LA RAGNATELA DI INTERNET di Rocco Moliterni

LA RAGNATELA DI INTERNET LA RAGNATELA DI INTERNET Carlini: introduzione al Web Tv Mediam NTERNET è una vera rivoluzione oppure «soltanto» un terremoto? Con questa domanda si apre Lo stile del web. Parole e immagini nella comunicazione di rete di Franco Carimi pubblicato in questi giorni da Einaudi. Già ricercatore in biofisica del Cnr Carlini scrive di nuove tecnologie sul Manifesto e sull'Espresso, collabora con Carlo mente ed è autore di vari saggi per il Massarini al programma Tv Mediamente ed è autore di vari saggi per il Manifestolibri e di Con le spalle al futuro per gli Editori Riuniti. Per Carlini Internet (anzi l'Intemet come preferisce con una punta di snobismo chiamare la Rete) ha investito come un terremoto la cultura del libro e reso ancor più evidente la contrapposizione tra parola e immagine. «Il World Wide Web - scrive - si presenta come il luogo più importante, anche se non unico, di un vero conflitto tra comunicazione testuale e comunicazione sonora e visiva». Internet è un nuovo medium di massa il cui futuro è però incerto: un'ipotesi ottimistica, auspicata da Carlini, lo vede come terreno di una possibile ricomposizione del conflitto tra testo e immagine, ma un'ipotesi più realistica come terreno principe della frammentazione. In tal caso, «anziché avere un medium unico e originale si assisterà a un'esplosione deba stella Internet in una moltitudine di sottosistemi, ognuno dotato di un suo linguaggio, di forme di relazioni proprie, di un suo modello economico e sociale, anche divergenti l'uno daU'altro». Avremo così ad esempio da un lato la posta elettronica, dall'altro la rete dei forum e dei newsgroup, «luogo della conviviabtà», e poi il Web, «a sua volta suddiviso per utenze e tipi di attività: entertainment, commerciale, educativo, informativo». Già oggi la ragnatela mondiale di siti e pagine, che prende il nome di World Wide Web (la inventò agb inizi degb Anni 90 Tim Berners-Lee per mettere in contatto i fisici delle alte energie al Cera di Ginevra) è solo una parte di Internet, con regole e hnguaggi non sempre coincidenti con quelli delle chat o della posta elettronica. Carlini prende le distanze dalle tecno-utopie californiane (Negroponte e il gruppo di Wiredì, che vedono in internet una nuova rivoluzione come quelle dei figli dei fiori Anni 60 e del personal computer Anni 80 e sostiene che il Web nella sua ancor breve esistenza ha comunque ripercorso per molti versi la stessa strada del libro. Una strada che inizia dalla sempbcità arcaica dei volumen, i rotoli di pergamena, in cui era difficile distinguere i paragrafi (così come nelle prime pagine elettroniche) e approda alla complessità di un qualsiasi prodotto editoriale moderno, in cui frontespizio, indici, note rappresentano altrettanti codici da interpretare. Codici con i quali in qualche modo chi progetta pagine web si trova comunque a fare i conti. E proprio la progettazione delle pagine web vede di scena una figura di inteUettuale che deve saper superare queba cultura tipografica (il cui santuario Carlini colloca in Le Monde Diplomatique), occi¬ dentale e progressista, ancorata alla parola scritta, «che ha avuto grandi meriti ma che sa solo proporsi per quello che era e non per quello che potrebbe essere e divenire». Il capitolo più interessante del libro è queUo in cui si ripercorrono la storia e l'evoluzione dei siti, dalla rozzezza iniziale di pagine pensate come strumento di lavoro per una piccola comunità scientifica alla grafica scintillante delle ultime nate fra le 320 milioni di pagine consultabili nel '98 (solo nel '96 erano 50 milioni). E' appesantito qua e là da qualche ripetizione: il capitolo sugb intellettuali ad esempio raccoglie contenuti in parte esposti in precedenza. Utile strumento di riflessione per chi è già pratico della Rete (per i neofiti non guasterebbe un glossario, per tutti un indice dei nomi), ricco di citazioni e corredato da un'ampia bibbografia, Lo stile del web è un saggio rassicurante per chi considera ancora Internet un demonio ammazza-bbri. Sembra ispirarlo infatti soprattutto la volontà di dialogare (tranquilizzandoli) con quegli intellettuali cresciuti in bibboteca e inclini a ritenere estraneo alla loro cultura il nuovo mezzo di comunicazione. Rimane un dubbio: il saggio avrebbe raggiunto la stessa efficacia se non fosse stato scritto, come l'autore si premura di farci sapere nella premessa, a mano e su fogli protocollo, in una spiaggia (speriamo non troppo assolata) deba Western Austraba? Rocco Moliterni LO STILE DEL WEB Franco Carlini Einaudi pp. 190 L 22.000

Persone citate: Carlini, Carlini Internet, Einaudi, Franco Carimi, Franco Carlini, Massarini, Negroponte, Wide

Luoghi citati: Ginevra