sommo Berque, di Arkoun, appassionato docente di islamistica all'Università di Trieste. Grato poiché Adonis è il grimaldello poetico che apre le difficili porte deUa cultura araba. Adonis tuttavia è un Poeta di difficile «classificazione», poiché la sua opera non rappresenta una frattura e nemmeno una rifondazione nell'arte poetica araba. Fra tutti i poeti arabi contemporanei è probabilmente lui che ha spinto al limite massimo il «corpo a corpo» con la parola, perché nell'ambito della lingua araba la parola è anche il Verbo con cui Dio si è rivelato, con cui si è manifestato l'Invisibile. Per Adonis l'importante non è tanto colmare il vuoto fra l'essere e l'Invisibile, ma tracciare un \>3 Il poeta Adonis, 69 anni itinerario di significato, e riempire di senso il viaggio, lungo o breve che sia, della vita. Il Verbo dunque è ciò che non solo può darci un «riflesso estetico» deU'invisibilità ma può farci capire la tentazione del viaggio verso queU'Invisibile. Adonis usa spesso l'immagine del vento - ha vinto il premio con Memoria del vento -, dove il vento non è forza meccanica della natura ma anche forza dello spirito. In arabo «vento» e «spirito» corrispondono alla stessa parola: quel soffio di vita castamente cantato nella Sura coranica dedicata a Maria, che racconta come la giovinetta vergine ebbe un figlio dallo Spirito. Le parole di Adonis sono come il vento che ci spinge verso il mistero primordiale: il soffio della vita. Fra tutti i poeti europei, quello che probabilmente si avvicina di più a Adonis è Mario Luzi: sono entrambi, in un certo modo, «poeti della riconciliazione», forti nella fragilità del nostro mondo in cui i rumori della guerra coprono spesso la voce del Poeta. E c'è, inoltre, nell'opera di Adonis «qualcosa» che si coniuga con l'Assoluto ripensato da Claudio Magris, con la purezza primordiale di Mario Rigoni Stern. Igor Man \>3 Il poeta Adonis, 69 anni

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