LA NANA TRUDI SCOPRE COM'È ANORMALE LA GERMANIA di Luigi Forte

LA NANA TRUDI SCOPRE COM'È ANORMALE LA GERMANIA LA NANA TRUDI SCOPRE COM'È ANORMALE LA GERMANIA Ursula Hegi, una saga di 500pagine fra il 1915 e il 1949 RUDI non la dimenticheremo presto, ci ha raccontato un sacco di storie, tristi e allegre, come è sempre un po' la vita. E' una ragazza diversa, particolare, Trudi. E' nana. In Germania, dove è nata a ridosso della prima guerra mondiale, la chiamano Zwerg. Nel suo paesino, Burgdorf, vicino a Dusseldorf, la gente s'è abituata ai suoi arti corti e alla testa un po' troppo grande, ma certo lei ha dovuto patire non poco. Perfino sua madre Gertrud l'ha trascurata. Dopo la sua nascita ha cominciato a fuggire di casa e a dare i numeri. Ogni tanto, a malincuore, il marito Leo la porta nel manicomio di Grafenberg, dove presto morirà. Tra quella donna alta, dai «capelli d'ombra» e la sua creatura sgraziata e rattrappita c'è un amore che si tortura nel silenzio. La piccola Trudi soffre, ma non demorde. Si appende a sbarre di ferro per allungare gli arti e chiede a Frau Doktor Rosen una pillola per crescere. Anche contro la realtà e il buon senso, lei impara a non arren¬ dersi. Alla brutalità della vita contrappone la forza della sua intelligenza e immaginazione, all'inchfferenza un cuore più grande di lei, alla sopraffazione la voce ostinata della giustizia. Trudi non è solo la protagonista del romanzo dell'americana Ursula Hegi, Come pietre nel fiume (1994) uscito presso l'editore Feltrinelli nella scorrevole traduzione di Valeria Raimondi (a parte un «disfando» a p. 482 e il femminile affibbiato a ogni vocabolo neutro o maschile citato in originale tedesco: la Unglùck, la Vaterland, la Blaue Briefi). Trudi è l'altra faccia di una Germania rivisitata fra il 1915 e il 1949. Nulla a che fare però col nanetto Matzerath del Tamburo di latta di Gùnter Grass. Nella Hegi manca il tono grottesco e poi la protagonista non vuole disfarsi del passato, sogna la normalità e non l'esclusione. Però la sua anomalia diventa per l'autrice strumento che soppesa la vera sostanza degli altri personaggi. Trudi è il baricentro della narrazione: il punto d'intersezione di tutte le storie. E' l'osservatorio che scruta il prossimo, gli esseri «normali», e ne scopre l'interiore malformazione. Perché le loro menti sono contaminate dal fanatismo che trasforma piccoli borghesi in assassini, o dall'ossessione del peccato, che spinge la giovane Ingrid a buttarsi con le figlie nel Reno. E poi c'è l'indifferenza del dopoguerra, che cancella con un colpo di spugna i torbidi fantasmi della follia nazista ed estingue ogni memoria. Questo romanzo un po' retro, di oltre cinquecento pagine, è una vera saga tedesca. Non la storia di una famiglia, come i Buddenbrook di Thomas Mann, ma la tragica cronaca di una nazione colta attraverso la corneale humaine di una fantomatico paese renano di nome Burgdorf. In quella regione Ursula Hegi è nata nel 1946. Poi, a diciotto anni si trasferì in America, dove ora insegna scrittura creativa presso l'università di Washington. Il suo primo romanzo, Intrusioni, uscì nel 1981. Da allora ne ha scritti altri tre, oltre a un libro di racconti, ed è finita nella classifica dei bestseller: Come pietre nel fiume, ha venduto infatti più di un milione di copie. E non c'è da stupirsi, perché la Hegi ha confezionato un vero romanzo popolare ricco di pathos e tensione, passioni e tragedie. E' un puzzle, dove le singole tessere sono sminuzzate in un gioco caleidoscopico: ogni storia o figura si intreccia alle altre, si somma lentamente e concresce sullo sfondo di Weimar, del nazismo e della guerra. Nel microcosmo di Burgdorf convivono caratteri e classi sociali diverse: la famiglia contadina dei Braunmeier e l'avvocato Abramowitz, il droghiere Weiler e il farmacista Neumaier, il macellaio Immers e il giudice Spieker. Gente semplice e buona borghesia. Ariani affascinati dal Fùhrer ed ebrei. Una comunità che è uno spaccato di società tedesca. E poi c'è la biblioteca a pagamento di Trudi e del padre Leo, dove tra le pagine di romanzetti rosa la vita trova sempre un happy end. Fuori invece tira aria di tragedia e la comunità si sfalda, vittima di odio e violenze. Burgdorf non è un fotogramma sfocato del male tedesco, ma il suo epicentro narrativo. Un luogo che la Storia ci ha già purtroppo narrato. La cronologia del libro sottolinea quest'aspetto di remake, ma il viluppo di destini che crescono e s'infrangono, il cicaleccio della vita testimonia la maestria della Hegi e la grande duttilità della sua scrittura. Il ciclico travaglio del suo romanzo fluisce lentamente come il fiume Reno, presenza epica e cangiante in un tempo senza pace né quiete. Sulle sue rive inizia, in una delle scene più intense, la violenza a Trudi da parte di giovani compaesani. E qui ancora s'accende il suo amore per Max,. l'unico uomo della sua vita, scomparso nel rogo di Dresda, uno a cui poteva raccontare tutte le sue storie. In esse la vita si lascia confutare, il dolore può aprirsi alla gioia e la marea dei volti'eclissati rifluire come per incanto. Trudi, la nana di Burgdorf, è una principessa della fantasia, che alla fine, come in sogno, rompe l'incantesimo della violenza e recita un romanzo di forte coralità, accettando se stessa e l'enigma del proprio corpo. Luigi Forte «Come pietre nel fiume» meliti contaminate (laifanatismo o dallossessione. del peccalo; luidìfferenza che cancella i torbidi fantasmi del nazismo COME PIETRE NEL FIUME Ursula Hegi Feltrinelli pp. 549 L. 35.000

Luoghi citati: America, Dresda, Germania, Washington, Weimar