«I processi non ripartiranno da zero»

«I processi non ripartiranno da zero» La Cassazione al procuratore di Palermo: solo i testi essenziali vanno riascoltati «I processi non ripartiranno da zero» Ma Caselli si appella al ministro ROMA. 1 processi non ripartiranno da zero anche se cambia il giudice. La Corte di Cassazione risponde così all'allarme lanciato dal capo della procura di Palermo Giancarlo Caselli. In base alla sentenza della Suprema Corte, i testimoni dovranno infatti tornare in aula soltanto se le loro dichiarazioni sono ritenute «essenziali» ai fini del verdetto. Ma dopo questo allarme lanciato dal palco del «Maurizio Costanzo show», Caselli raddoppia. Il magistrato ha consegnato al ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, una articolata memoria. Caselli propone una modifica delle regole per la determinazione della competenza giurisdizionale, in modo che alcuni reati vengano giudicati dai tribunali (più numerosi) invece che dalle corti d'assise. Se la tesi stabilita da un'altra sentenza della Cassazione (del giugno scorso) dovesse consolidarsi, secondo Caselli si verificherebbe una serie di scarcerazioni per scadenza dei termini di custodia di «numerosi mafiosi imputati di gravissimi fatti di estorsione e di rapina». Sulla questione del cambio di giudice, poche voci si uniscono a quella del magistrato nel ritenere, per usare le parole del consigliere togato del Csm Gioacchino Natoli, «giustificato e degno di attenzione» l'allarme acceso dalla procura di Palermo. Per giudicare, dice tuttavia Natoli, occorre leggere il dispositivo della sentenza. La decisione della Suprema Corte lascia «perplesso» anche il consigliere laico Gianni Di Cagno (Ds), che teme una sperequazione tra i processi civili e quelli penali. Contro Giancarlo Caselli, però, ieri s'è alzato un muro di critiche. Il procuratore di Palermo è stato definito «un magnifico pasdaran della giustizia, cui stanno bene i processi sommari che si concludono con la condanna dell'imputato» dall'avvocato Titta Madia, responsabile per i problemi della giustizia dell'Udr. Mentre Gaetano Pecorella, ex presidente dell'Unione delle Camere penali e oggi parlamentare di Forza Italia, fa notare che l'azzeramento del dibattimento se la corte cambia composizione «è una regola già presente nel nostro codice». Marcato il dissenso di Giuliano Pisapia, ex presidente della commissione Giustizia della Camera: «Sono sconcertanti i continui attacchi alla Cassazione da parte di quei pm che dovrebbero essere i primi a rispettare e a far osservare la legge». E osserva che i principi che si imparano subito all'Uni- versità sono quelli secondo i quali il giudice deve essere precostituito per legge e immutabile. Il che significa che a emettere la sentenza deve essere lo stesso magistrato che acquisisce le prove e verifica l'attendibilità delle tesi accusatorie e difensive». Anche il procuratore nazionale Antimafia, Piero Luigi Vigna, ritiene che le Sezioni unite della Cassazione abbiano applicato la legge. «Comprendo - precisa - i problemi che si pongono i colleghi, ma ritengo che la pronuncia della Cassazione sia conforme al nostro sistema processuale». [d. dan.J Giancarlo Caselli assieme al ministro Diliberto

Luoghi citati: Palermo, Roma