L'euro fa bene anche all'arte

L'euro fa bene anche all'arte L'euro fa bene anche all'arte E' stato un ottimo 1998, soprattutto nel primo semestre. E per il futuro si spera nella caduta dei troppi vincoli agli scambi grazie alla divisa unica N ON c'è alcun dubbio. Al I mercato dell'arte il «fattore euro» suona come una vera e propria iniezione di ottimismo. Almeno a giudicare dalla crescita delle compravendite nel '98. Il nostro Paese, in questo senso, ha giocato un ruolo fondamentale: nel 1° semestre, il fatturato delle principali case d'asta italiane puntava diritto al raddoppio rispetto al '97. La lieve flessione autunnale non ha, nel complesso, inciso sulla tendenza all'espansione. Poiché, di sicuro, ci saranno ottimi risultati finanziari sul capitale investito, se si applicherà, nelle scelte, una grande attenzione. Sul mercato italiano compaiono sempre più acquirenti stranieri. L'aumento della richiesta produce non solo la crescita del volume complessivo degli affari ma, cosa ben più importante, la trasformazione delle stime. VALORI DI SCAMBIO In una sola notte di New York si vendevano quadri per totali di incasso pari al ricavato di oltre cento vendite italiane. Ora, le cose stanno cambiando. Tanto che anche i valori accennano gradualmente ad avvicinarsi alle medie internazionali. Attenzione, però, in alcuni casi siamo ancora lontanissimi dai normali valori di scambio per esempio rintracciabili a New York, Ginevra, Hong Kong o Londra. Perciò, applicando scelte molto rigorose sul piano della qualità, acquistare oggi opere d'arte in Itaba potrebbe rivelarsi una scelta vincente da qui a 3-5 anni. Non a caso negli ultimi mesi è aumentata nelle nostre vendite all'asta la presenza di società bancarie e gruppi finanziari - italiani e non - pronti a speculare su qualsiasi cosa abbia persino l'ombra di una buona opportunità di rendimenti. TASSE DIFFERENTI Ma un limite alla naturale espansione consiste nelle ancora eccessive differenze di legislazione. Chi acquista un quadro a New York, per poi portarlo in Europa, paga una tassa diversa da Paese a Paese. In Italia l'Iva applicata all'importazione di un'opera d'arte è del 10%. In Spagna del 7%, in Francia del 5,5%. Mentre l'Inghilterra non a caso cuore come New York di questo business - è esente. I Paesi della Comunità stanno mettendo a punto un programma per uniformare questo balzello al 5%. Se questa insieme ad altre unificate norme di liberalizzazione del mercato d'arte si realizzeranno, la mitica New York, con le sue aste miliardarie, troverà nuovi amici. Soprattutto Londra, ma anche Parigi, Roma, Milano e Amsterdam. Il vero problema dunque, in attesa degli eventi «politici», resta quello di concentrarsi nei migliori acquisti. Qual è il settore migliore? ecome valutare le opere e le scuole destinate a crescere di valore? Nei servizi all'interno abbiamo cercato di rispondere a queste domande. LE OCCASIONI In sintesi potremmo dire che, forse, le migliori occasioni risiedono ancora in una larga fetta del mercato relativo ai dipinti antichi. Soprattutto quelli anche con soggetti impegnativi o religiosi del '600 e '700 (sottoquotati e poco di moda), a patto che siano di gran qualità. Ma anche l'Ottocento riserverà grandi sorprese, principalmente su due versanti: gli autori «minori» a cavallo tra '800 e '900 la pitturaeuropea, oggi sdegnata da tutti e acquistabile (di qualità) con 5/30 milioni di lire. Infine i mobili e gli arredi, dal cassettone alla specchiera sino agli argenti. Oggetti che all'estero, per la loro rarità, sono in grado già oggi di strappare offerte al triplo dei nostri valóri. SCALATA La scorsa settimana a New York il finanziere americano Ronald Baron - già protagonista nel gennaio '97 dell'acquisizione del 16% dell'American Mobile Satellite insieme a AT&T e Hughes - ha annunciato la sua scalata sulle azioni di Borsa della Sotheby's (insieme a Christie's la maggiore casa d'aste del pianeta), con un acquisto di 670.400 azioni a prezzi compresi tra i 30,93 c 35,93 dollari, portando così il totale delle sue azioni Sotheby's a 23,53 milioni (pari al 59%). Dopo l'annuncio, il prezzo stock Sotheby's si è alzato di 9 punti per chiudere a 41,50 dollari. Quasi in contemporanea la società d'aste americana ha annunciato il lancio della Sotheby's. com, il nuovo reparto on-line per il quale prevede investimenti di oltre 25 milioni di dollari. Insomma, l'America parte a razzo, a condizione che l'economia mondiale eviti forti crisi. Paolo Manazza Nonostante il generale aumento di interesse registratosi nel corso del 1998 su questo settore noi crediamo esistano ancora molti spazi di manovra per effettuare ottimi acquisti. A patto ci si orienti con la massima attenzione. Non solo verso la qualità (necessità inderogabile) ma anche e soprattutto nella riscoperta di numerosi artisti sino ad oggi considerati «minori» e dunque accessibili a prezzi tra i 5 e i 40 milioni di lire. Dopo il boom nsgii anni scorsi dei Macchiaioli (che.oggi registrano una rivalutazione di Lega e una stasi di Fattori) è ora la volta di una fòrte crescita per artisti post-macchiaioli e divisionisti (dunque a cavallo tra fine '800 e inizio '900). Inoltre continua (e continuerà) ad aumentare l'interesse -insieme alle stime per molti pittori della scuola lombarda dove ai grandi nomi come Mose Bianchi continuano ad aggiungersene altri un tempo quasi ignorati (come ad esempio Pompeo Mariani). In rialzo le quotazioni degli orientalisti (con in testa il Pasini che con un «Mercato orientale» in asta stimato 50 ha fatto quasi 150 milioni). Esistono anche alcuni segnali per una forte crescita nei valori della pittura di genere. Non solo per gli autori oggi più apprezzati (come Bechi, Zampighi o Andreotti), ma anche per altri considerati «minori» (specie d'area lombarda). In espansione, infine, la richiesta di ritratti, specie femminili. o Legenda: I valori (da 1 a 10) indicano mediamente, in senso crescente, la possibilità di concludere buoni affari in vendita e in acquisto, nei prossimi sei mesi. La crescita nel volume degli scambi continuerà probabilmente anche nel 1999. Ma questo settore resta comunque di non facile frequentazione, causa le possibili repentine turbolenze che non di rado lo investono. Da sempre è considerato l'analogo in arte dei fondi di investimento ad alto rischio. Con grandi possibilità speculative sul breve ma rischio di forti perdite sul capitale in- vestito. Certo le quotazioni di alcuni Maestri italiani del '900 (tra qui Sironi, Carro, Bolla, Gentilini e De Pisis) hanno ancora margini di crescita per l'apprezzamento di una platea non più solo italiana.A differenza di De Chirico o Morandì o (per gli astrattisti) di Fontana, Burri e Manzoni i cui prezzi sono ormai quasi in linea con quelli del mercato internazionale. Si aprono nuovi spazi per autori sino ad ora nella fascia media (tra cui Boetti e Schifano) le cui opere migliori potranno in futuro stupire nelle aggiudicazioni. Grande attenzione anche alle produzioni del cosiddetto «secondo Futurismo», specie CONVENDIT per i lavori di «aereopittura» degli Anni Trenta. Va segnalata l'attenzione in crescita verso certa scultura di grande livello (da Melotti a Messina, Martini e Greco). Sulla contemporanea italiana degli emergenti potrebbe nascondersi qualche |olly. Se il futuro mercato europeo pescherà anche da noi qualche star come l'inglese Hirst o il tedesco Reiner. Oggi si può ancora acquistare con meno di 10 milioni qualche opera di giovani apprezzati (da Airò a Frangi, Cingolani, Papa, Pintaldi, Toderi, Pancrazzi o Manzelli). Ma oltre a un buon occhio ci vuole un pizzico di fortuna. ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA VENDITA: 7 • ACQUISTO: 7 Soprattutto per gli argenti il mercato italiano si sta rivelando un'ottima piazza per ali esemplari di grandi maestri argentieri del XVIII e XIX secolo da qualche mese rincorsi nelle aste italiane da una clientela internazionale che ha inevitabilmente aggiornato le stime alle ben più alte quotazioni d'Oltralpe. E' in rialzo anche l'argenteria inglese ma soprattutto quella francese del secondo Ottocento, un tempo snobbata sul nostro mercato. Gli acquisti migliori (con punteggio inferiore all'opportunità di vendita) devono limitarsi a pezzi con sicuro valore collezionistico. Mentre quelli rivolti agli esemplari d'uso (con valore decorativo) rischiano di investire più del dovuto. Per i gioielli si è notato un gran clamore intorno agli esemplari provenienti da collezioni famose. Successo di vendita assicurato anche per esemplari rari firmati da celebri maison. Potrebbe essere questo il momento migliore per disinvestire. Per gli acquisti prestare attenzione ai gioielli di produzione antica. Da quelli Déco sino alla seconda metà dell'800 specie se prodotti da alcuni rinomati artigiani. -, ■