Consorzio acqua, Biella dice «no» a Vercelli

Consorzio acqua, Biella dice «no» a Vercelli Da un anno e mezzo tre comprensori (c'è anche Casale) litigano su come organizzare la gestione Consorzio acqua, Biella dice «no» a Vercelli Ma le amministrazioni provinciali sono unite contro il Comune VERCELLI. Da un anno e mezzo dall'entrata in vigore della legge Galli che ha ridisegnato la gestione del pianeta acqua, Biella, Vercelli e Casale litigano sulle caratteristiche da dare all'Autorità d'ambito, l'ente di controllo di questa nuova forma di gestione delle acque. Ma la rivalità tra la capitale della lana e il capoluogo risicolo questa volta c'entra poco: le due Province, infatti, sono alleate «contro» il Comune di Vercelli che può contare però sull'appoggio di Casale. Vediamo di capire perchè. La Regione ha messo in uno stesso ambito Biellese, Valsesia, Vercellese e Casalese e ha assegnato alla Provincia di Biella il compito di organizzare la nascita dell'Autorità d'ambito. Dopo un lungo travaglio, le due Province sono riuscite a trovare un'intesa su un progetto che esclude la nascita di un ente appesito ma aggancia il servizio agli enti esistenti con questa suddivisione: a Vercelli la sede istituzionale dell'Ambito, (la Provincia fornirebbe locali e personale per l'amministrazione); a Biella la sede operativa e che quindi la Provincia garantirebbe insieme ai Comuni il personale per le funzioni tecniche ed i controlli. Tutta l'operazione è sancita da una convenzione che, precisa il vice presidente della Provincia di Biella Roberto Mezzalama: «Rispetta gh equilibri delle forze in campo e cioè assegna di fatto ai sindaci il 75 per cento dei posti nel parlamentino. Un peso che permetterà poi ai Comuni di imporre alla presidenza dell'Ambito un loro uomo». La soluzione costruita con il contributo dei Cornimi di Biella e del Biellese non trova d'accordo il Comune di Vercelli: «Primo perchè dividere in due l'organizzazione dell'Autorità d'ambito non è pratico - spiega il sin - daco Gabriele Bagnasco -; secondo, perchè sposta l'asse d'equilibrio troppo a favore delle due Province. Meglio quindi un ente autonomo, un consorzio, in cui Province, Comuni e Comunità montane ne facciano parte in rapporto al loro peso specifi¬ co. La sede? Un luogo soprattutto funzionale». E Vercelli è equidistante da Biella e Casale. Ma a parte gli aspetti campanilistici, l'unica differenziazione apprezzabile tra i due progetti sembra essere il sistema organizzativo: le Province vogliono evitare la nascita di un «carrozzone che darà lavoro poi al massimo a dieci impiegati»; Vercelli vuole un ente apposito, ben delineato, sotto l'esplicito controllo dei Comuni. Ma dietro la contrapposizione ufficiale, che ha vanificato anche l'ultima riunione di venerdì scorso, ci sarebbero problemi politici tra Comune e Provincia di Vercelli o meglio tra il presidente Valeri e il sindaco Bagnasco. Come finirà? «Faremo un'assemblea generale a febbraio - conclude Mezzalama - ma se Bagnasco fosse irremovibile potremmo anche andare in Regione per chiedere che nascano due ambiti», [m. al.] Il presidente della Provincia Valeri

Persone citate: Gabriele Bagnasco, Roberto Mezzalama