LA GUIDA COME UN DOVERE di Marco Neirotti
LA GUIDA COME UN DOVERE LA GUIDA COME UN DOVERE Diede alla Cina dignità nazionale dopo secoli di depredazioni straniere M~ AO fu un grande statista. Così lo giudica Enrica Collotti Pischel, docente di Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici all'Università di Milano. Quali furono i suoi meriti? «Aver unito gli ideali degli intellettuali con le esigenze dei ceti poveri, avviando un'unità e una dignità nazionali che restituissero la sovranità cinese dopo vessazioni e depredazioni esterne. Portò l'idea di progresso, il principio per cui si può aspirare a migliorare, fondato sull'uguaglianza». Ma compì errori. «Ci furono contraddizioni e errori nefasti, come sprechi di capitali e persone, rinunce ai consumi delle grandi masse, persecuzione di intellettuali leali, ina portò ia Cina con dignità a essere fra le cinque prime potenze nella trasformazione sul piano economico». Rivoluzione culturale, ma anche repressione culturale. «Nel combattere la cultura d'elite si lini per negare la cultura del passato. E' stata una delle colpe maggiori. E nel presente Mao considerava le critiche come attacchi inaccettabili, che minavano il potere, e lui sentiva la guida come un dovere. Non riuscì a creare un'etica di massa e tradì le giovani guardie rosse della rivoluzione culturale: quando le loro istanze furono in contraddizione con il potere li cancellò». A questi prezzi ha sdoganato il Paese da immobilità e sovranità esterne? «Sì, con una conoscenza magistrale della politica estera, giocando un barbaro contro l'altro: l'Urss trattava la Cina come un servo infedele e lui invitava Kissinger». La sua politica sembra diversa da come la leggevano gh estimatori occidentali. «Era diversa. Si sottovalutavano il carattere gerarchico di tutte le società orientali che nessun militante occidentale avrebbe accettato. Così come si sottovalutava lo sforzo che chiedeva ai singoli per realizzare i fini. Da noi era interpretato come rifiuto della società del benessere, dei condizionamenti. Là era battaglia contro il tradizionalismo confuciano». Insomma, Mao promosso? «La sua istanza di governabilità ha reso autonoma la Cina. Senza quella rivoluzione, quel riscatto, una crisi della Cina avrebbe travolto il mondo in vicende incredibili». Marco Neirotti
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