La minaccia della Pierre

La minaccia della Pierre La minaccia della Pierre «Ampliamento, o via da Poirino» POIRINO. «Senza permessi per ampliare lo stabilimento, saremo costretti a trasferirci in un'altra area». E' un ultimatum da brividi, quello lanciano dai vertici della Dierre - azienda leader nella produzione di porte tagliafuoco - all'amministrazione. In ballo non ci sono solo 60 posti di lavoro, ma addirittura la sopravvivenza della zona industriale di questo Comune. Un paesone noto soprattutto per la sua tradizione agricola, con la pianura coltivata a grano, i campi di peperoni e asparagi, le grandi cascine sedi di cooperative di macellai e i ristoranti dove i buongustai vengono a mangiare pietanze a base di rane. Perché se la Dierre dovesse davvero mollare, altre imprese potrebbero seguire il suo esempio. Oltre alla minacciosa missiva della Dierre, sulla scrivania del sindaco ci sono altre sei lettere di imprese che minacciano l'esodo. E tutte per Io stesso motivo: la produzione tira, si potrebbe assumere personale, ma l'amministrazione impedisce agli stabilimenti di adeguarsi alle richieste dal mercato. Il caso Dierre fotografa una si- tuazione comune a tanti: nonostante le lettere e le richieste ufficiali, dopo anni non esiste ancora uno straccio di carta che consenta agli imprenditori di adeguare gli stabilimenti e progettare il loro futuro. Mancano i permessi. Motivo: la concessione edilizia deve rientrare nel piano regolatore, o in una sua variante. E i tempi di redazione e approvazione del piano regolatore sono quelli che sono. Certo, si potevano prevedere provvedimenti ad hoc. Ma sindaco e amministrazione si sono sempre pronunciati contro questa ipotesi, per evitare di creare un precedente. Risultato? Alla Dierre sono esasperati. «Non possiamo continuare a lavorare in questo modo: accampati, con parte dei materiali depositati all'esterno - spiega Annamaria Piacenza, direttore am- ministrativo - Il progetto di ampliamento prevede altri seimila metri quadrati coperti». E mostra la lettera inviata a Provincia e Regione con cui l'azienda protesta per i tempi della burocrazia. Ora, il progetto preliminare della variante del piano regolatore è pronto: dovrebbe essere presentato in consiglio comunale a giorni. Nel frattempo, la ditta ha già raddoppiato la produzione. Con il sospirato ampliamento potrebbe assumere altre 40 persone, e mcrementare il fatturato del 50 per cento. Il caso della Dierre e dell'area industriale di Poirino non è isolato. Recenti dati dell'Unione Industriale confermano che nell'area tra Chieri e Moncalieri sono una ventina le aziende intenzionate ad ampliarsi, raddoppiando la superficie a disposizione. Ma quanto tempo ci vorrà per ottenere ciò che chiedono? [a. per.] A fianco, l'area dove sorgerà II nuovo polo Industriale. Sotto, Domenico Ciccaldo, presidente del Consorzio artigiani di Lanzo

Persone citate: Annamaria Piacenza, Domenico Ciccaldo

Luoghi citati: Chieri, Moncalieri, Poirino