ZAMTHUSHTRA, IL SAGGIO CHE ANTICIPO' LA BIBBIA di Anacleto Verrecchia

ZAMTHUSHTRA, IL SAGGIO CHE ANTICIPO' LA BIBBIA ZAMTHUSHTRA, IL SAGGIO CHE ANTICIPO' LA BIBBIA IENO di slancio etico e religioso, il poeta persiano Ishqi canta: «Una nuova Aurora / Ritorna sul cielo delle terre dell'Est. / Oriente, risorgi e insegna ancora all'Occidente / Che cosa significa Umanità e Rettitudine. / Speriamo e preghiamo, che quando l'Est, vasto e risvegliato, / Sarà di nuovo / P t ll T forte, userà la sua forza ritrovata / Per portare alla Terra, provata dalle sofferenze, / Il dono della Pace, della Buona volontà e della Fratellanza». Ex oriente lux! Di là venne la Sapienza e di là essa verrà di nuovo, se gli astri non cambieranno il loro corso. Quando l'Occidente era ancora immerso nelle brume, sull'altipiano iranico risuonava l'alta parola del magnanimo Zarathushtra, il profeta del Dio Ahura Mazda e autore ispirato dell'Aveste, testo sacro per eccellenza. Esso è stato tradotto in francese, in tedesco e in inglese, ma non in italiano. A che cosa servono, i nostri iranisti? Probabilmente ritengono che il tradurre sia un lavoro da manovali. E questo vale anche per gli altri «specialisti» accademici, i quali si limitano a interpretare questo o quel particolare, senza che ci scap¬ 'i ppi mai un bel libro d'insieme Fateci caso: la cultura accademica, che consiste per lo più in una sterpaglia di saggi e saggetti, è la cosa più sterile che si possa immaginare. Su Zarathushtra, per fortuna, abbiamo ora questo bel lavoro di Arnaldo Alberti. Chi lo legge ha spesso l'impressione di avere fra le mani la Bibbia, tante sono le analogie; ma siccome l'Avesta è di gran lunga più antico della Bibbia, delle due l'una: o il Padreterno si confidò con Zarathushtra prima che con i profeti biblici, o i compilatori della Bibbia scopiazzarono l'Avesta. Alberti scrive: «Il pensiero di Zarathushtra ha, fuor d'ogni discussione, influenzato la stessa Religione di Abramo e Mose, fin dall'esilio degli Ebrei in terra di Babilonia». E fa degli esempi. Ancora maggiori, se possibile, sono le analogie con il cristianesimo, visto che nell'Avesta si parla già di annunciazione, di messia che nasce da una vergine, di giudizio finale, di inferno, di purgatorio e di paradiso, parola persiana come quella di Dio stésso. E gli angeli? Vengono anch'essi dall'Iran. Insomma si può dire che gran parte dell'impalcatura mitologica del cristianesimo sia ricalcata sall'Avesta. Si veda anche, a questo riguardo, la meravigliosa opera Gesù Cristo e il cristianesimo di Piero Martinetti, un vero filosofo vergognosamente ignorato dalla nostra cultura ufficiale. Il libro di Alberti è molto dotto, ma senza pesantezza. L'autore riesce a farsi leggere anche quando fa sfoggio della sua invidiabile attrezzatura filologica e linguistica. Semmai gli si può rimproverare di indugiare troppo sulla puntualizzazione filologica e di strizzare più del necessario l'occhio al cristianesimo. E' certamente importante stabilire se il mazdaismo, la religione professata da Zarathushtra (non Zarathustra, come siamo abituati a scrivere sull'esempio di Nietzsche), fosse dualistico o monoteistico. Ma alla fine ciò che c'interessa veramente, nell'Avesta, è l'aspetto etico e filosofico. E qui Alberti, tutto preso dalle sue puntualizzazioni filologiche, manca di slanci o si rivela una guida insufficiente. E che c'entrano, in nome del cielo, il «ciarlatano» Hegel e il suo epigono Heidegger con l'alta sapienza orientale? Il solo nominarli accanto a Zarathushtra suona quasi come una bestemmia. Consiglierei al lettore di fare così: prima leggere il libro di Alberti, dove è narrata ma¬ gnificamente la vita del saggio persiano, e poi II libro del Consiglio di Zarathushtra, commentato da R. C. Zaehner e pubblicato dall'editore Ubaldini. Qui si trovano delle massime, soprattutto per quel che riguarda l'amore per gli animali, che andrebbero scolpite in lettere d'oro. Ne riporto qualcuna: «Non peccare contro l'acqua, il fuoco, il bestiame, o altri animali domestici, o contro il cane e la specie canina. Fa' in questo modo e non troverai sbarrata la strada verso il Cielo e il Paradiso». Zarathushtra - e qui sta la sua grandezza - considerava alla stessa stregua tutti gli esseri viventi, fenomeni diversi di un'unica esistenza universale. Non per niente era vegetariano e si scagliò violentemente contro qualsiasi forma di sacrificio. Un'altra massima raccomanda di non annoiare, parlando o scrivendo, il prossimo. Questo bisognerebbe dirlo a tutti quelli che scrivono e scrivono, senza mai comunicare un pensiero chiaro, a cominciare da Hegel. L'autore scrive che tra le pagine più nere della storia del mazdaismo c'è «l'incendio, ordinato da Alessandro il Macedone», di Persepoli, «dove erano custodite le dodicimila pergamente contenenti tutti i libri dell'Avesta». Se l'allievo di Aristotele fece veramente questo, merita l'esecrazione universale. Eppure Alessandro, che nella spedizione in Oriente si era portato dietro filosofi come Onesicrito, mostrò molto interesse per i Paesi conquistati, come dimostra il suo comportamento con i gimnosofisti e con l'asceta Calano in modo particolare. Non sono uno storico, ma a me sembra che sia stato il fanatismo islamico a dare un colpo mortale all'insegnamento di Zarathushtra. Anche gli sfregi che si vedono sui bassorilievi del palazzo imperiale di Persepoli sembrano fatti da mano araba. Nel tempio zarathushtriano di Yazd, uno dei pochi esistenti in Iran, arde la fiamma sacra. Il custode dice che vi fu portata nel 1940 e che non si è mai spenta da venticinque secoli. Chissà che essa non diventi più gagliarda e ridia vigore etico anche a questa Europa snervata e capovolta, dove il delitto paga più della virtù. Ad ogni modo il libro di Arnaldo Alberti, cui auguro un grande successo, sta a dimostrare che quella fiamma non si è spenta per davvero. Anacleto Verrecchia il profeta del dìo Ahura Mazda in Persia 6 secoli avanti Cristo: a lui si attribuisce V«Aveste» dove già sipario di messia, angeli e paradiso ZARATHUSHTRA Arnaldo Alberti Piemme pp. 301 L 32.000

Persone citate: Arnaldo Alberti, Arnaldo Alberti Piemme, Gesù, Hegel, Heidegger, Nietzsche, Piero Martinetti, Sapienza

Luoghi citati: Babilonia, Europa, Iran, Persia