Chiama il 112 per saltare il compita in classe

Chiama il 112 per saltare il compita in classe Studentessa del Lanino da scuola telefona ai carabinieri con il cellulare: «Correte, c'è una bomba» Chiama il 112 per saltare il compita in classe Vercelli, ma i militari risalgono al suo numero e la scoprono VERCELLI. «Pronto, venite subito a scuola, c'è una bomba». E il nucleo del 112 è davvero arrivato, sgommando, al professionale «Lanino» di Vercelli, non per disinnescare un ordigno, ma per tirare le orecchie alla ragazza delle bravata, tradita dal suo stesso cellulare. E la sedicenne ora deve ringraziare i buoni uffici del suo preside, Luciano Bosso, se non è partita contro di lei una denuncia (pesante) per interruzione di pubblico servizio e per procurato allarme. La storia, finita con una ramanzina dei carabinieri e dei prof, e (si spera) anche della famiglia, è emblematica del nuovo modo di andare a scuola, dopo 1 boom natalizio dei minicellulari, tutti colorati e capaci di inviare sul display messaggi rapidi e silenziosi. Portarli in classe è proibito, parola di ministro, che ne ha fatto oggetto addirittura di una circolare per estendere il divieto anche agli insegnanti, ma in effetti nell'intervallo, se non durante le lezioni, il telefonino impazza. Per gli alunni, annoiati dal tran tran delle spiegazioni, sostituisce l'antelucana «battaglia navale» un tempo giocata di nascosto con il compagno di banco. E così, anche la fanciullina, futura operatrice turistica, nell'intervallo, dopo aver telefonato ad un paio di amici, ha pensato bene di schivare l'annun¬ ciato compito in classe, sguinzagliando per i corridoi le forze dell'ordine alla ricerca della bomba. Da sempre, ma soprattutto dopo i fatti di Milano (quando davvero esplose un ordigno a scuola), i carabinieri non si fanno pregare per arrivare a sirene spiegate. Ma questa volta la storia ha avuto un epilogo inconsueto. Gli «Sherlock Holmes» del 118 sono riusciti a risalire al numero del cellulare da cui era partita la telefonata. Arrivati nell'atrio del Professionale hanno fatto un controllo, richiamando il numero sospetto. La ragazzina non si è negata all'ennesimo squillo: aveva appena telefona¬ to (in classe) al moroso, e quindi è andata sul sicuro. «Cosa vuoi di nuovo?» ha sussurrato nel microfono. Glaciale la risposta del carabiniere: «Che lei scenda un attimo nell'atrio per una chiacchierata». E la studentessa dal cellulare facile, sgamata, come direbbero i suoi compagni, non ha potuto che confermare l'intuizione della pattuglia. E seppur minorenne ha rischiato davvero di essere denunciata, con tutte le spiacevolissime conseguenze penali che ne conseguono. Troppo per la minorenne che ha cercato di salvarsi la media del primo quadrimestre, saltando un compito difficile? Per la scuola, che ha intercesso per lei, sì. E alla fine alla povera non è rimasta che l'onta della furbata e l'obbligo di ripetere il compito. E visto che in questo periodo le verifiche in classe si succedono a raffica, l'epilogo valga come monito a tutti i potenziali imitatori. Donata Beiossi L'Istituto professionale Lanino dove si è verificato l'episodio della ragazza che ha chiamato il 112 per evitare il compito in classe [POTO GREPPI)

Persone citate: Luciano Bosso, Sherlock Holmes

Luoghi citati: Milano, Vercelli